mercoledì 20 luglio 2022

Il karate è per la vita - Karate is for life (ITA / ENG)

Da IOGKF Magazine dell'aprile 2022 riportiamo un articolo di Sensei Henrik Larsen, vice capo istruttore mondiale IOGKF,  Caposcuola Danese, Hachidan.


Alcuni anni fa, sono stato l'allenatore e il vicepresidente dell'organizzazione nazionale di karate qui in Danimarca. Queste posizioni mi hanno permesso di avere una visione approfondita dei vari altri stili di karate e delle loro caratteristiche. Una prospettiva che mi ha reso fortemente consapevole del fatto che ciò che abbiamo nel Goju Ryu Karate di Okinawa e il modo in cui tutti all'interno della IOGKF interpretano e allenano il loro karate, è assolutamente unico.

Se prendiamo ad esempio, fra i tanti stili, lo Shotokan, (che è lo stile di karate più praticato al mondo), questo ha 36 kata, mentre il Goju Ryu ne conta “solo” 10 kaishugata e 3 heishugata,  13 kata in totale, di cui 3 sono kata respiratori e 2 sono kata per principianti (Gekisai Dai Ichi e Ni). A prima vista si potrebbe pensare che questo fatto non ha  una reale importanza, ma se uno desidera allenare il karate per tutta la vita, il praticante di Goju Ryu avrà imparato tutti i kata del sistema, mentre questo non sarà mai il caso di chi pratica lo Shotokan. Nello Shotokan, è necessario imparare e ricordare costantemente nuovi schemi di movimento, mentre nel Goju Ryu, si continua ad allenare lo stesso movimento ancora e ancora...

Ciò significa che, mentre gli altri stili imparano costantemente nuovi modelli, noi ci immergiamo ancora più a fondo nei kata che abbiamo già imparato. Spostiamo l'attenzione dall'esterno all'interno.

L'effettiva esecuzione di un kata diventa una forma di meditazione attiva, in cui la memoria si sposta dal cervello al corpo. Questa "memoria muscolare" è fondamentale, se uno vuole allenarsi per tutta la vita e continuare a sviluppare ed evolvere il proprio karate. Ciò significa che, anche quando uno invecchia e le sue prestazioni atletiche si riducono, può comunque evolvere e migliorare il livello del proprio karate. I kata diventano più fluidi e uno diventa parte dei movimenti. In questo modo, il karate diventa qualcosa che si può allenare e sviluppare per tutta la vita e non solo una forma di allenamento significativa per i giovani e i forti fisicamente.

I kata sono il nostro manuale di riferimento e la guida a tutto ciò che contiene il Goju Ryu di Okinawa. I kata erano il modo in cui si memorizzavano le singole tecniche e i movimenti. Ai vecchi tempi, solo i religiosi e le classi superiori erano alfabetizzati, quindi la persona media doveva trovare un altro modo per trasmettere le informazioni. Pertanto, i kata presi da soli non sono una brillante collezione per l’autodifesa, ma piuttosto una cassetta degli attrezzi piena delle migliori tecniche e dei movimenti per il karate e l'autodifesa. L'allenamento dei kata diventa così la pietra angolare del Goju Ryu Karate di Okinawa. Quindi, allenando continuamente gli stessi kata ancora e ancora, le tecniche fondamentali del Goju Ryu Karate di Okinawa diventano una risposta automatica, riflessi automatici per l'autodifesa, a cui si accede al momento del bisogno senza il passaggio attraverso la memoria, per altri versi superiore, del cervello.

Ho sentito spesso l'argomento che allenando i kata non si migliora il kumite...

È in parte corretto assumere che il kumite, o combattimento libero, in molti modi assomigli al combattere ma c'è una grande differenza nel saper combattere e nel sapersi difendere. Combattere è un modo molto maschile di mostrare forza e dominio, mentre l'autodifesa può salvarti la vita. Non ci sono regole quando si parla di autodifesa; tutto è in gioco, forse anche la tua stessa vita. Non si tratta quindi di saper dominare il proprio avversario, ma di saper colpire al momento giusto, con la tecnica giusta. Così mentre il kumite è più come guardare due cani che combattono per mostrare il dominio, non per uccidersi a vicenda, l'autodifesa è invece più simile a un serpente velenoso che aspetta e colpisce con un tempismo perfetto e con effetti mortali.

I kata sono stati pensati avendo in mente l'autodifesa, non il kumite, e bisogna essere pazienti per capire i kata e migliorare le tecniche e se stessi attraverso l'allenamento dei kata.

