Buon Inizio di Settimana
lunedì 28 novembre 2011
lunedì 21 novembre 2011
martedì 15 novembre 2011
La Verità...esperienza diretta di ogni attimo
Pubblichiamo l'articolo che ci ha inviato Roberto Taihō Tavella, in risposta all' articolo 'La Verità è una Terra senza Sentieri' pubblicato il 3 Novembre 2011 sul nostro Blog, che riportava integralmente il discorso con cui Krishnamurti sciolse l’Ordine della Stella.
Roberto Taihō Sensei è stato per anni condiscepolo di Paolo Taigō Sensei nel Cammino dello Zen e, oggi, la loro amicizia ed esperienza si sta trasformando in un’occasione di collaborazione e condivisione che sta aprendo nuove, interessanti, prospettive.
Caro Paolo Taigō, ho letto con emozione la dichiarazione pronunciata da Krishnamurti per sciogliere, nell’agosto del 1929, l’Ordine della Stella, che appare sul tuo blog.
Trovo che le sue parole, i motivi che sostengono la sua decisione siano esemplari e che spingano alla riflessione ancor di più le persone che,come tu ed io , ad un certo punto della loro vita, hanno inteso entrare a far parte di un Ordine religioso, nel nostro caso il Sōtō Zen, che, come tutto il Buddhismo, fa della dinamica maestro-discepolo una delle basi del suo tramandamento, della tradizione.
Alla luce di questo, se posso dare un contributo, vorrei mettere in valore l’importanza di un approccio critico, anche nei confronti di un impianto come quello della religione organizzata, nei confronti del quale l’esercizio della critica, tra entusiasmi superficiali e diffidenze precostituite, rischia spesso di apparire inadeguato.
La critica invece, come dice Paolo Napoli, introducendo e traducendo una conferenza sul tema, tenuta da Michel Foucault nel maggio ’78 alla Sorbona, “è una forma di vita che caratterizza l’autonomia etica di ogni individuo, il lavoro progettuale di un’esistenza. Sottratta alla rigidità del metodo, essa resta l’esperienza pratica in cui concepire l’esercizio della libertà,”
O, per dirla con Kant : “il nucleo originario della critica rinvia a quel fascio di rapporti in cui si intessono i problemi del potere, della verità e del soggetto”.
Problemi che mi sembrano centrali anche nelle parole di Krishnamurti; c’è il rapporto del soggetto con la verità, una verità manifesta nei suoi effetti di potere ed un potere coi suoi discorsi di verità.
Nel ripercorrere la storia dell’atteggiamento critico, Foucault segue un percorso che evidenzia come “la pastorale cristiana, o la Chiesa cristiana, nella sua attività precisamente e specificamente pastorale, ha sviluppato questa idea – singolare e completamente estranea alla cultura antica – secondo la quale ogni individuo, indipendentemente dall’età, dalla condizione, per tutta la vita e perfino nelle sue azioni più minute, deve essere governato e lasciarsi governare, vale a dire farsi dirigere verso la salvezza da qualcuno al quale sia legato da un rapporto globale e al tempo stesso particolareggiato, articolato, di obbedienza.
E quest’opera di conduzione alla salvezza in un rapporto di obbedienza a qualcuno deve avvenire nel rispetto di un triplice ordine di verità : verità intesa come dogma; verità perché questa direzione implica un certo modo di conoscere gli uomini in forma particolare e individualizzante; e infine verità perché questa direzione si dispiega come tecnica consapevole che richiede regole generali, conoscenze particolari, precetti, metodi d’esame, confessioni, colloqui ecc.
Dopo tutto non bisogna dimenticare che quel che per secoli nella Chiesa greca si è chiamato Technè Technôn e nella Chiesa romana Ars Artium, era proprio la direzione di coscienza, “l’arte di governare gli uomini”.
Arte di governare che nel tempo si espande e si laicizza, moltiplicandosi poi in diversi ambiti : come governare i bambini, come governare poveri e mendicanti, i diversi, una famiglia, una casa, come governare gli eserciti, i differenti gruppi, le città, gli Stati e, per tornare al tema del soggetto, come governare, ad esempio, il proprio corpo e il proprio spirito.
Se quindi il governo indica tutto un sistema attraverso il quale, all’interno di una pratica sociale o religiosa, si tratta di assoggettare gli individui mediante meccanismi di potere che si applicano a una verità, nasce l’esigenza di far nascere l’arte di non essere eccessivamente governati.
Per chi come noi, che teniamo all’Insegnamento di Buddha Shakyamuni , ha a cuore l’emancipazione dell’uomo, la verità non è qualcosa che si desidera, da possedere; è l’esperienza diretta di ogni attimo e pertanto non può essere utilizzata od essere organizzata da nessuno, comprese le Chiese e le loro gerarchie.
La libertà spirituale prevede lo svilupparsi di una certa autonomia dell’individuo, di modo che il suo rapporto con la verità non rappresenti più un rapporto di potere.
Il problema, se mai, diventa come possa quel soggetto, parte integrante della dinamica soggetto-verità-potere, soggetto che si costituisce attraverso verità, come possa, dicevo, essere semplicemente verità, salire come dice Krishnamurti verso di essa senza abbassarla alla propria verità, quella di voler essere, di voler esistere.
Aggiungo un altro aspetto critico che riguarda un europeo, bianco, occidentale che si rivolge come noi ad una tradizione giapponese, e che, oltre a risentire delle conseguenze della nostra storia che, come detto prima, per mano della Chiesa, poi in ambito sociale, ci modella ad essere governati, si trova ad avere a che fare con lo spirito di devozione che permea profondamente i rapporti gerarchici giapponesi e, massimamente, il rapporto maestro-discepolo.
