XXVIII European Gasshuku
Italia 2013
di Alessandro Romagnoli
English Version below
Lo European Gasshuku 2013, quest’anno, è stato ospitato in Italia, nella bella e
pittoresca città di Catania, Sicilia. Per la IOGKF Italia è stato un onore e
una gioia poter organizzare questo evento così importante. Sotto la guida di
Sensei Paolo Spongia, tutta la nostra comunità ha potuto partecipare e
condividere le numerose responsabilità che costituiscono il gasshuku nel suo
affascinante insieme.
Un merito speciale lo dobbiamo senza alcun dubbio a
Sensei Beppe Manzari, vero regista della macchina organizzativa: dalla
ricezione dei numerosi ospiti venuti da diverse parti del mondo, alla
straordinaria sensibilità con cui ha saputo districarsi in ogni tipo di
difficoltà che, come si intuisce, ogni evento simile comporta. Un ottimo
esempio di pazienza, efficienza e dedizione, per tutti noi.
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Sensei Beppe Manzari al lavoro |
Per me, poi, che ho potuto seguire da “dentro”
l’aspetto amministrativo della ricezione e registrazione dei numerosi
allievi e insegnanti, giunti in Italia
per questo incontro della grande famiglia IOGKF, è importante sottolineare
anche il bell’impegno dispiegato dai giovani della nostra federazione che entusiasticamente
hanno risposto alla chiamata per svolgere compiti per niente secondari,
affinché tutto potesse essere in ordine e funzionante.
Infine un grazie a tutti gli ospiti per essere stati
così gentili da comprendere qualche nostra difficoltà o involontario
contrattempo, e per averci aiutato ad appianare inaspettate asperità: questo,
mi pare, un elemento imprescindibile dello spirito che anima tutta la comunità
IOGKF, da nord a sud, da est a ovest.
Molti, tra coloro che, come me, solitamente partecipano ai gasshuku
internazionali, si ritrovano non di rado a domandarsi e discutere tra loro, quale sia l’ingrediente speciale, o
addirittura “segreto”, che fa di questo incontro un momento così
formidabile. Negli anni la mia
percezione di questo “qualcosa”, come si
può ben immaginare, è cambiata insieme a me, e credo che così sia anche per
molti altri praticanti.
Vi è indubbiamente un elemento sociale e affettivo
che emerge dall’incontro con altri praticanti. Il piacere di ritrovarsi per
faticare insieme sotto lo sguardo benevolmente severo di così tanti insegnanti
di provata esperienza, dona ai partecipanti nuova energia corroborante e,
certo, fornisce numerosi stimoli e spunti di lavoro su cui applicarsi per un
intero anno. Se basta. Inoltre, la possibilità di poter condividere anche
momenti di piacevole informalità non sono affatto da sottovalutare, del resto
il nostro vivere è pure costituito da appuntamenti conviviali, fatti di una
giornata al mare, di una buona mangiata insieme e di un buon boccale di birra.
Il fatto però che questo avvenga al fine di una giornata di lavoro trascorsa
insieme, scandita dai medesimi ritmi, conferisce a questi semplici momenti
un’aurea per nulla consuetudinaria. Una nuova attenzione e un bagno di
necessaria umiltà.
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Sotto l'amorevole sguardo del fondatore Chojun Miyagi Sensei |
Un capitolo a parte merita lo studio che ciascuno di
noi ha la possibilità di approfondire, anche solo dall’osservazione attenta di
un “gigante” come Sensei Higaonna. Anzi, questo argomento meriterebbe la
stesura di un libro a sé. Non voglio riferirmi all’aspetto tecnico, caparbio,
di un padre ispiratore che mostra chiaramente di disporre di una invidiabile
forma fisica, mentale e di “cuore” che anche il migliore dei giovani atleti
fatica a coltivare. All’apice delle condizioni ottimali o avverse, quest’uomo
pare attingere a qualcosa che non è di questo mondo. Spero di non apparire
esagerato o pazzo con questa affermazione. Non sto parlando di magia. Né è
l’adulazione che muove le mie dita sulla tastiera mentre scrivo. Alludo a
quella parte della nostra esperienza che non è riferibile con le parole, con un
pensiero che osserva dal “di fuori”. E’
dunque faticoso, per me, reperire e plasmare parole adeguate. Siamo al cospetto di una testimonianza. Un corpo concreto che si è reso disponibile
alla forgiatura straordinaria della pratica nel tempo. E il tempo
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Potrò dire...io c'ero e ho praticato sotto la guida del Grande Maestro Morio Higaonna |
è la pratica
stessa. Non si tratta neanche più di una persona con nome e cognome. Qui, io
trovo il cuore di questa pratica. Intuire, lasciandomi guidare da questo
esempio, cosa vede quest’uomo, provare a mettermi in quella posizione per
vedere quel che non può essere lo stesso ma che, nella mia concreta esperienza,
realizzerà la mia pratica. Mi azzardo a dire che ciò mi indica
chiaramente, che fuori dall’esperienza di ogni singolo karateka non c’è karate.
