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martedì 29 settembre 2020
Le mani compiono dei riti
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sabato 26 settembre 2020
Con tutto l'Amore che puoi
E l'altro, invece di essere un dono, un regalo, sarà solo un palliativo per la nostra mancanza di amore.
Per favore, non perdere tempo, siediti con tutto l'amore che puoi.
E quando questo amore ti ha riconciliato con la tua vita, può allora inondare il mondo.
Senza aspettarti nulla in cambio.
Lascia che la meditazione sia quello sguardo amorevole di te stesso su te stesso.
L'amore che danza nella gioia, l'amore che guarisce le ferite, l'amore che accetta e dimentica gli errori, l'amore del giubilo dei tuoi talenti, l'amore che illumina questo corpo così com'è, questa storia che è tua, così com'è.
mercoledì 23 settembre 2020
Kafka e la bambola
A 40 anni Franz Kafka (1883-1924) che non si è mai sposato e non aveva figli, passeggiava per il parco di Berlino quando incontrò una giovane ragazza che piangeva perché aveva perso la sua bambola preferita.
Lei e Kafka cercarono la bambola senza successo.
Kafka le disse di incontrarsi lì il giorno dopo e che sarebbero tornati a cercarla.
Il giorno dopo, quando non avevano ancora trovato la bambola, Kafka diede alla ragazza una lettera " scritta " dalla bambola che diceva: " per favore non piangere. Ho fatto un viaggio per vedere il mondo. Ti scriverò delle mie avventure."
Così iniziò una storia che proseguì fino alla fine della vita di Kafka.
Durante i loro incontri Kafka leggeva le lettere della bambola accuratamente scritte con avventure e conversazioni che la ragazza trovava adorabili.
Infine, Kafka le riportò la bambola (ne comprò una) che era tornata a Berlino.
"non assomiglia affatto alla mia bambola", disse la ragazza.
Kafka le consegnò un'altra lettera in cui la bambola scriveva: " i miei viaggi, mi hanno cambiato."
La ragazza abbracciò la nuova bambola e la portò tutta felice a casa.
Un anno dopo Kafka morì.
Molti anni dopo, la ragazza oramai adulta trovò una letterina dentro la bambola.
Nella minuscola lettera firmata da Kafka c‘era scritto:
" tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l'amore tornerà in un altro modo."
© Tora Kan Dōjō
sabato 19 settembre 2020
Diventate amici del mondo
Vivi come un amico. Ma per poter diventare amici del mondo e degli esseri, dobbiamo coltivare questa qualità nella nostra mente. Nel nostro spirito.
Il desiderio gioioso che l'amico a cui presta attenzione sia felice e che la sua vita sia colma di bene.
Diventa amico di esseri e cose senza distinzioni.
Versione originale:
mercoledì 16 settembre 2020
Lo Spirito della Sesshin
Taizan Maezumi Roshi |
“Che cos’è lo spirito?” È uno dei termini più ambigui che esistano.
(Traduzione a cura di Arianna Carlesi)
C'est devenir véritablement un avec l'Esprit.
Il existe un très beau passage de Dôgen zenji sur l'Esprit. Il dit : "L'Esprit, c'est les montagnes, les rivières, les arbres et l'herbe. L'Esprit, c'est le soleil, la lune et les étoiles." Ce qui veut dire que l'univers entier est l'esprit lui-même. Et nous en faisons partie.
Nous pensons que nous avons un esprit. D'accord, mais qu'est-ce que c'est ? Quel est cet esprit dont parle Dôgen zenji ? Qu'est-ce que l'esprit universel ? Unir tous ces esprits, relier notre esprit à l'Esprit de l'univers, tel est le sens de sesshin. Nous nous identifions à l'esprit universel, à l'esprit de Bouddha. Tel est le sens de sesshin. Nous faisons zazen. En zazen, nous réalisons l'unité d'un tel Esprit. Nous nous identifions à l'Esprit universel, à l'esprit de Bouddha. Tel est le sens de sesshin.
De plus, nous transmettons, nous recevons, nous devenons réellement conscients de cet état d'identité de notre esprit, de notre existence elle-même et de celle de toutes choses. C'est également le sens de sesshin.
Setsu signifie également "contrôler", "ajuster" ou "assimiler". Habituellement notre conscience est très occupée, courant toujours dans tous les sens comme un singe excité. Notre esprit est ainsi. Quelqu'un dit quelque chose, nous sommes attirés et nous disons : "C'est une très bonne idée, voilà une bonne façon d'agir." Et puis quelqu'un dit autre chose et nous disons : "Oh! C'est mieux, faisons comme ça." Ainsi nous nous débattons sans cesse même pour une petite décision. Notre conscience est toujours très instable, donc la contrôler, l'ajuster et la faire fonctionner correctement est une autre signification pour sesshin.
La raison en est simple.
Quel que soit notre état de conscience, cet esprit est en fait déjà uni à toute chose, relié à tout, un avec tout. C'est pourquoi nous disons : "Tous les êtres vivants sont originellement des bouddhas". Et puisque nous sommes originellement des bouddhas, nous sommes déjà dans l'état de l'esprit de Bouddha.
La seule chose que nous avons à faire est de le laisser être.
C'est notre conscience egocentrique qui empêche cet esprit de Bouddha d'agir comme tel. En raison de cette conscience de l'ego, qui est un esprit très partial, limité, incontrôlé et déréglé, nous sommes confus. Essayer de calmer cet esprit déréglé et sauvage, tel est le sens de sesshin.
© Tora Kan Dōjō
sabato 12 settembre 2020
Nel Budō non esiste avversario
Colui che ci fronteggia nel combattimento del Budō è un ‘concorrente’, un ‘collaboratore’ che con la sua abilità ci mette in difficoltà perchè noi si possa esplorare profondamente noi stessi nella connessione con l’alterità.
Si cerca dunque un ‘opponente’ il più coraggioso e valido possibile e ci si augura che possa esprimere al meglio le sue capacità.
Niente di più lontano dalla miserabile ricerca della vittoria a tutti i costi che caratterizza lo sport, compreso il karate-sport.
Un altro mondo, un’altra dimensione.
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In Japanese Budō does not exist a term like ‘opponent’ neither in Shiai.
The one who is in front of us in the Budō fighting is a ‘concurrent’, a ‘contributor’ who with his skills let us face difficoulties that permit us top explore deeply ourselves and our connection with otherness.
Then we should search for a ‘concurrent’ the most brave and skilled possible and we wish him to be at the best of his abilities.
Nothing more far from the miserable research of the victory at any cost typical of the sport, also of karate-sport.
An other world, an other dimension.
© Tora Kan Dōjō
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martedì 8 settembre 2020
Impara a vivere nei tuoi incubi
Devi essere in grado di essere a tuo agio in situazioni di disagio.
Devi essere capace di vivere nel tuo peggior incubo.
L'arte marziale ti pone totalmente nel momento in cui devi essere completamente concentrato nel trovare la soluzione al problema.
Questo allena la mente a sviluppare tale concentrazione, a migliorare la tua consapevolezza, la tua capacità di risolvere problemi.
Non puoi vincere.
Ma questo non ha niente a che fare con l'essere sconfitto."
Rickson Gracie
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