Un rapporto che nelle situazioni d’origine e nei secoli è stato metabolizzato e digerito a dovere come cosa normale, mentre da noi a volte condotto in modo enfatico e drammatizzato rischia di esporsi a giochi di potere.
Considerando che “non vi è umanità senza società” (Henry Bergson), vista cioè la condizione di animale sociale dell’uomo, la società, la comunità è ambito privilegiato dove formare, educare (i Buddhisti prendono rifugio nel Buddha : il maestro – nel Dharma : la legge che governa tutto – nel Sangha : la comunità, quanto allargata è da vedere ..)
Se le religioni, i religiosi hanno a cuore le sorti dell’uomo, di quale uomo si tratta ? Quello della propria famiglia, del proprio gruppo, della propria religione, della stessa nazione, schieramento, i cui interessi rischiano se non di confliggere, almeno di divergere tra loro e con altri gruppi, religioni, nazioni ecc. ?
La religione, come ogni altra cosa organizzata dagli uomini, con le sue regole, i suoi precetti, le sue verità, rischia di stabilire differenze, criteri, valutazioni che ancora una volta conferiscono realtà all’individuo che ne fa parte, ai suoi pensieri ed azioni.
Persino il rito, cioè l’azione, essenza della religione, sua prassi, ambito che dovrebbe trovarsi al riparo da qualunque atto di volontà e gioco di verità, viene coinvolto.
Abbiamo visto come in certa interpretazione del Buddhismo Zen, dove l’azione dovrebbe essere azione totale al punto da poter essere definita non-azione, possa accadere che si ricerchi prestigio personale da una performance che diviene quasi sportiva e dove c’è chi è bravo e sa come si fa a dispetto di chi non sa o dove si approfitta di gerarchie di anzianità penalizzando la realizzazione delle persone.
Concludo con la mia certezza che uomini resi più autonomi dallo spirito critico del Fare Chiarezza (l’Aufklärung di Kant) siano i migliori per dare vita a comunità (di varie tipologie) non dominate da delle verità o da una verità, ma adatte a creare visioni e cercare di realizzarle.
Un abbraccio.
Roberto Taihō
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lunedì 14 novembre 2011
lunedì 7 novembre 2011
giovedì 3 novembre 2011
La Verità è una Terra senza Sentieri
Pubblichiamo integralmente il Discorso che Jiddu Krishnamurti fece a Ommen, in Olanda, il 2 Agosto del 1929 in occasione del convegno annuale dell’Ordine della Stella.
In quell’occasione, di fronte a tremila aderenti, Krishnamurti sciolse l’Ordine.
Le sue considerazioni sono estremamente valide ed attuali oggi e devono far riflettere sulle derive che la pratica religiosa assume quando diventa istituzione finalizzata alla ricerca e al mantenimento di consenso e di potere.
Nessuna Tradizione religiosa è esente da questi rischi allorquando la vocazione religiosa, da sempre espressione di rivoluzionaria libertà affrancata dalla ricerca di fama e profitto, diviene strumento di autoaffermazione e diritto di casta.
La domanda da porci, momento per momento, come fa Krishnamurti è:
in che misura la nostra pratica ci ha reso piu' liberi, piu' grandi, piu' pericolosi per qualsiasi societa' che si basi sulla falsita' e su quello che non e' essenziale?
Solo coloro che saranno in grado di rispondere a questa domanda positivamente potranno condividere il loro percorso nei termini che ha ben espresso Krishnamurti:
Coloro che vogliono veramente capire, che si preoccupano di trovare quello che e' eterno, senza principio e senza fine, cammineranno insieme con una intensita' ancora piu' grande e costituiranno un pericolo per tutto quello che non e' essenziale, per le immaginazioni, per le ombre. Ed essi si raduneranno e diventeranno una fiamma, perche' avranno capito. È un simile organismo che noi dobbiamo creare ed e' questo il mio scopo. Essendoci vera comprensione ci sara' vera amicizia. E da questa amicizia - che voi non sembrate conoscere - nascera' una vera cooperazione da parte di ciascuno, non imposta da un'autorita', dal desiderio di salvezza o dal sacrificio per una causa, ma ci sara' cooperazione perche' avrete veramente capito e quindi sarete capaci di vivere nell'eterno. Questo e' qualcosa di ben piu' grande di qualsiasi piacere, di qualsiasi sacrificio.
Taigō
Discorso di scioglimento dell'Ordine della Stella
(La Verita' e' una terra senza Sentieri)
di Jiddu Krishnamurti
(La Verita' e' una terra senza Sentieri)
di Jiddu Krishnamurti
Questa mattina dobbiamo discutere lo scioglimento dell'Ordine della Stella.
Molti ne saranno felici, altri invece si rattristeranno. Ma non si tratta di
rallegrarsi o di rattristarsi: e' qualcosa di inevitabile, e vi spieghero' il perche'.
Forse vi ricordate di questa storiella: il diavolo e un suo amico stavano
camminando per la strada, quando videro davanti a loro un uomo che si
chinava a raccogliere una cosa, la guardava e poi se la metteva in tasca.
L'amico chiese al diavolo: "Che cosa ha raccolto quell'uomo?" "Ha raccolto
la Verita'", rispose il diavolo. "Allora questo e' un brutto affare per te",
disse l'amico. "Oh, niente affatto", replico' il diavolo, "Io gliela faro' organizzare!"
