Sensei Paolo Taigō Spongia, 7° dan e Capo Istruttore
d'Italia IOGKF, dimostra Suparinpei Kata, il più alto e complesso Kata del Goju-Ryu di Okinawa, durante l'Enbu Kai annuale-Saggio
Dimostrativo IOGKF Italia, 4 Giugno 2017.
lunedì 31 luglio 2017
Schegge Budo e Zen - 31 luglio 2017
"Al magico contatto col bello le corde più segrete si risvegliano e noi, trasalendo, vibriamo in risposta al suo richiamo.
Lo spirito parla allo spirito. Ascoltiamo quel che non è stato detto, contempliamo quello che non si può vedere.
Il Maestro fa scaturire note che non sappiamo da dove provengano. Ci tornano alla memoria ricordi da tempo immemorabile dimenticati, ricchi di un senso nuovo. Speranze che la paura aveva soffocato, flussi di tenerezza che avevamo timore di riconoscere si offrono nuovamente a noi, arricchiti di uno splendore che non conoscevamo."
Okakura Kakuzo (Maestro del Tè)
"Davanti a un lampo
l'uomo non comprende
quanto sia sbalorditivo."
Matsuo Bashō
"Non c'è posto per l'ego in un Dōjō..."
Pervez Mistry Sensei, Capo Istruttore IOGKF India
"La crescita, non solo tecnica, di un solo allievo è la misura della crescita di tutti perchè possiamo crescere e migliorare soltanto insieme.
La Pratica in un Dōjō è come una cordata in montagna, si può avanzare solo insieme e nessuno può permettersi di restare indietro."
La Pratica in un Dōjō è come una cordata in montagna, si può avanzare solo insieme e nessuno può permettersi di restare indietro."
P. Taigō Spongia Sensei
"La vita è un viaggio e le molteplici strade che possiamo percorrere non sono altro che le scelte che facciamo durante questa lunga avventura. Può capitare di smarrirsi su queste vie, ma l'importante è accorgersene in tempo e tornare sulla giusta via, ritrovare il passo..."
domenica 30 luglio 2017
Iakusoku Kumite
Sensei Paolo Taigō Spongia, 7° dan, Capo Istruttore
IOGKF d'Italia, dimostra Iakusoku Kumite durante l'Enbu Kai-Saggio Dimostrativo
IOGKF Italia del 4 Giugno 2017
venerdì 28 luglio 2017
La Solitudine
Quando le persone sentono l’espressione
«l’isola del sé» pensano spesso che significhi che devono vivere da sole ed
escludere dalla propria vita la gente e tutto il resto. Ma questa pratica,
questo tipo di «vivere da soli», non significa che intorno a te non c’è
nessuno. Significa soltanto che sei saldamente insediato nel qui e ora; sei
consapevole di tutto quello che sta succedendo nel momento presente.
Usi
la tua presenza mentale per diventare consapevole di tutto, di ogni sentimento,
ogni percezione di te stesso, oltre a quello che sta succedendo intorno a te
nella tua comunità. Sei sempre con te stesso, non ti perdi. Quello è il modo
più profondo di vivere una vita di solitudine.
Praticare
la solitudine significa praticare l’essere in questo singolo momento, non
prigioniero del passato, non trascinato via dal futuro, e soprattutto non
trascinato via dalla folla.
Non
devi isolarti nella foresta. Puoi vivere con le persone, andare in drogheria,
camminare insieme ad altri, e puoi comunque godere del silenzio e della
solitudine.
Nella
società odierna, con così tante cose intorno a te che reclamano a gran voce la
tua attenzione e la tua reazione, quella solitudine interiore è una cosa che
devi imparare. Anche trascorrere un po’ di tempo da soli ogni giorno è positivo.
