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Primo giorno |
'Concentrati
su ogni singola tecnica'
'Each technique concentrate'
L'esortazione di Higaonna Sensei risuonava nella mente.
Ogni
istante dell'esercizio è preziosa occasione di esplorazione di sé e dell'altro.
Anche quelle che generalmente sono considerate semplicemente delle 'pause' per
riprender fiato sono in realtà l'occasione per coltivare il proprio Zanshin, la
capacità di rimanere centrati, di non disperdere l'energia.
Un gesto ha una risonanza che riverbera ben oltre
la nostra percezione.
Allenarsi alla percezione e all'ascolto di questa
risonanza è parte integrante dell'azione.
In Giappone quando si vuole esprimere un augurio a qualcuno che deve affrontare
una prova si usa dire:
'頑張ってください!'
Ganbatte Kudasai, Fai del tuo meglio!
La buona o cattiva fortuna deriva in buona parte dall'aver fatto o meno del
proprio meglio.
Abbiamo fatto del nostro meglio?
Stiamo facendo del nostro meglio?
Se abbiamo fatto del nostro meglio e alla fine ci
coglie la morte o la disgrazia, non sarà un grosso problema, o meglio,
l'accoglieremo con serenità.
Certo, questo è inconcepibile per chi non riesce
nemmeno a pensare di poter fare del proprio meglio, un'attitudine molto comune
oggi.
Nell'esercizio del Randori nell'Arte Marziale
questo diventa molto evidente.
Randori non significa combattere per vincere, ma
combattere per mettere alla prova le proprie capacità, la propria condizione
fisica, tecnica e psicologica, combattere per esprimersi al proprio meglio
nelle situazioni più diverse, universali, non solo nel Dōjō.
Poi il risultato può essere qualunque, poco
importa,: anche se voi 'vincete' non siete migliori di uno che ha 'perso'
combattendo con sincerità.
Dal punto di vista della crescita umana, della
vostra maturazione, è assolutamente irrilevante una soddisfazione transitoria
che viene dall'effimero successo dato dalla superiorità su qualcun'altro.
Quello che conta e che arreca la vera profonda soddisfazione è il modo, lo
spirito con cui vi cimentate, quello che vi fa essere consapevoli di aver dato
il vostro massimo, fatto del vostro meglio, per cui non avete più nessun
debito, avete restituito tutto quel che vi è stato offerto.
A quel punto potreste anche morire e sareste
comunque soddisfatti.
Questa è la profonda differenza educativa tra
l'Arte Marziale e lo sport.
Riflessioni di Sensei Paolo Taigo
Spongia durante il Kangeiko svoltosi al Tora Kan Dojo nel Febbraio 2016.
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Ultimo giorno |
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