
L'incontro
ha visto protagonista l'artista Marco Fioramanti che ha parlato
appassionatamente della sua Arte, vissuta come pratica, nelle sue molteplici
forme espressive.
Ringraziamo
Marco Fioramanti perché ancora una volta ci ha consentito di rimarcare il legame
che intercorre tra la nostra disciplina e il mondo artistico a tutto tondo, e
ci ha mostrato, con la sua particolare esperienza di vita, l'imprenscindibile
importanza della passione e dell'entusiasmo alla base di ogni vera pratica
autentica.
Queste
le parole con cui Sensei Paolo Taigō Spongia, insegnante del Tora Kan Dōjō ha
introdotto la serata e presentato Marco Fioramanti:

Quest’incontro
è organizzato a cura della Sezione di Studio e Pratica Zen del nostro Dojo e si
inserisce nell’ambito delle lezioni che abbiamo denominato ‘Bun Bu Ryōdo’.
Bun,
sta per cultura, letteratura, ovvero la coltivazione della mente e del cuore,
Bu, sta per guerriero, formazione guerriera, Ryōdo significa sono
complementari.
Ringrazio
Marco per aver accettato il nostro invito e averci onorato con la sua presenza.
Marco
Fioramanti è un artista interdisciplinare.
Sperimenta
nelle sue creazioni artistiche differenti materiali, attingendo a simbologie e
riti, recuperando segni, componenti e riti d'iniziazione delle culture
extra-europee.
La
sua espressione artistica si esprime in differenti ambiti: dalla pittura alle
installazioni, performance, teatro, poesia ed editoria (è art director in una
casa editrice ed ha una rivista d'arte lui stesso, NIGHT ITALIA,
glamour/underground, referente europeo della rivista newyorkese NIGHT Mag di
Anton Perich con Andy Warhol)
Proprio
la sua attività editoriale ha offerto l’occasione del nostro incontro.

Il
filo conduttore del suo lavoro artistico può essere identificato nello svelare
l’alone metafisico che avvolge ogni gesto quotidiano, e il gesto artistico che
diventa parte dell’azione quotidiana.
Così
nella pratica Zen ogni gesto quotidiano richiama ad una dimensione che lo
ricollega all’ordine universale.
Anche
l’azione più intima e apparentemente banale richiama l’espressione di una mente
cosmica non ridotta alle egoistiche esigenze del singolo.
Espressione
dell’essere e del fare che lo Zen definisce come ‘il modo infinito di fare cose
finite’.
Il
gesto quotidiano diventa dunque partecipazione dell’uomo alla continua creazione
del mondo.
Affinare
il gesto diventa dunque arte, la vita stessa come opera d’arte.
L’altro
aspetto che lega la ricerca artistica di Marco con la nostra pratica è la
‘disciplina’ , la ricerca della pienezza attraverso la pratica quotidiana.
Nello
Zen si afferma: Shū Shō ichinyō : Pratica e realizzazione coincidono.
Il
suo legame artistico nello specifico legato al Giappone avviene attraverso
l'elaborazione del giardino zen e la pratica degli Haiku.
Scrissi
questa dedica a Marco in occasione dell’uscita del numero 10 di night Italia a
lui dedicato:

Questa
sera Marco ci racconterà come nascono i suoi lavori, le sue performance, e in
particolare la costruzione dei suoi haiku."
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Questo blog non rappresenta una testata giornalistica
in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale
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