Magari
pensi di poter essere contento unicamente quando ti trovi con altre persone,
parlando e ridendo e spassandotela. Ma gioia e felicità possono essere
smisurate anche in solitudine, talmente profonde da donarti una maggiore
capacità di condividere. Se hai profonda gioia e felicità, sviluppate in
solitudine, hai molto da dare. Senza la capacità di stare solo ti esaurisci
sempre più. E quando non hai abbastanza nutrimento per te stesso non hai molto
da offrire agli altri. Ecco perché è importante imparare a vivere in
solitudine.
Ogni
giorno dedica un po’ di tempo allo stare da solo, perché facilita la pratica di
nutrire te stesso e osservare in profondità. Questo non significa che è
impossibile praticare lo stare soli e l’osservare in profondità quando si è con
una folla di persone. È possibile. Persino quando sei seduto nella piazza del
mercato puoi essere da solo e non venire trascinato via dalla folla. Sei ancora
te stesso, ancora padrone di te stesso. Analogamente puoi essere ancora te
stesso persino se ti trovi coinvolto in una vivace discussione di gruppo e
persino se esiste una forte emozione collettiva. Puoi continuare a dimorare al
sicuro e saldamente nella tua isola.
Ci
sono due dimensioni di solitudine e sono entrambe importanti. La prima è essere
soli fisicamente. La seconda è riuscire a essere sé stessi e rimanere centrati
persino nel bel mezzo di un gruppo. È perché sei a tuo agio nella solitudine
che puoi essere in comunione con il mondo. Mi sento legato a te perché sono
pienamente me stesso. È semplice: per legarsi davvero al mondo devi prima
tornare a collegarti con te stesso.
Da
‘Il Dono del Silenzio’
Di
Thich Nhat Hanh
mercoledì 26 luglio 2017
Il mistero di Essere
“Hai mai innalzato la tua mente fino a considerare l'esistenza, in
sé e per sé, come pure atto d'esistere? Hai mai detto pensosamente a te stesso
"È!", incurante in quel momento se innanzi a te ci fosse un uomo, un
fiore o un granello di sabbia, senza riferirti, insomma, a questo e a quel modo
o forma particolari di esistenza?
Se sei realmente giunto a questo, avrai avvertito la presenza di
un mistero, che deve aver fermato il tuo spirito in timore reverente e stupore.
Le parole stesse "Non c'è nulla!" o "Ci fu un tempo
in cui non c'era nulla!" sono una contraddizione in termini. C'è qualcosa
in noi che respinge tali parole con l'intensità e l'istantaneità di una luce,
come se esse parlassero contro l'evidenza di un fatto che è in ragione della
sua stessa eternità.
Non essere, allora, è impossibile: essere, incomprensibile.
Se hai fatto tua questa intuizione dell'esistenza assoluta, avrai
insieme appreso che questo e non altro era ciò che nelle epoche più antiche
afferrò gli animi più nobili, gli eletti tra gli uomini, con una sorta di sacro
terrore. Questo appunto fece loro sentire per la prima volta dentro di sé il
presagio di qualcosa di ineffabilmente più grande della loro natura
individuale”.
martedì 25 luglio 2017
Trinacria Gasshuku
Anche quest'anno si è tenuto a fine giugno il Trinacria Gasshuku, ospitato dal Toraryukan dōjō. Ci piace riprendere e pubblicare le riflessioni dell'allievo Vincenzo Polisi maturate dopo il Gasshuku del 2016.
Trinacria Gasshuku 2016 |
Come
ogni anno, anche in questo seminario di approfondimento della pratica del Goju
Ryu tradizionale di Okinawa, Sensei Paolo Taigō Spongia, 7° dan e Capo Istruttore IOGKF
Italia, ci ha deliziato con degli spunti molto interessanti relativi ai Kata
Gekisai (Ichi e Ni), Sanchin, Saifa e Seiyunchin nonché con alcune tecniche di
leva studiate nel Kakie, accompagnando il tutto con interessanti sfumature, descrizioni e aneddoti
davvero singolari e colmi di significato.