 

Versione Inglese (English version)

 

Karate is for life…

Some years ago, I was the National Coach and Vice President for the national karate organization here in Denmark. These positions afforded me a huge insight into the various other styles of Karate and their characteristics. An insight, that has made me extremely conscious of the fact that, what we have in Okinawan Goju Ryu Karate and the way that everybody within the IOGKF interprets and trains their karate, is utterly unique.

If we just look at one thing, out of the many possibilities, the Shotokan style, (which is the world’s most widely trained karate style), has 36 katas, whilst Goju Ryu has “only” 10 kaishugata and 3 heishugata, that is to say, 13 kata in total – of which 3 are breathing katas and 2 are beginner katas (Gekisai Dai Ichi and Ni). On the face of it one would think, that this fact cannot have any real importance – but if one wishes to train karate all of their life, the Goju Ryu practitioner will have learned all of the systems kata, whilst this will never be the case with the Shotokan style. In the Shotokan system, it is necessary to constantly learn and remember new patterns of movement, whilst in Goju Ryu, one continues to train the same movement again and again...

This means, that whilst the other styles are constantly learning new patterns – we immerse ourselves even deeper into the katas that we have already mastered. We move the focus from the outer to the inner.

The actual performance of a kata becomes a form of active meditation – where memory moves from the brain to the body. This ‘muscle memory’ is crucial, if one aims to train throughout their life and continue to develop and evolve their karate. This means that, even when one becomes older and physical performance is reduced, one can still evolve and improve the level of their karate. The kata’s become more fluid and one becomes a part of the actual movements. In this way, karate becomes something that one can train and develop throughout their lives and not just a form of training only relevant for the young and physically strong.

The katas are our historical reference book and guide for everything that Okinawan Goju Ryu contains. The katas were the way in which one remembered the individual techniques and movements. In the old days, it was only the religious and upper classes who were literate – so the average person had to find another way in which to pass information on. Therefore, the katas on their own are not a brilliant self-defense series, but a toolbox full of the best techniques and movements for karate and self-defense. Training the katas therefore become the cornerstone of Okinawan Goju Ryu Karate. So, by continually training the same kata’s again and again, the fundamental techniques of Okinawan Goju Ryu Karate become an automatic response and thereby automatic reflexes for self-defense – which are momentarily accessed without the use of the otherwise superior memory of the brain.

I have often heard the argument, that one does not get better at kumite by training kata…

It is partly correct that kumite, or free fighting, in many ways just looks like fighting and there is a big difference in being able to fight and being able to defend oneself. To fight is a very masculine way of showing strength and dominance - whilst self-defense can save your life. There are no rules when we talk about self-defense; everything is on the line, perhaps even your life. Thus, it is not a question of being able to dominate your opponent, but a question of being able to strike at the right moment, with the right technique. Kumite is more like watching two dogs fight – they fight to show dominance, not to kill each other, whilst self-defense is more like a venomous snake that waits and strikes with perfect timing – with deadly effect.

The katas are designed with self-defense in mind – not kumite, and one needs to be patient to understand kata and develop the individual techniques and oneself through the training of kata.

 

 © Tora Kan Dōjō










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mercoledì 13 luglio 2022

I Tre Tagliapietre


Un visitatore entrò nel cantiere dove nel Medioevo si stava costruendo una cattedrale. Incontrò un tagliapietre e gli disse: “Che cosa stai facendo?”. L’altro rispose di malumore: “Non vedi, sto tagliando delle pietre”. Così egli mostrava che considerava quel lavoro increscioso e senza valore. Il visitatore passò oltre e incontrò un secondo tagliapietre, anche a questo chiese che cosa faceva: “Sto guadagnando da vivere per me e per la mia famiglia”, rispose l’operaio con tono calmo, mostrando una certa soddisfazione. Il visitatore proseguì e trovando un terzo tagliapietre gli rivolse la stessa domanda. Questi rispose gioiosamente: “Sto costruendo una cattedrale”. Egli aveva compreso il significato e lo scopo del suo lavoro, si era reso conto che la sua opera era altrettanto necessaria quanto quella dell’architetto e quindi in un certo senso aveva lo stesso valore della sua, perciò eseguiva il suo lavoro volentieri, anzi con entusiasmo. 