Io sostengo che la Verita' e' una terra senza sentieri, e non potete
accostarvici percorrendo un sentiero, appartenendo a una religione o a una
setta. Questo e' il mio punto di vista, che io sostengo in modo assoluto e
incondizionato. La Verita', essendo senza limiti, incondizionata,
inaccostabile qualunque via si segua, non si puo' organizzare; ne' si
dovrebbe formare un'organizzazione per guidare la gente o per costringerla a
seguire una determinata via. Se cominciate a capire questo, allora
riuscirete a vedere come sia impossibile dare ad una fede una struttura
organizzata. Una fede e' una faccenda puramente individuale e voi non potete
e non dovete organizzarla. Se lo fate, la fede si spegne, si cristallizza;
diventa un credo, una setta, una religione da imporre agli altri. E' questo
che tutti stanno tentando di fare ovunque nel mondo. La Verita' viene
sminuita, trattata come un giocattolo da coloro che sono deboli e che si
sentono provvisoriamente insoddisfatti. La Verita' non puo' essere
trascinata in basso, è piuttosto l'individuo che deve fare lo sforzo di
salire ad essa. Non si puo' portare a valle la cima della montagna. Se si
vuole raggiungere la cima si deve passare attraverso la valle, arrampicarsi
su per i ripidi pendii, senza temere il pericolo dei precipizi. Ci si deve
inerpicare fino alla Verita', che non puo' essere "fatta scendere" fino a
voi, non puo' essere organizzata per voi. Sono soprattutto le organizzazioni
che sostengono l'interesse per un'idea, ma le organizzazioni risvegliano
l'interesse dal di fuori. L'interesse che non nasce dal puro e semplice
amore per la Verita', ma che viene stimolato da un'organizzazione, non ha
alcun valore. L'organizzazione diventa una struttura nella quale i membri si
sentono a loro agio. Questi non si sforzano piu' di raggiungere la Verita',
di salire sulla cima della montagna, ma si scavano una comoda nicchia ove
adagiarsi, oppure lasciano che sia l'organizzazione a sistemarli, convinti
come sono che sara' l'organizzazione a condurli alla Verita'.
È questa la prima ragione, dal mio punto di vista, per sciogliere l'Ordine
della Stella. Nonostante questo, e' probabile che formerete altri Ordini,
che continuerete a far parte di altre organizzazioni alla ricerca della
Verita'. Io non voglio appartenere ad alcuna organizzazione di tipo
spirituale, vi prego di capirlo. Potrei servirmi di un'organizzazione per
andare a Londra, per esempio; in questo caso si tratterebbe di
un'organizzazione del tutto diversa, esclusivamente tecnica, come la posta o
il telegrafo. Per viaggiare userei un'automobile o una nave; questi sono
solo meccanismi fisici che non hanno niente a che fare con la spiritualita'.
Ancora una volta sostengo che nessuna organizzazione puo' condurre l'uomo alla spiritualita'.
Se si crea un'organizzazione a questo scopo, diventa una stampella, una
debolezza, una schiavitu' che paralizza l'individuo, impedendogli di
crescere e di affermare la sua unicita', che consiste nello scoprire per
conto proprio quella Verita' assoluta, incondizionata. Questa e' un'altra
ragione per cui ho deciso di sciogliere l'Ordine, dato che ne sono il capo.
Nessuno mi ha spinto a prendere questa decisione.
Non si tratta di un atto eccezionale, perche' io non voglio avere seguaci, e
lo dico sul serio. Dal momento in cui seguite qualcuno smettete di seguire
la Verita'. A me non interessa se state attenti a quello che dico oppure no.
Io voglio fare una determinata cosa al mondo e intendo farla con una
concentrazione incrollabile. A me interessa solo una cosa fondamentale:
rendere l'uomo libero. Desidero liberarlo da tutte le gabbie, da tutte le
paure, e non voglio fondare nuove religioni, nuove sette, ne' costruire
nuove teorie e nuove filosofie. E allora voi naturalmente mi chiederete
perche' me ne vado per il mondo a parlare continuamente. Vi diro' per quale
ragione lo faccio: non perche' desidero avere un seguito, non perche'
desidero avere un gruppo speciale di discepoli particolari. Come piace agli
uomini distinguersi dai loro simili, per quanto ridicola, assurda e meschina
possa essere la cosa che li distingue! Non voglio incoraggiare una simile
assurdita'. Io non ho discepoli, non ho apostoli ne' sulla terra ne' nel
regno spirituale.
Non sono ne' la lusinga del denaro, ne' il desiderio di vivere una vita
agiata che mi attirano. Se volessi vivere una vita comoda non
parteciperei a un Campo, ne' vivrei in un paese umido! Sto parlando in tutta franchezza perche' voglio che questo sia chiaro una volta per tutte. Non voglio
trascinarmi dietro anno dopo anno queste discussioni puerili. Un giornalista
che mi ha intervistato riteneva che fosse un atto eccezionale quello di
sciogliere un'organizzazione che conta migliaia e migliaia di aderenti.
Per lui si e' trattato di un atto veramente straordinario, e mi ha chiesto:
"E ora che cosa fara'? Come vivra'? Non avra' piu' un seguito, la gente non
l'ascoltera' piu'". Se ci saranno anche solo cinque persone disposte ad
ascoltare, disposte a vivere e a volgere il loro sguardo verso l'eternita',
questo bastera'. A che servono migliaia di persone che non capiscono,
che sono totalmente imbalsamare nei loro pregiudizi, che non vogliono il
nuovo ma piuttosto preferirebbero adattarlo ai loro egoismi sterili e stagnanti?
Se parlo cosi' energicamente, vi prego, non fraintendetemi, non e' per
mancanza di compassione. Se andate da un chirurgo per farvi operare,
non e'forse un atto di bonta' da parte sua operarvi anche se vi fara' male?
Cosi',alla stessa stregua, se parlo con franchezza non e' per mancanza di vero
affetto, al contrario.
Come ho gia' detto, il mio scopo e' uno solo: rendere l'uomo libero,
spingerlo verso la liberta', aiutarlo a sottrarsi alle sue limitazioni,
perche' solo questo gli dara' eterna felicita', gli permettera' di
realizzare completamente il proprio se'.