I
partecipanti al Gasshuku, a tutti i livelli, erano davvero molto interessati a
quanto Sensei Taigō descriveva nelle sue chiare ed esaustive spiegazioni,
l’impressione generale è stata davvero estremamente positiva. E’ stato emozionante vedere
gli allievi del Toraryukan Dōjō cosi entusiasti, interessati, persino
affascinati davanti alle spiegazioni dei vari passaggi dei Kata, di alcune
forme del Junbi Undo tradizionale del Goju Ryu Okinawense e delle piccole
storie ed esperienze di vita che Sensei Taigō distribuiva sapientemente a tutti
con la capacità di legarle indissolubilmente al vero significato di arte
marziale e ancor di più alla nostra arte tradizionale di Okinawa.
Posso
dire con assoluta certezza che questi incontri con il capo istruttore nazionale
sono vere e proprie esperienze di vita per ognuno dei partecipanti da
conservare sempre dentro di noi come tasselli fondamentali non solo per la
corretta pratica della nostra arte marziale ma anche e soprattutto per la
nostra personale formazione caratteriale, intellettuale e spirituale.
Sono
sicuro di esternare un'opinione di molti dicendo che Sensei Taigō con le sue
parole, spiegazioni e modi di fare riesce a farci percepire in modo profondo il
vero significato di valori quali rispetto, stima, amicizia, lealtà, legandoli
profondamente alla pratica sincera della nostra arte marziale.
Trinacria Gasshuku 2015 |
Quest’anno
poi in particolare ricorreva il trentesimo anniversario della fondazione del
Tora Kan Dōjō (di cui Sensei Taigō Spongia è fondatore e direttore tecnico) ed
il ventesimo anno della fondazione della IOGKF Italia e per l’occasione Sensei
Paolo ha donato a tutti i partecipanti al Gasshuku un libro di circa 100 pagine
nel quale si ripercorre velocemente tutta la storia del Goju Ryu di Okinawa
dalle origini fino ai giorni nostri, la storia della nascita e crescita della
IOGKF nel mondo ad opera del grande maestro Morio Higaonna, 10° dan, e la storia del
Tora Kan Dōjō, vi sono anche spunti di vita personale vissuta da Sensei Taigō stesso in questa sua lunga, estenuante e continuativa ricerca dell’essenza
profonda del Karate Do e dello Zen, sarà sicuramente un immenso piacere
leggerlo.
Per
concludere questa breve riflessione sul Trinacria Gasshuku vorrei spendere due
parole sul nostro amato Sensei Francesco Magrì che ogni anno si prodiga moltissimo per organizzare questo prezioso evento. Lui più di tutti noi suoi
allievi sa quanto importante sia nutrirsi di tutti questi preziosi
insegnamenti/consigli che Sensei Spongia, suo maestro, non ci fa mancare di
ricevere e arricchire di contenuti anno per anno.
Io
personalmente lo ringrazio immensamente anche a nome di tutti gli allievi
grandi e piccoli del Toraryukan Dōjō per la sua personale dedizione ed il suo
prezioso insegnamento nonché per la possibilità che ci da di partecipare a questi
seminari di approfondimento direttamente tenuti nella nostra bella terra di
Sicilia da maestri di così elevato profilo come Sensei Paolo Taigō Spongia.
Trinacria Gasshuku 2017 |
Auguro
infine a tutti noi di continuare in futuro a partecipare sempre più numerosi ai
futuri Gasshuku, che sicuramente si organizzeranno, divenuti ormai
una piacevole tradizione per il nostro IOGKF shibu Dōjō, unico in Sicilia a
rappresentare l’autentico Goju Ryu di Okinawa.
lunedì 24 luglio 2017
Schegge Budo e Zen - 24 luglio 2017
“Siamo
ciò che pensiamo.
Tutto
ciò che siamo
è
prodotto dalla nostra mente.
Ogni
parola o azione
che
nasce da un pensiero torbido
è
seguita dalla sofferenza,
come
la ruota del carro
segue
lo zoccolo del bue.
Siamo
ciò che pensiamo.
Tutto
ciò che siamo
è
prodotto dalla nostra mente.