Commento di Roberto Assagioli alla parabola:

Ricordiamo l’esempio di quel saggio operaio, riconosciamo e restiamo sempre consapevoli che, per quanto le nostre capacità sembrino limitate, per quanto sembrino modeste e umili le nostre mansioni, in realtà siamo particelle della Vita Universale, partecipiamo allo svolgimento del Piano Cosmico, siamo collaboratori di Dio. In questo modo potremo accettare ogni situazione, svolgere ogni compito volonterosamente, lietamente, con costante buonumore.

















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mercoledì 6 luglio 2022

Il duro, il morbido e l'equilibrio. (The Go, the Ju and the Balance) ITA/ENG

Articolo scritto dal Capo Istruttore mondiale IOGKF, Tetsuji Nakamura Sensei 8°dan, tratto da IOGKF Magazine di giugno 2022, reperibile qui .

Per me le caratteristiche più essenziali del nostro stile sono gli aspetti Go (duro) e Ju (morbido).

Quando cominciamo la pratica del Goju Ryu da principianti ci focalizziamo sulla parte Go (dura) dell’allenamento. Attraverso l’Hojo Undo costruiamo un corpo forte e con l’Ude Tanren lo forgiamo come acciaio. Alleniamo le tecniche di base (per lo più tecniche di pugno) per renderle forti e veloci.

La pratica del Sanchin ci insegna anche come serrare le articolazioni e contrarre i muscoli per rendere il corpo solido come una roccia (chinkuchi kakin). Poi lavoriamo duro con i Kata, focalizzando l’attenzione sulla velocità e sulla potenza. Go è un aspetto molto importante della nostra pratica.

Quando si raggiunge la cintura nera, si cominciano ad approfondire gli aspetti Ju (morbidi) del nostro stile. Insegniamo agli studenti a rilassarsi e a rendere le tecniche fluide, ad usare il Muchimi (sensazione pesante appiccicosa).

Impariamo sempre più tecniche a mano aperta sia per bloccare che per colpire. Invece delle tecniche dure di parata volte a danneggiare l’attaccante, impariamo ora come usare parate morbide per reindirizzare gli attacchi e per sfruttare il movimento e la forza dell’avversario. Quando raggiungiamo un livello più alto, eseguiamo i kata con il Muchimi, con particolare attenzione ai movimenti Ju, coordinandoli con le tecniche di respirazione.

 

Più avanziamo nella pratica più dobbiamo focalizzarci sugli aspetti Ju. Da un punto di vista mentale, dobbiamo insegnare ai nostri studenti il rispetto e le buone maniere sin dal primo giorno. Agli studenti viene insegnato a controllare le proprie capacità e le risposte in base al livello del proprio partner. All'inizio, ci assicuriamo che i nuovi studenti si confrontino fisicamente, in base al loro livello, e poco a poco aggiungiamo più intensità al loro allenamento.

Dopo molti anni di intenso allenamento, gli studenti sviluppano uno spirito forte e indomabile. Così quando si trovano ad affrontare un momento difficile nella vita, possono fare affidamento senza arrendersi su questo spirito che la pratica avrà forgiato. Il lato mentale della nostra disciplina inizia con il Ju (morbido) insegnando"Rispetto e gentilezza" e attraverso un corretto allenamento ottiene il Go, lo "Spirito indomabile".

 

Per connettere la mente e il corpo abbiamo bisogno del respiro. La respirazione è l'elemento chiave per collegare e controllare tutti gli aspetti fisici, tecnici e mentali di cui sopra. Impariamo la respirazione addominale (Tanden breathing) sia in forma dura che in forma morbida. Nel Sanchin kata, impariamo una respirazione forte e solida e nella meditazione impariamo una respirazione morbida e tranquilla. Attraverso varie tecniche, impariamo a usare il respiro per controllare le nostre capacità e il nostro stato mentale.

Questi due aspetti del nostro stile, Go e Ju, sono completamente opposti l'uno all'altro. Tuttavia, nella nostra formazione e nella nostra vita, dobbiamo trovare un equilibrio tra di loro. Questo è anche il modo in cui impariamo che ci sono sempre diversi punti di vista e differenti valori.

Dobbiamo riconoscerli e cercare di creare tra loro un buon equilibrio.

Tetsuji Nakamura Sensei
traduzione Emilio Chelini

English version

 

For me, the most important characteristics of the essence of our style are the Go (hard) and Ju (soft) aspects.

When we start Goju-Ryu training as a beginner, we focus on the Go (hard) part of the training. We practice Hojo Undo to make our body strong and Ude Tanren to make our body like a steel. We train basic skills (mainly close fist techniques) to make our techniques fast and strong.