Poiche' io sono libero, incondizionato, intero - non sono una parte, il
relativo, ma la verita' nella sua interezza, che e' eterna - desidero che
quelli che cercano di capirmi siano liberi, non che mi seguano, non che
facciano di me una gabbia, che diventera' una religione, una setta.
Dovrebbero invece liberarsi da tutte le paure - dalla paura della
religione,dalla paura della salvezza, dalla paura della spiritualita', dalla
paura dell'amore, dalla paura della morte, dalla paura della vita stessa.
Come un artista dipinge perche' trova diletto nella pittura, perche' e' il suo modo
di esprimersi, perche' per lui dipingere e' una cosa stupenda, lo fa
star bene, cosi' io faccio questo, e non lo faccio perche' voglio qualcosa
da qualcuno.
Voi siete abituati all'autorita' o all'atmosfera di autorita', che pensate
possa condurvi alla spiritualita'. Pensate e sperate che un altro
possa, con i suoi straordinari poteri - con un miracolo - trasportarvi nel regno
dell'eterna liberta' che e' Felicita'. Tutta la vostra concezione della vita
si basa su questo genere di autorita'.
Ormai mi state ascoltando da tre anni, senza che in voi sia avvenuto alcun
mutamento, fatta eccezione per pochi. Ora esaminate quello che dico, siate
critici, in modo che possiate capire completamente, a fondo. Quando cercate
un'autorita' che vi guidi spiritualmente, siete automaticamente costretti a
costruire un organizzazione intorno a quell'autorita'. E proprio
l'organizzazione che avete creato, perche' secondo voi dovrebbe servire a
quell'autorita' per guidarvi verso la spiritualita', vi chiudera' in gabbia.
Se parlo apertamente, vi prego di ricordarvi che non lo faccio per durezza,
ne' per crudelta', ne' perche' mi lascio trascinare dall'entusiasmo per il
mio scopo, ma perche' voglio che voi comprendiate quello che sto dicendo. E'
per questa ragione che siete qui, e sarebbe una perdita di tempo se non
spiegassi con chiarezza e con decisione il mio punto di vista.
Da diciotto anni vi state preparando a questo evento, all'Avvento del
Maestro del Mondo. Da diciotto anni vi siete organizzati, avete cercato
qualcuno che riempisse di nuova gioia il vostro cuore e la vostra mente, che
trasformasse completamente la vostra vita, che vi conducesse a un nuovo modo
di capire; qualcuno che vi elevasse a un nuovo piano di vita, che vi desse
un nuovo incoraggiamento, che vi rendesse liberi. E ora guardate che cosa
sta accadendo!
Riflettete, ragionate dentro di voi per scoprire in che modo quella fede vi
ha resi diversi - non parlo della differenza superficiale che consiste nel
portare un distintivo, cosa meschina e assurda. In che modo questa fede ha
spazzato via tutte le cose che non sono essenziali nella vita? È questo il
solo modo di giudicare: in che misura siete piu' liberi, piu' grandi, piu'
pericolosi per qualsiasi societa' che si basi sulla falsita' e su quello che
non e' essenziale? In che modo i membri di questa Organizzazione della
Stella sono cambiati interiormente?
Come dicevo, per diciotto anni vi siete preparati per aiutarmi. Non mi
importa che voi crediate o meno che io sia il Maestro del Mondo; questa e'
veramente una cosa di poco conto. Dal momento che appartenete
all'Ordinedella Stella, avete dato il vostro consenso e la vostra energia perche'
fosse riconosciuto che Krishnamurti e' il Maestro del Mondo: questa vostra
partecipazione e' stata totale da parte di coloro che veramente cercano
mentre e' stata solo parziale da parte di quelli che si accontentano di
mezze verita'.
Vi siete preparati per diciotto anni, e guardate quante difficolta' sono
sorte sul cammino della vostra comprensione, quante complicazioni, quante
meschinita'. I vostri pregiudizi, le vostre paure, le vostre autorita', le
vostre chiese vecchie e nuove, tutto questo, io affermo, costituisce la
barriera che vi impedisce di capire. Non posso esprimermi piu' chiaramente
di cosi'. Non voglio che voi siate d'accordo con me, non voglio che voi mi
seguiate, voglio che voi capiate che cosa sto dicendo.
Questa comprensione e' necessaria perche' la vostra fede non vi ha
trasformato, ma vi ha solo causato delle complicazioni; e perche' non siete
disposti a guardare le cose come stanno. Volete avere i vostri dei; volete
nuovi dei al posto dei vecchi, volete nuove religioni, nuove forme di culto
al posto di quelle che avevate prima, ma che sono altrettanto senza valore:
sono tutte barriere, limitazioni, grucce. Al posto delle antiche distinzioni
spirituali, ora ne avete delle nuove; al posto delle antiche forme di culto,
ora avete i vostri nuovi culti. Tutti voi dipendere da qualcuno per la
vostra spiritualita', dipendete da qualcuno per la vostra felicita',
dipendete da qualcuno per la vostra illuminazione; e, sebbene siano
ormai diciotto anni che vi state preparando per me, quando dico che tutte quelle
cose non sono necessarie, che dovete metterle da parte e cercare dentro di
voi la luce, lo splendore, la purificazione, l'incorruttibilita' del se',
non uno di voi e' disposto a farlo. O forse alcuni, ma molto molto pochi.
Allora, perche' avere un'organizzazione?
