martedì 15 aprile 2014

Giri : L'autentico Legame tra Maestro ed Allievo





Dopo l'allenamento questo pomeriggio, ho cominciato a ricordarmi del tempo passato con il mio maestro a Okinawa,e della quantità di tempo e fatica che ci volle prima che riconoscesse che la mia fedeltà era reale. La mia fedeltà non si misurava in yen o dai regali al sensei, ma nell'essere nel dojo ad allenarmi ogni singolo momento che la porta era aperta. Ho trascorso letteralmente migliaia di ore ad allenarmi sotto l'occhio vigile di Takamiyagi Sensei negli anni in cui ho vissuto ad Okinawa. Ho trascorso centinaia di ore ad occuparmi di pulire il dojo dentro e fuori, e i Sabato mattina, era mia Giri (responsabilità, senso del dovere) privato pulire le erbacce e la spazzatura fuori dal dojo. Dopo un po' di mesi, Sensei venne al dojo un Sabato mattina e mi scoprì; mi disse che sospettava che uno dei suoi allievi stesse pulendo segretamente i pavimenti del dojo e voleva vedere chi fosse. Non aprì il dojo quel giorno;invece mi disse 'prenditi un attimo di riposo, facciamo una passeggiata'. Camminammo lungo il piccolo isolato dal dojo alla diga Sunabe, Sensei comprò due tazze di tè da un venditore lì vicino, e ci sedemmo sulla diga a guardare le onde infrangersi mentre parlavamo per circa un'ora. Durante il corso della conversazione,mi chiese quando avevo cominciato a pulire i pavimenti del dojo e perchè l'avessi fatto. La sua espressione divenne seria, non molto arrabbiata, ma molto severa;onestamente, ero preoccupato che pensasse che stessi provando ad intromettermi in cose che non mi riguardavano ed ero sicuro che stavo per essere sgridato;  ma dissi a Sensei che avevo cominciato a pulire da un paio di settimane, e l'avevo fatto perchè era necessario che fosse fatto, e perchè volevo essere orgoglioso del mio dojo. (La verità è che,la sera precedente, dopo il corso, mi caddero le chiavi della macchina, e siccome l'erba era abbastanza alta e folta,ci vollero un po' di minuti per trovarle.) Avevo in realtà pianificato di pulire fuori dal dojo solo quella volta, ma mi sentii in dovere di tornare ancora,e ancora. Mi faceva sentire molto bene avere una responsabilità personale nel dojo. (anche se omisi di raccontarlo) Sensei mi sorrise e mi disse 'joto' (molto bene) e dopo cambiò argomento. Sebbene avessimo avuto in passato conversazioni di 5-10 minuti ,era sempre stato nel dojo e con un gruppo di altri allievi; questa era la più lunga che Sensei aveva avuto con me, e la prima conversazione faccia a faccia. Dopo aver parlato per un po',mi disse, 'andiamo a mangiare' così camminammo per un po' di isolati fino ad Hamaya Soba per quella che sarebbe diventata una tradizione del Sabato per un paio d'anni. Dopo aver mangiato, ringraziai Sensei per il pranzo, e prendemmo strade separate. Andai al dojo di Sabato mattina a pulire, e allora Sensei si presentò giusto per ora di pranzo. Camminammo e parlammo di karate, filosofia ,vita e amore; ascoltai consigli e storie degli antichi Maestri ,imparai e il nostro legame divenne più stretto .Sensei più tardi mi invitò a casa sua per pranzo/cena e fui accettato e accolto calorosamente dalla sua famiglia.  Stranamente,il termine 'giri' non uscì mai durante nessuna conversazione; non ho nessun'idea sulla terminologia che definisce 'giri' come obbligo, dovere, fedeltà ma ho certamente compreso il concetto. Mi sentivo in dovere allora, come faccio ancora, di fare qualsiasi cosa potessi per aiutare Sensei, per aiutare il dojo, e per trovare piccoli modi di fargli capire che ero veramente grato per tutto quello che condivideva con me.
Giri 義理: Credo che anche senza essere istruiti sui dettagli del giri, ogni karateka serio di buon carattere è attratto dalla pratica come una farfalla da una fiamma. E sebbene il concetto di giri possa essere insegnato e giustificato ad un livello razionale, il praticante deve sentire il desiderio senza il bisogno di una giustificazione razionale per viverlo autenticamente. Abbastanza semplice, per me come allievo, avere un debito di riconoscenza per il mio Maestro per tutto quello che ha fatto. In cambio,cerco di ripagare quel debito mostrando la mia fedeltà nel fare tutto ciò che posso per aiutare il mio Maestro, e il dojo. Il lato che più si dimentica del Giri, è che è sempre reciproco. Quando l'allievo tenta di restituire il debito di riconoscenza verso il Maestro attraverso diversi modi di sforzo personale, allora quel Maestro sentirà spesso il dovere di condividere ancora di più con il suo devoto allievo come ricompensa per la sua fedeltà. E il ciclo continua. Quando un allievo sacrifica tempo, soldi, o si affatica per il suo Maestro, questo sarà sempre riconosciuto e apprezzato. Qualche volta, è qualcosa di semplice come essere riconosciuto ed invitato a pranzo da Sensei il Sabato. Negli anni che ho vissuto e mi sono allenato a Okinawa, il tempo trascorso nel dojo ad imparare e a praticare sarà sempre di incalcolabile valore, ma il tempo privato -quelle centinaia di ore che ho avuto col mio Sensei- rimarranno impressi nel mio cuore per sempre.

G.Parker