" Le guerre e le tragedie familiari
nascono dall'incapacità di adattare le tradizioni ai tempi che cambiano. La Via
della verità si apre quando si segue il corso della storia. Dopo la prima
guerra mondiale l'umanità intera era stanca di tante atrocità e sofferenze,
eppure si produsse la seconda guerra mondiale. Solo quando l'umanità si trova
nella catastrofe, è capace di tagliare il suo legame con il passato. Dobbiamo e
possiamo trovare una soluzione che non sia quella della guerra. La terza guerra
mondiale non deve prodursi in questo mondo. Oggi tutti sanno che se si produce
sarà l'ultima. Il secolo ventunesimo può essere l'inizio di un'epoca
meravigliosa, di una cultura planetaria per l'umanità intera. Il mondo dev'essere
un'unica famiglia, ogni Stato una grande provincia di un grande Paese.
Il numero dei politici cresce, ma la povertà non diminuisce. Gli avvocati sono
sempre più numerosi, ma la criminalità aumenta. Le malattie si diffondono come
un'epidemia, di pari passo col numero dei medici. Ci sono molte università e
molti professori, ma mai la saggezza è stata così rara. I mezzi di
comunicazione si perfezionano in qualità e velocità, ma mai l'uomo si è
ritrovato tanto solo. La scienza si è sviluppata prodigiosamente, ma l'aria che
respirano i cittadini è contaminata. La meravigliosa tecnologia moderna è
concentrata sulla produzione di armi per uccidere. I valori attuali sono
prodotti da una visione distorta. E' un problema comune a tutti i Paesi del
mondo.
In Europa oggi molti si rivolgono allo Zen, ma non possono com-prenderlo
unicamente attraverso i libri, il pensiero, l'intelletto, bisogna praticare. Lo
Zen esiste nella pratica, nella ripetizione della pratica. Anche se si sono
compresi i benefici dello Zazen, è difficile perseverare. Ma se lo fate,
possedete un tesoro inestimabile. Quando si abbandona il piccolo ego, il cosmo
intero diventa l'ego. Così, attraverso i sensi, possiamo respirare, guardare,
sentire tutti i suoni, avvertire i sapori e i profumi...È' il vero Zen
Shikantaza.
Manteniamo un atteggiamento corretto, privo di paura, fermo. Da un lato
risoluti, con una postura forte, e dall'altro delicati ed eleganti, come il
profumo del sandalo o dell'incenso.
Il vero Zen è l'equilibrio, la soluzione morale realizzata nella vita
quotidiana seguendo l'ordine cosmico assoluto, attraverso il corpo e lo
spirito. L'equilibrio è primordiale. Troppo spiritualismo, troppo ascetismo,
troppe mortificazioni, o troppa esuberanza, troppi piaceri non sono
l'equilibrio. Penso che gli Europei siano molto intelligenti, e che troveranno
la Via, la loro Via, verso una terza civiltà, una civiltà equilibrata. Lo Zen è
tradizione, ma non solo. Deve creare un nuovo dinamismo, un ordine nuovo.
Abbiamo bisogno di una nuova morale. Invito i giovani all'equilibrio, alla
purezza, alla bellezza, all'energia.
Li invito all'applicazione di questi dieci principi, tratti dallo Zen:
1)Temere l'ordine cosmico. Non bisogna aver paura di nient'altro, solo l'ordine
cosmico è da temere, da rispettare.
2) Risvegliarsi. A che cosa? Alla coscienza cosmica, alla vita universale. È il
Satori, la più alta dimensione dell'universo.
3) Essere felici. Vale a dire, amare tutte le esistenze.
4) Credere. In che cosa? Non dubitare, a partire da tre principi: Zazen è fede,
Zazen è Risveglio, Zazen è amore per tutto l'universo.
5) Alzarsi presto, con il sole.
6) Sedersi quietamente. È Zazen, l'essenza dello Zen.
7) Alzarsi e camminare. Non si fa sempre Zazen. Ma bisogna alzarsi
tranquillamente; il portamento è importante.
8) Mangiare il giusto, prodotti freschi e naturali. Non troppo. Se vi offrono
del cibo, non prendetene troppo, ma mangiate tutto quello che vi si dà.
Differenziarsi dagli altri, fare i delicati, non è utile, il corpo diventa
nervoso e fragile.
9) Lavorare. Mettere in ordine, concentrarsi su quel che si fa. Dormire presto
e profondamente.
Alla fine, non bisogna cercare di raggiungere uno scopo: solo allora lo si
realizza inconsciamente, naturalmente, automaticamente. Kodo Sawaki diceva del
Satori che corrisponde ad una totale disgrazia, una perdita assoluta; in altri
termini, allo spogliarci, al morire a noi stessi.
Che cos'è un vero-dono? È non attendersi nulla in cambio.
Attraverso il dono del proprio corpo, dello sguardo, delle parole, trasmettere
agli altri un sentimento di sicurezza, di fiducia, di sollievo. Se siete
egoisti, avrete molti problemi di relazione. Se il nostro spirito non si
attacca a nulla, non c'è da temere. La vera compassione consiste in questo
abbandono, comincia e finisce qui."