Certo l’istituzione potrà e deve prendersi cura di ogni aspetto mondano di
questo tesoro, ma l’alito di vento che muoverà i nostri karategi è quel
“qualcosa” di cui si percepisce la presenza pur senza poterne toccare la forma.
Sensei Higaonna è maestro in questo, perché ai miei occhi egli è capace di
sparire nel sudore della sua fatica, senza lasciare tracce. E questo è pure un
grande atto di amore per i suoi allievi, evitando loro di poter cadere nella
illusione che basti dirsi allievi di un grande maestro. Perché, in quel preciso
attimo, non rimarrebbe che polvere del “maestro che non c’era”.
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Il Ruggito del Leone di Okinawa, Sanchin Kata |
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Sensei Paolo Taigo Spongia, Capo Istruttore d'Italia IOGKF |
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Higaonna Sensei riceve gli omaggi del Sindaco di Catania On. Enzo Bianco |
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Forgiare lo spirito guerriero con il fuoco del vulcano, l'acqua del mediterraneo e le sapienti mani del Grande Maestro |
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Il Team italiano con Higaonna Sensei, Bakkies Sensei e Nakamura Sensei |
English Version
XXVIII European Gasshuku Italy 2013
written by Alessandro Romagnoli
The European
Gasshuku 2013, this year, was hosted in Italy, in the beautiful and picturesque
city of Catania, Sicily. For IOGKF Italy it has been an honor and a joy to be
able to organize this important event. Under the guidance of Paolo Taigō
Spongia Sensei, our entire community has been able to participate and share the
many responsibilities that constitute the gasshuku.
A special merit
we owe, no doubt, to Beppe Manzari Sensei, the real director of the
organizational machine: from the reception of the many guests who came from
different parts of the world to the
extraordinary sensitivity with which he has been able to find solutions for any
kind of trouble any similar event entails - as you can imagine. For all of us a
good example of patience, dedication and efficiency.
For me, who could follow from the "inside" the administrative aspects
of the reception and registration of the numerous students and teachers arrived
in Italy for the meeting of the great IOGKF family, it is also important to
emphasize the big commitment exerted by the young people from our federation
who responded enthusiastically whenever asked to perform important duties, so
that everything could be efficient and in order.
Finally, thanks to all guests for being so kind to understand and excuse some
of our difficulties or unintentional mishap, and for helping us to overcome
unexpected troubles: this, I think, is an essential element of the spirit that
animates the whole IOGKF community, from north to south, from east to west .
Many people among those who, like me, usually participate in international
gasshukus, have often been wondering and discussing with each other, what is
the special ingredient, or even the "secret", that makes this international
meetings such a formidable moment.
Over the years,
my perception of this “something” has changed within myself - as you can
imagine, and I think it is the same for many other practitioners.
There is undoubtedly a social and emotional element that emerges from meeting
with other practitioners. The pleasure of working-out hard and together, under
the benign gaze of so many experienced teachers, gives participants new invigorating
energy and, of course, provides many ideas and insights to work on for a full
year. And this already would be enough. In addition, the possibility of sharing
moments of pleasant informality is not to be underestimated – indeed, the rest
of our life is also made up of convivial moments, a day at the beach, a nice
meal together and a good pint of beer. But the fact that this happens at the
end of a day spent working-out together, punctuated by the same rhythms, gives
these simple moments a special aura. A new focus and a necessary bath in humility.
A separate mention is to be given to the study that each one of us has the
opportunity to carry out through the careful observation of a "giant"
such as Higaonna Sensei. Indeed, this topic deserves the writing of a book in
itself. I do not want to refer to the technical aspects, stubborn, of an
inspirational father, who clearly shows to have an enviable physical and mental
shape and a "heart" that even the best young athletes struggle to achieve.
At the height
of optimal or adverse conditions, this man seems to tap into something that is
not of this world. I hope that with this statement I do not seem exaggerated or
insane. I'm not talking about magic. Nor is adulation moving my fingers on the
keyboard as I write.
I allude to
that part of our experience that cannot be reported by words, by a thought that
observes from the "outside”. It is therefore hard for me to find adequate
words. We are in the presence of a testimony. A concrete body that has made himself
available to be forged by an extraordinary practice over time. And time is the
practice itself. We’re no longer dealing with a person with a name and surname.
Here is where I find the very heart of this practice. Seeking to grasp, through
his example, what this man sees, and trying to put myself in that position in
order to see something that won’t be the same but will, given my own
experience, provide the key to my practice. I would even go as far as to say
that this clearly indicates to me that beyond the experience of each individual
karateka karate does not exist.
There’s no
doubt that the organisation can and must protect even the smallest aspects of
this treasure, but the gust of wind that moves our karategi is the “something” whose
presence can be perceived even though its form cannot be touched. Sensei
Higaonna is a true master in this sense, because to my eyes he is capable of
disappearing into the sweat of his exertion, without leaving a trace. This is
also an enormous act of love towards his students, by ensuring that they can’t
fall into the illusion of assuming that it is enough to be able to call oneself
a student of a great master. Because at that precise moment, nothing would
remain but the dust of a “great master that wasn’t there”.