Ogni
parola o azione
che
nasce da un pensiero limpido
è
seguita dalla gioia,
come
la tua ombra ti segue,
inseparabile.”
Buddha,
Dhammapada - Versi gemelli
“Kata si traduce con forma, modello, tipo. La parola designa la forma codificata di una pratica e, in senso più generale, di un comportamento. Il kata può essere assimilato, entro certi limiti, a ciò che Elias Canetti ha definito figura: l'esito di una metamorfosi.
L'acquisizione
di un kata non è una pura operazione di imitazione, vale a dire la riproduzione
di un movimento e di un gesto senza che colui che la esegue non ne sia
trasformato. La civiltà giapponese ha spinto ad un livello altrove
inimmaginabile la pratica del codice gestuale.”
Philippe
Pons, Introduzione allo studio del teatro giapponese
"Osservate la mia vita, il modo in cui mangio, siedo, parlo e come mi comporto in generale. La somma di tutte queste cose in me è la mia religione."
Mohandas
Karamchand Gandhi
“Il
primo importante contributo che può offrire lo Zen in Italia è rieducare al
senso di responsabilità e allo spirito del lavoro.”
P. Taigō Spongia Sensei
“L'amor
qui si fa spazio e smuove, riposa.
L'amor qui si fa luce e ovunque risplende.
L'amor qui si fa guida, l'Uno qui si fa tutto.
L'amor che qui si fan gli occhi a mirar
meraviglia.
L'Amor ch'è tempo... d'essere qui.”
Monica
De Marchi
© Tora Kan Dōjō
mercoledì 19 luglio 2017
Yamaoka Tesshu Sensei 129° anniversario della morte
Luglio 2017, ricorre il 129° anniversario della morte di Yamaoka Tesshu
Sensei.
Un
grande Maestro che incarnò perfettamente attraverso la pratica delle tre Arti:
Spada, Pennello e Zen, il principio Ken Zen Ichinyo : La Spada (o il pugno se
Ken corrisponde al carattere per pugno) e lo Zen sono unità.
Il
Principio Ken Zen Ichinyo anima anche la pratica e l’insegnamento di
Taigō Sensei (7° dan di Okinawa Goju-ryu e Monaco Zen Sōtō) al Tora Kan Dōjō.
La
pratica dello Zazen e dell’Arte Marziale si coniugano e influenzano
reciprocamente nella Pratica e nella vita dei due Maestri.
Yamaoka Tesshu Sensei 1836-1888 |
Avanzando
senza esitazione,
la potenza dell'energia vitale
abbatte tutti gli ostacoli.
Che meraviglia!
La mia
Via del guerriero è basata sui principi del Buddhismo.
È questa una dottrina che
abbraccia tutti gli aspetti della vita umana.
Ci sono nel mondo molte dottrine
che professano numerosi generi di virtù; sono tutte dottrine valide, ma
solamente coloro che mettono in pratica quelle virtù osservano veramente la Via
del guerriero.
La Via del guerriero costituisce il modo giusto di vivere per un
giapponese.
Per apprendere come percorrere la Via, dimentica te stesso e risvegliati
alla verità. Getta via le illusioni, rendi chiari cielo e terra, guarda alle
cose come sono in realtà e realizza il non-sé annullandoti nella Mente
universale.
Sviluppare
il proprio io è un errore.
Ognuno di noi trae origine dalla stessa sorgente ed
eredita un corpo dai suoi genitori che, a loro volta, ricevettero la vita dalle
loro madri e dai loro padri.
Non dovremmo mai dire: me stesso; in verità
infatti una tale entità non esiste.
Una donna incinta porta in grembo il
proprio figlio per dieci mesi lunari, nutrendolo con il proprio respiro e con
il proprio sangue. È un'unione di amore.
Quando non c'è più alcun pensiero che
si riferisce al proprio io si sviluppa la vera Via del guerriero. L'armonia
costituisce la base del cielo e della terra e la Grande Via per gli esseri
umani. Tutte le cose, dovunque si trovino sono Interdipendenti. Nulla esiste
per propria volontà. Noi possiamo vivere solo per gli sforzi congiunti di tutti
gli esseri senzienti. Pertanto dobbiamo avere compassione per tutto quanto ha vita.
