Dainin Katagiri arrivò negli Stati Uniti
nel 1963, per dare una mano nella missione Zenshuji a Los
Angeles, prima di trasferirsi a San Francisco per lavorare con la missione
Sokoji e il Centro Zen di San Francisco. In seguito ha fondato il proprio centro
per la pratica in Minnesota. In questo estratto del suo libro "Devi dire
qualcosa", ci mette in guardia contro lo zazen inteso come un mezzo per
raggiungere un fine o come veicolo per estinguere il desiderio. Piuttosto lo
zazen si realizza, dice, facendo un passo sincero proprio in questo momento.
Se usi lo Zen come uno strumento per
raggiungere un fine, questo diventerà man mano sempre più pesante. Se
all’inizio pesa pochi etti, riuscirai a portarlo con te senza problemi per un
chilometro, ma se dovrai portarlo per due, tre, cinque chilometri ti sentirai
esausto. Questo perché la tua falsa riva scompare nel momento in cui la
raggiungi. Ecco perché non sei soddisfatto dello Zazen. Stai ancora cercando
l’altra sponda.
Questa è come molti di noi sono confusi.
Non accettiamo l’idea che i desideri siano senza fine. Dobbiamo realizzare che
non c’è nulla da portare nelle nostre mani, che lo Zazen non è un veicolo, non
è uno strumento.
Allora come possiamo praticare zazen
come fine a sé stesso? Tutto quello che devi fare è fare un passo. Un solo
passo. Letteralmente parlando, c’è solo una cosa da affrontare, e nient’altro.
Se credi che c’è qualcos’altro dietro questa singola cosa, questa non sarà pura
pratica. Fai solo un passo in questo momento con tutto il cuore. Razionalmente
noi pensiamo al passato e al futuro, ma se noi facciamo un solo passo, questa
riva e l’altra riva sono ora. Fare un passo contiene già in sé tutti i passi.
Questa sponda e l’altra sponda. Questo singolo passo è lo Zazen.
Placa la tua mente confusa e usa la
consapevolezza, il pensiero e la visione per cogliere assieme vita e morte, in
questo momento. La vita è senza fine, ma questo non è l’importante. Ciò che è
importante è che una vita senza inizio e senza fine giace accanto ad una mente
pacificata. Proprio ora e proprio qua, la nostra vita deve essere pacificata.
Passare il cancello della pace e dell’armonia non è un’idea. Come una foglia
cadente, è la manifestazione totale dell’illuminazione e il disvelamento della
realtà ultima.
Dainin Katagiri (1928-1990)
Da: “Devi dire qualcosa” – Astrolabio -
Ubaldini EditoreENGLISH VERSION
Dainin
Katagiri came to the United States in 1963, originally to help out at the
Zenshuji mission in Los Angeles, before moving up to San Francisco to work with
the Sokoji mission there as well as the San Francisco Zen Center. He eventually
established his own center for practice in Minnesota. In this extract from his
book, ‘You Have to Say Something’, he warns against regarding zazen as a means
to an end or as a vehicle to extinguish desire. This is best done, he says, by
taking one wholehearted step right at this very moment.
If you
carry zazen around as a means to an end, it will just keep getting heavier and
heavier. If it’s five pounds at the beginning, you might be able to carry it
for a mile without trouble, but if you carry it for two miles, or three miles,
or five miles, you will become exhausted. This is because your false shore
starts washing away the moment you reach it. This is why you are not satisfied
in zazen. You are still looking for the other shore.
This is
just how most of us are confused. We don’t appreciate the fact that desires are
endless. We have to come to realize that there is nothing to get into our
hands, and that zazen is not a vehicle, not a means.
So, how can
we practice zazen as an end in itself? All you have to do is take a step. Just
one step. Strictly speaking, there is just one thing we have to face, and
nothing else. If you believe there is something else besides this one thing,
this is not pure practice. Just take one step in this moment with
whole-heartedness. Intellectually, we think about the past and the future, but
if we take one step, this shore and the other shore are now. Taking one step
already includes all other steps. It includes this shore and the other shore.
This one step is zazen.
Just make
your helter-skelter mind quiet and use mindfulness, thoughts, and views to see
both life and death in this moment. Life is endless. But that is not important.
What’s important is that beginningless and endless life lies within a peaceful
mind. Right now, right here, our life must be peaceful. To enter the gate of
peace and harmony is not an idea. Like a falling leaf, it is the total
manifestation of enlightenment and the illumination of ultimate reality.
Dainin
Katagiri (1928-1990)
From: “You
Have to Say Something” – Shambhala
© Tora Kan Dōjō
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