Perche' devono esserci persone false ed ipocrite che seguano me,
l'incarnazione della Verita'? Vi prego, ricordatevi che non vi sto parlando
duramente o in modo scortese, ma siamo arrivati a una situazione nella quale
dovete guardare le cose come sono. L'anno scorso ho detto che non sarei
sceso a compromessi. Pochissimi mi ascoltarono allora. Quest'anno mi sono
espresso con assoluta chiarezza. Non so quante migliaia di persone in tutto
il mondo, che appartengono all'Ordine, per diciotto anni abbiano continuato
a prepararsi per me: tuttavia, ora, non sono disposte ad ascoltare
incondizionatamente, totalmente, quello che dico.
Allora, perche' avere un'organizzazione?
Come ho gia' detto, il mio scopo e' rendere l'uomo incondizionatamente
libero, perche' sostengo che l'unica spiritualita' e' l'incorruttibilita'
del se' che e' eterno, che e' armonia fra ragione e amore. È questa la
Verita' assoluta, incondizionata, che e' la Vita stessa. Percio' voglio
rendere l'uomo libero, gioioso come un uccello nel cielo sereno voglio
sgravarlo del suo carico, renderlo indipendente, capace di vivere l'estasi
di quella liberta'. Ora io, per il quale vi siete preparati per diciotto
anni, vi dico che dovete essere liberi da tutte le complicazioni, da tutti
gli impedimenti. Per farlo, non avete bisogno di un'organizzazione che si
basa su una fede spirituale. A che serve avere un'organizzazione per cinque
o dieci persone al mondo che capiscono, che lottano, che hanno messo da
parte tutte le cose non essenziali? E per quelli che sono deboli non c'e'
organizzazione che possa aiutarli a trovare la Verita', perche' la Verita'
e' in ognuno di noi; non e' lontana, non e' vicina: e' li, in eterno.
Le organizzazioni non vi possono dare la liberta'. Nessuno, dall'esterno,
puo' rendervi liberi; un culto organizzato non vi liberera', ne' vi servira'
sacrificarvi per una causa, radunarvi in un'organizzazione o buttarvi a
capofitto in qualche attivita'. Per scrivere una lettera usate una macchina
per scrivere, ma questa poi non la mettete su un altare per adorarla.
Eppure e' proprio cosi' che fate quando le organizzazioni diventano la vostra
preoccupazione principale. "Quanti sono gli iscritti all'Organizzazione? ".
È la prima domanda che mi rivolgono i giornalisti. "Quanti seguaci ha lei?
Dal loro numero giudicheremo se quello che lei dice e' vero o falso". Io non
so quanti siano. Non mi interessa. Come ho gia' detto, se anche un solo uomo
avesse ottenuto la liberta' sarebbe sufficiente.
Voi vi siete fatta l'idea che solo certe persone posseggano la chiave del
Regno della Felicita'. Nessuno ce l'ha. Nessuno ha l'autorita' di possedere
questa chiave. Questa chiave e' voi stessi, e solo nello sviluppo, nella
purificazione, nell'incorruttibilita' del vostro se' e' il Regno
dell'Eternita'. Allora vedrete quanto e' assurda tutta la struttura che
avete costruito per cercare aiuto dall'esterno, dipendendo dagli altri per
ottenere il vostro benessere, la vostra felicita', la vostra forza. Tutto
questo potete trovarlo solo dentro di voi.
Allora, perche' avere un'organizzazione?
Vi siete abituati a sentirvi dire a che punto siete arrivati, qual e' la
vostra situazione spirituale. Com'e' puerile! Chi puo' dirvi, all'infuori di
voi, se siete belli o brutti interiormente? Chi all'infuori di voi puo'
dirvi se siete incorruttibili? Non siete seri, in queste cose.
Allora, perche' avere un'organizzazione?
Coloro che vogliono veramente capire, che si preoccupano di trovare quello
che e' eterno, senza principio e senza fine, cammineranno insieme con una
intensita' ancora piu' grande e costituiranno un pericolo per tutto quello
che non e' essenziale, per le immaginazioni, per le ombre. Ed essi si
raduneranno e diventeranno una fiamma, perche' avranno capito. È un simile
organismo che noi dobbiamo creare ed e' questo il mio scopo. Essendoci vera
comprensione ci sara' vera amicizia. E da questa amicizia - che voi non
sembrate conoscere - nascera' una vera cooperazione da parte di ciascuno,
non imposta da un'autorita', dal desiderio di salvezza o dal sacrificio per
una causa, ma ci sara' cooperazione perche' avrete veramente capito e quindi
sarete capaci di vivere nell'eterno. Questo e' qualcosa di ben piu' grande
di qualsiasi piacere, di qualsiasi sacrificio.
Dunque, queste sono alcune delle ragioni per cui, dopo aver riflettuto
attentamente per due anni, ho preso questa decisione. Non e' una decisione
che nasce da un impulso momentaneo. Nessuno mi ha persuaso a prenderla: su
cose del genere non mi lascio convincere da nessuno. Per due anni ci ho
pensato sopra con calma, con scrupolo, con pazienza, e ora ho deciso di
sciogliere l'Ordine, dato che ne sono il capo. Voi potete costituire altre
organizzazioni e aspettare qualcun'altro. Questo non mi interessa, come non
mi interessa creare nuove gabbie o nuove decorazioni per queste gabbie. Il
mio unico interesse e' quello di rendere gli uomini assolutamente, incondizionatamente liberi.
Molti ne saranno felici, altri invece si rattristeranno. Ma non si tratta di
rallegrarsi o di rattristarsi: e' qualcosa di inevitabile, e vi spieghero' il perche'.
Forse vi ricordate di questa storiella: il diavolo e un suo amico stavano
camminando per la strada, quando videro davanti a loro un uomo che si
chinava a raccogliere una cosa, la guardava e poi se la metteva in tasca.
L'amico chiese al diavolo: "Che cosa ha raccolto quell'uomo?" "Ha raccolto
la Verita'", rispose il diavolo. "Allora questo e' un brutto affare per te",
disse l'amico. "Oh, niente affatto", replico' il diavolo, "Io gliela faro' organizzare!"