Le miriadi degli esseri che riempiono i sei mondi -dèi, titani, uomini,
animali, spiriti bramosi, diavoli- sono tutti imparentati ed amici.
L'elemento
principale della Via del guerriero è la gratitudine: gratitudine verso i
genitori e verso gli antenati, gratitudine verso i capi della nazione,
gratitudine verso i Tre Tesori (il Buddha, il Dharma, la Comunità).
All'inizio la gratitudine nasce per ciò che ci circonda da vicino: i nostri
genitori, gli esseri senzienti, il capo della nazione. Poi siamo grati a tutto
ciò che non può essere visto con gli occhi di carne: i Tre Tesori.
La Via del
guerriero deriva dal secondo dei Tre Tesori, la Dottrina che è la Legge dell'
Universo e la madre di tutti i Buddha. È inconcepibilmente vasta; poiché è senza
forma non può essere facilmente compresa. Per la sua vastità, cielo e terra non
la possono contenere; neanche un torrente di parole sarebbe sufficiente per
descriverla completamente.
Per
afferrare la Dottrina, guarda a ciò che hai a portata di mano ed esamina il tuo
cuore. Non c'è necessità alcuna di cercare altrove. La gente rende omaggio a
vari dèi ed ai risvegliati, ma in realtà tutti gli dèi e tutti i risvegliati
sono uno solo.
Tutte e
quattro le gratitudini devono essere messe in pratica nella società: è questa
l’essenza della mia Via del guerriero. Tuttavia, nella società
moderna, molti non si preoccupano d'altro che del proprio benessere e si
impegnano in qualsiasi genere di affari, furto compreso, pur di andare avanti.
I pubblici dipendenti sono poco meglio. Costoro infatti rubano letteralmente i
loro stipendi e pretendono di essere serviti piuttosto che essere loro stessi a
disposizione degli altri. Cosa possono sapere tutti costoro della Via del
guerriero?
Il
desiderio per la fama e per la ricchezza ha sostituito quello per il risveglio.
La scienza moderna ha catturato tutti coloro che si compiacciono di loro stessi
e che preferiscono le sue astrazioni alle emozioni umane.
Da sempre il nostro
Paese ha importato molte idee. Alcune furono molto buone e divennero parte
integrante della nostra cultura; sembra però che le cosiddette scienze moderne
stiano lentamente avvelenando la nazione.
Oggi tutti parlano di 'diritti': i
diritti del governo, i diritti dell'individuo, i diritti di proprietà e via via
elencando. È impossibile rendere tutte le relazioni della realtà sociale in
modo esplicito con gli strumenti della giurisprudenza; troppi sono i punti che
non possono essere distinti con precisione, per cui ciò che è giusto si
confonde con ciò che giusto non è.
Il legalismo distruggerà lo spirito
d'iniziativa di ciascuno ed eliminerà la compassione; la fiducia, la lealtà,
l'onore, l’amore, l'umiltà e molte altre virtù non possono essere
oggetto di legiferazione. Solamente la Via del guerriero coltiva queste virtù.
La legge espressa dalla giurisprudenza non può mai costituire più di un utile
artificio.
La Via deI guerriero è la vera Legge dello Spirito.
Bisogna aver
cura gli uni degli altri senza riguardo alcuno per il proprio benessere,
bisogna annientare i desideri egoistici, bisogna affrontare con coraggio tutti
i nemici e bisogna conservare immacolata la propria mente: questa è la Via del
guerriero.
Dagli
scritti del Maestro Yamaoka Tesshu (1836-1888)
tratto da: "The Sword of no-Sword' di John Stevens
Taigô Sensei rende omaggio alla tomba di Tesshu Sensei nel Tempio Zenshô An, fondato dallo stesso Tesshu Sensei alla periferia di Tokyo |
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