Sanchin training also teaches us how to lock our
joints and tighten muscle to make our body like a solid rock (chinkuchi kakin). Then we work hard on our Kata with a focus on speed and power at this stage. Go is very important aspect of our style.

When students reach black belt level, we  also start learning more of the Ju (soft) part of our style. We teach students to relax and make techniques smoother, to use Muchimi (heavy sticky feeling).

We learn more open hand techniques both for blocking and striking. Instead of the hard blocking techniques to damage your attacker, we learn to use soft blocking to redirect attacks and use attackers’ movement and power against them. As you reach a more senior level, we perform kata with Muchimi, with a focus on the Ju movements co-ordinated with breathing techniques.

The more senior we become; the more we must focus on the Ju part of training. From the mental point of view, we must teach our students respect and proper manners from day one. Students will be taught to control their skills and response according to their partner’s level. At the beginning, we make sure that new students will be challenged physically, according to their level, and little by little we add more intensity to their training.

After many years of intense practice, students develop a strong and indomitable spirit. When the student is faced with a very difficult time in their lives, they can get through it without giving up by using the strong spirit they have forged. The mental side of our discipline starts with Ju (soft) learning “Respect, gentleness” and through correct training you achieve Go, the “Indomitable Spirit”.

To connect the mind and body we need the breath. Breathing is the key element to connect and control all the above physical, technical and mental aspects. We learn Tanden breathing on both hard and soft ways. In Sanchin kata, we learn hard and strong Tanden breathing, and in meditation, we learn soft and quiet Tanden breathing. Through various breathing training, we learn to use our breathing to control our skills and mental status.

These two aspects of our style, Go and Ju, are completely opposite for each other. However, in our training and lives, we must make a balance between them. This is also how we learn that there are always different viewpoints and important values in our lives.

We must recognize these and try to make a good balance between.

Tetsuji Nakamura Sensei













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venerdì 1 luglio 2022

Diventare pane ( How flour becomes bread) ITA / ENG

Il pane si fa con la farina. Il modo in cui la farina diventa pane era il suo [di Buddha] principale interesse. Se lo metti nel forno, il suo interesse era il modo in cui l’impasto diventa pane. In uguale misura il modo in cui diventiamo illuminati era il suo interesse. La persona illuminata ha un carattere perfetto e desiderabile, per se stesso e per gli altri. Questo è il carattere ideale. Come l'essere umano diventi divino era il suo interesse. Il modo in cui vari saggi nel passato sono diventati saggi era il suo principale interesse. Quindi la nostra via è mettere l’impasto nel forno più e più volte e vedere come diventa pane. Una volta che sai come l’impasto diventa pane capirai anche cos'è l'illuminazione. Quindi il modo in cui questo corpo fisico si trasforma in saggio è il nostro principale interesse. Non ci importa così cos'è la farina o cos'è l’impasto. Il saggio è il saggio. Non c'è spiegazione per la saggezza. Se ha un carattere desiderabile, è un saggio, non importa se è un saggio cristiano o un saggio buddista. Non importa. Il saggio è saggio. La spiegazione metafisica della natura fondamentale dell’uomo non è il punto. Questo tipo di pratica non può essere troppo idealista. L’effettiva pratica è ripetere ancora ed ancora finché non scopri come diventare pane. Questa è la nostra via. Non ci sono segreti nella nostra via. Solo praticare zazen e metterci nel forno - questa è la nostra via.

 

Shunryu Suzuki Roshi (da: Mente zen, mente di principiante)

 


ENGLISH VERSION
 

 

You make bread from flour. How flour becomes bread was his main interest. If you put it in oven -- how paste-like thing becomes bread was his interest. So how we become enlightened was his interest. The enlightened person is some perfect, desirable character, for himself and for others. That is the ideal character. How human being become god was his interest. How various sages in the past time became sages was his main interest. So our way is to put paste in the oven over and over again and see how it becomes bread. Once you know how the paste becomes bread you will understand what is enlightenment. So how this physical body becomes sage is our main interest. So we don't mind what is the flour or what is the paste. Sage is sage. There's no explanation for sage. If he has desirable character he is sage no matter if he is Christian sage or Buddhist sage. It doesn't matter. Sage is sage. Metaphysical explanation of human basic nature is not the point. So this kind of practice cannot be too idealistic. Actual practice is repeating over and over again until you find out how to become bread. That is our way. So there is no secret in our way. Just to practice zazen and put ourselves into the oven -- that is our way.

 

Shunryu Suzuki Roshi (Zen Mind, Beginner's Mind )














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