Io sostengo che la Verita' e' una terra senza sentieri, e non potete
accostarvici percorrendo un sentiero, appartenendo a una religione o a una
setta. Questo e' il mio punto di vista, che io sostengo in modo assoluto e
incondizionato. La Verita', essendo senza limiti, incondizionata,
inaccostabile qualunque via si segua, non si puo' organizzare; ne' si
dovrebbe formare un'organizzazione per guidare la gente o per costringerla a
seguire una determinata via. Se cominciate a capire questo, allora
riuscirete a vedere come sia impossibile dare ad una fede una struttura
organizzata. Una fede e' una faccenda puramente individuale e voi non potete
e non dovete organizzarla. Se lo fate, la fede si spegne, si cristallizza;
diventa un credo, una setta, una religione da imporre agli altri. E' questo
che tutti stanno tentando di fare ovunque nel mondo. La Verita' viene
sminuita, trattata come un giocattolo da coloro che sono deboli e che si
sentono provvisoriamente insoddisfatti. La Verita' non puo' essere
trascinata in basso, è piuttosto l'individuo che deve fare lo sforzo di
salire ad essa. Non si puo' portare a valle la cima della montagna. Se si
vuole raggiungere la cima si deve passare attraverso la valle, arrampicarsi
su per i ripidi pendii, senza temere il pericolo dei precipizi. Ci si deve
inerpicare fino alla Verita', che non puo' essere "fatta scendere" fino a
voi, non puo' essere organizzata per voi. Sono soprattutto le organizzazioni
che sostengono l'interesse per un'idea, ma le organizzazioni risvegliano
l'interesse dal di fuori. L'interesse che non nasce dal puro e semplice
amore per la Verita', ma che viene stimolato da un'organizzazione, non ha
alcun valore. L'organizzazione diventa una struttura nella quale i membri si
sentono a loro agio. Questi non si sforzano piu' di raggiungere la Verita',
di salire sulla cima della montagna, ma si scavano una comoda nicchia ove
adagiarsi, oppure lasciano che sia l'organizzazione a sistemarli, convinti
come sono che sara' l'organizzazione a condurli alla Verita'.
È questa la prima ragione, dal mio punto di vista, per sciogliere l'Ordine
della Stella. Nonostante questo, e' probabile che formerete altri Ordini,
che continuerete a far parte di altre organizzazioni alla ricerca della
Verita'. Io non voglio appartenere ad alcuna organizzazione di tipo
spirituale, vi prego di capirlo. Potrei servirmi di un'organizzazione per
andare a Londra, per esempio; in questo caso si tratterebbe di
un'organizzazione del tutto diversa, esclusivamente tecnica, come la posta o
il telegrafo. Per viaggiare userei un'automobile o una nave; questi sono
solo meccanismi fisici che non hanno niente a che fare con la spiritualita'.
Ancora una volta sostengo che nessuna organizzazione puo' condurre l'uomo alla spiritualita'.
Se si crea un'organizzazione a questo scopo, diventa una stampella, una
debolezza, una schiavitu' che paralizza l'individuo, impedendogli di
crescere e di affermare la sua unicita', che consiste nello scoprire per
conto proprio quella Verita' assoluta, incondizionata. Questa e' un'altra
ragione per cui ho deciso di sciogliere l'Ordine, dato che ne sono il capo.
Nessuno mi ha spinto a prendere questa decisione.
Non si tratta di un atto eccezionale, perche' io non voglio avere seguaci, e
lo dico sul serio. Dal momento in cui seguite qualcuno smettete di seguire
la Verita'. A me non interessa se state attenti a quello che dico oppure no.
Io voglio fare una determinata cosa al mondo e intendo farla con una
concentrazione incrollabile. A me interessa solo una cosa fondamentale:
rendere l'uomo libero. Desidero liberarlo da tutte le gabbie, da tutte le
paure, e non voglio fondare nuove religioni, nuove sette, ne' costruire
nuove teorie e nuove filosofie. E allora voi naturalmente mi chiederete
perche' me ne vado per il mondo a parlare continuamente. Vi diro' per quale
ragione lo faccio: non perche' desidero avere un seguito, non perche'
desidero avere un gruppo speciale di discepoli particolari. Come piace agli
uomini distinguersi dai loro simili, per quanto ridicola, assurda e meschina
possa essere la cosa che li distingue! Non voglio incoraggiare una simile
assurdita'. Io non ho discepoli, non ho apostoli ne' sulla terra ne' nel
regno spirituale.
Non sono ne' la lusinga del denaro, ne' il desiderio di vivere una vita
agiata che mi attirano. Se volessi vivere una vita comoda non
parteciperei a un Campo, ne' vivrei in un paese umido! Sto parlando in tutta franchezza perche' voglio che questo sia chiaro una volta per tutte. Non voglio
trascinarmi dietro anno dopo anno queste discussioni puerili. Un giornalista
che mi ha intervistato riteneva che fosse un atto eccezionale quello di
sciogliere un'organizzazione che conta migliaia e migliaia di aderenti.
Per lui si e' trattato di un atto veramente straordinario, e mi ha chiesto:
"E ora che cosa fara'? Come vivra'? Non avra' piu' un seguito, la gente non
l'ascoltera' piu'". Se ci saranno anche solo cinque persone disposte ad
ascoltare, disposte a vivere e a volgere il loro sguardo verso l'eternita',
questo bastera'. A che servono migliaia di persone che non capiscono,
che sono totalmente imbalsamare nei loro pregiudizi, che non vogliono il
nuovo ma piuttosto preferirebbero adattarlo ai loro egoismi sterili e stagnanti?
Se parlo cosi' energicamente, vi prego, non fraintendetemi, non e' per
mancanza di compassione. Se andate da un chirurgo per farvi operare,
non e'forse un atto di bonta' da parte sua operarvi anche se vi fara' male?
Cosi',alla stessa stregua, se parlo con franchezza non e' per mancanza di vero
affetto, al contrario.
Come ho gia' detto, il mio scopo e' uno solo: rendere l'uomo libero,
spingerlo verso la liberta', aiutarlo a sottrarsi alle sue limitazioni,
perche' solo questo gli dara' eterna felicita', gli permettera' di
realizzare completamente il proprio se'.
Poiche' io sono libero, incondizionato, intero - non sono una parte, il
relativo, ma la verita' nella sua interezza, che e' eterna - desidero che
quelli che cercano di capirmi siano liberi, non che mi seguano, non che
facciano di me una gabbia, che diventera' una religione, una setta.
Dovrebbero invece liberarsi da tutte le paure - dalla paura della
religione,dalla paura della salvezza, dalla paura della spiritualita', dalla
paura dell'amore, dalla paura della morte, dalla paura della vita stessa.
Come un artista dipinge perche' trova diletto nella pittura, perche' e' il suo modo
di esprimersi, perche' per lui dipingere e' una cosa stupenda, lo fa
star bene, cosi' io faccio questo, e non lo faccio perche' voglio qualcosa
da qualcuno.
Voi siete abituati all'autorita' o all'atmosfera di autorita', che pensate
possa condurvi alla spiritualita'. Pensate e sperate che un altro
possa, con i suoi straordinari poteri - con un miracolo - trasportarvi nel regno
dell'eterna liberta' che e' Felicita'. Tutta la vostra concezione della vita
si basa su questo genere di autorita'.
Ormai mi state ascoltando da tre anni, senza che in voi sia avvenuto alcun
mutamento, fatta eccezione per pochi. Ora esaminate quello che dico, siate
critici, in modo che possiate capire completamente, a fondo. Quando cercate
un'autorita' che vi guidi spiritualmente, siete automaticamente costretti a
costruire un organizzazione intorno a quell'autorita'. E proprio
l'organizzazione che avete creato, perche' secondo voi dovrebbe servire a
quell'autorita' per guidarvi verso la spiritualita', vi chiudera' in gabbia.
Se parlo apertamente, vi prego di ricordarvi che non lo faccio per durezza,
ne' per crudelta', ne' perche' mi lascio trascinare dall'entusiasmo per il
mio scopo, ma perche' voglio che voi comprendiate quello che sto dicendo. E'
per questa ragione che siete qui, e sarebbe una perdita di tempo se non
spiegassi con chiarezza e con decisione il mio punto di vista.
Da diciotto anni vi state preparando a questo evento, all'Avvento del
Maestro del Mondo. Da diciotto anni vi siete organizzati, avete cercato
qualcuno che riempisse di nuova gioia il vostro cuore e la vostra mente, che
trasformasse completamente la vostra vita, che vi conducesse a un nuovo modo
di capire; qualcuno che vi elevasse a un nuovo piano di vita, che vi desse
un nuovo incoraggiamento, che vi rendesse liberi. E ora guardate che cosa
sta accadendo!
Riflettete, ragionate dentro di voi per scoprire in che modo quella fede vi
ha resi diversi - non parlo della differenza superficiale che consiste nel
portare un distintivo, cosa meschina e assurda. In che modo questa fede ha
spazzato via tutte le cose che non sono essenziali nella vita? È questo il
solo modo di giudicare: in che misura siete piu' liberi, piu' grandi, piu'
pericolosi per qualsiasi societa' che si basi sulla falsita' e su quello che
non e' essenziale? In che modo i membri di questa Organizzazione della
Stella sono cambiati interiormente?
Come dicevo, per diciotto anni vi siete preparati per aiutarmi. Non mi
importa che voi crediate o meno che io sia il Maestro del Mondo; questa e'
veramente una cosa di poco conto. Dal momento che appartenete
all'Ordinedella Stella, avete dato il vostro consenso e la vostra energia perche'
fosse riconosciuto che Krishnamurti e' il Maestro del Mondo: questa vostra
partecipazione e' stata totale da parte di coloro che veramente cercano
mentre e' stata solo parziale da parte di quelli che si accontentano di
mezze verita'.
Vi siete preparati per diciotto anni, e guardate quante difficolta' sono
sorte sul cammino della vostra comprensione, quante complicazioni, quante
meschinita'. I vostri pregiudizi, le vostre paure, le vostre autorita', le
vostre chiese vecchie e nuove, tutto questo, io affermo, costituisce la
barriera che vi impedisce di capire. Non posso esprimermi piu' chiaramente
di cosi'. Non voglio che voi siate d'accordo con me, non voglio che voi mi
seguiate, voglio che voi capiate che cosa sto dicendo.
Questa comprensione e' necessaria perche' la vostra fede non vi ha
trasformato, ma vi ha solo causato delle complicazioni; e perche' non siete
disposti a guardare le cose come stanno. Volete avere i vostri dei; volete
nuovi dei al posto dei vecchi, volete nuove religioni, nuove forme di culto
al posto di quelle che avevate prima, ma che sono altrettanto senza valore:
sono tutte barriere, limitazioni, grucce. Al posto delle antiche distinzioni
spirituali, ora ne avete delle nuove; al posto delle antiche forme di culto,
ora avete i vostri nuovi culti. Tutti voi dipendere da qualcuno per la
vostra spiritualita', dipendete da qualcuno per la vostra felicita',
dipendete da qualcuno per la vostra illuminazione; e, sebbene siano
ormai diciotto anni che vi state preparando per me, quando dico che tutte quelle
cose non sono necessarie, che dovete metterle da parte e cercare dentro di
voi la luce, lo splendore, la purificazione, l'incorruttibilita' del se',
non uno di voi e' disposto a farlo. O forse alcuni, ma molto molto pochi.
Allora, perche' avere un'organizzazione?
Perche' devono esserci persone false ed ipocrite che seguano me,
l'incarnazione della Verita'? Vi prego, ricordatevi che non vi sto parlando
duramente o in modo scortese, ma siamo arrivati a una situazione nella quale
dovete guardare le cose come sono. L'anno scorso ho detto che non sarei
sceso a compromessi. Pochissimi mi ascoltarono allora. Quest'anno mi sono
espresso con assoluta chiarezza. Non so quante migliaia di persone in tutto
il mondo, che appartengono all'Ordine, per diciotto anni abbiano continuato
a prepararsi per me: tuttavia, ora, non sono disposte ad ascoltare
incondizionatamente, totalmente, quello che dico.
Allora, perche' avere un'organizzazione?
Come ho gia' detto, il mio scopo e' rendere l'uomo incondizionatamente
libero, perche' sostengo che l'unica spiritualita' e' l'incorruttibilita'
del se' che e' eterno, che e' armonia fra ragione e amore. È questa la
Verita' assoluta, incondizionata, che e' la Vita stessa. Percio' voglio
rendere l'uomo libero, gioioso come un uccello nel cielo sereno voglio
sgravarlo del suo carico, renderlo indipendente, capace di vivere l'estasi
di quella liberta'. Ora io, per il quale vi siete preparati per diciotto
anni, vi dico che dovete essere liberi da tutte le complicazioni, da tutti
gli impedimenti. Per farlo, non avete bisogno di un'organizzazione che si
basa su una fede spirituale. A che serve avere un'organizzazione per cinque
o dieci persone al mondo che capiscono, che lottano, che hanno messo da
parte tutte le cose non essenziali? E per quelli che sono deboli non c'e'
organizzazione che possa aiutarli a trovare la Verita', perche' la Verita'
e' in ognuno di noi; non e' lontana, non e' vicina: e' li, in eterno.
Le organizzazioni non vi possono dare la liberta'. Nessuno, dall'esterno,
puo' rendervi liberi; un culto organizzato non vi liberera', ne' vi servira'
sacrificarvi per una causa, radunarvi in un'organizzazione o buttarvi a
capofitto in qualche attivita'. Per scrivere una lettera usate una macchina
per scrivere, ma questa poi non la mettete su un altare per adorarla.
Eppure e' proprio cosi' che fate quando le organizzazioni diventano la vostra
preoccupazione principale. "Quanti sono gli iscritti all'Organizzazione? ".
È la prima domanda che mi rivolgono i giornalisti. "Quanti seguaci ha lei?
Dal loro numero giudicheremo se quello che lei dice e' vero o falso". Io non
so quanti siano. Non mi interessa. Come ho gia' detto, se anche un solo uomo
avesse ottenuto la liberta' sarebbe sufficiente.
Voi vi siete fatta l'idea che solo certe persone posseggano la chiave del
Regno della Felicita'. Nessuno ce l'ha. Nessuno ha l'autorita' di possedere
questa chiave. Questa chiave e' voi stessi, e solo nello sviluppo, nella
purificazione, nell'incorruttibilita' del vostro se' e' il Regno
dell'Eternita'. Allora vedrete quanto e' assurda tutta la struttura che
avete costruito per cercare aiuto dall'esterno, dipendendo dagli altri per
ottenere il vostro benessere, la vostra felicita', la vostra forza. Tutto
questo potete trovarlo solo dentro di voi.
Allora, perche' avere un'organizzazione?
Vi siete abituati a sentirvi dire a che punto siete arrivati, qual e' la
vostra situazione spirituale. Com'e' puerile! Chi puo' dirvi, all'infuori di
voi, se siete belli o brutti interiormente? Chi all'infuori di voi puo'
dirvi se siete incorruttibili? Non siete seri, in queste cose.
Allora, perche' avere un'organizzazione?
Coloro che vogliono veramente capire, che si preoccupano di trovare quello
che e' eterno, senza principio e senza fine, cammineranno insieme con una
intensita' ancora piu' grande e costituiranno un pericolo per tutto quello
che non e' essenziale, per le immaginazioni, per le ombre. Ed essi si
raduneranno e diventeranno una fiamma, perche' avranno capito. È un simile
organismo che noi dobbiamo creare ed e' questo il mio scopo. Essendoci vera
comprensione ci sara' vera amicizia. E da questa amicizia - che voi non
sembrate conoscere - nascera' una vera cooperazione da parte di ciascuno,
non imposta da un'autorita', dal desiderio di salvezza o dal sacrificio per
una causa, ma ci sara' cooperazione perche' avrete veramente capito e quindi
sarete capaci di vivere nell'eterno. Questo e' qualcosa di ben piu' grande
di qualsiasi piacere, di qualsiasi sacrificio.
Dunque, queste sono alcune delle ragioni per cui, dopo aver riflettuto
attentamente per due anni, ho preso questa decisione. Non e' una decisione
che nasce da un impulso momentaneo. Nessuno mi ha persuaso a prenderla: su
cose del genere non mi lascio convincere da nessuno. Per due anni ci ho
pensato sopra con calma, con scrupolo, con pazienza, e ora ho deciso di
sciogliere l'Ordine, dato che ne sono il capo. Voi potete costituire altre
organizzazioni e aspettare qualcun'altro. Questo non mi interessa, come non
mi interessa creare nuove gabbie o nuove decorazioni per queste gabbie. Il
mio unico interesse e' quello di rendere gli uomini assolutamente, incondizionatamente liberi.
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