Avevamo già pubblicato questo articolo (a firma di
Taigō Sensei) nel Dicembre 2010 lo
riproponiamo in occasione della celebrazione del 25 Aprile di quest’anno in
questo momento così difficile per il nostro Paese e per il Mondo intero.
Consideriamo queste testimonianze dei preziosi tesori che ci ricordano da dove
veniamo e dove dobbiamo dirigerci per onorare il sacrificio di tante giovani
vite.
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Sofia, la madre di Alfredo, è accolta dai Bersaglieri quando giunge sul
luogo della sepoltura.
Gli sguardi sono straordinari, esprimono
compiutamente lo sgomento e il dolore di quei momenti |
Qualche settimana fa ho postato la cartolina funebre che scrissero i miei nonni
per annunciare la morte, nella Battaglia di Montecassino, di mio Zio Alfredo
che fu, all’età di vent’anni, il primo a cadere nella terribile Battaglia.
Potete leggere qui l'articolo:
Lo scorso 8 Dicembre (il giorno successivo alla
ricorrenza della morte di Alfredo) mia madre mi ha fatto dono di un altro
prezioso e toccante documento che desidero e ritengo doveroso condividere con
tutti voi perché la memoria della lealtà, coraggio e nobiltà di questi uomini
non vada persa.
Qui potete visionare e leggere il documento
originale:
In un momento come quello che sta vivendo il nostro
Paese ormai povero di esempi di lealtà, coraggio e onore, la memoria di questi
uomini, delle loro gesta, emozioni, ideali, può essere la scintilla che
risvegli ad una nuova consapevolezza gli spiriti anestetizzati.
Si tratta di una lettera recapitata ai miei nonni,
scritta dal Sergente Riccardi, nella quale descriveva gli ultimi momenti di
Alfredo.
La lettera giunse quando già i genitori di Alfredo
avevano raccolto le sue spoglie.
Ma quel che è più toccante di questa lettera è che
il Sergente Riccardi non ebbe la
possibilità di spedirla e morì pochi giorni dopo sul campo di battaglia (come
scrive a matita in calce il sergente che l’ha inoltrata).
Il Sergente Riccardi scrisse, il giorno prima di
morire, una struggente lettera alla madre in cui le dà il suo addio usando
parole di grande coraggio e nobiltà.
Questa
la lettera del Serg. Ricccardi alla madre (già pubblicata sul sito www.dalvolturnoacassino.it che ringraziamo) :
Giuseppe Riccardi
Medaglia
d’Oro al Valor Militare
Sergente
del LI° Battaglione
Bersaglieri
A.U.C. *Montelungo*
-
figlio di emigrati in Francia -
prima
di partire per Montelungo
…..
scrive alla mamma …..
S.Agata
dei Goti, 6 dicembre 1943
Carissima Mamma,
quando queste mie ultime righe ti
giungeranno, io sarò andato a raggiungere Papà.
Questa sera sono stanco. Quattro
vecchi amici bersaglieri, ma di quelli di una volta, ci hanno lasciato congedati;
domani sera entriamo in azione, non sarà per me la prima, comunque c’è un pò di
nervosismo in me.
Non mi allungo a parlare di
interessi.
Altro non ho se non qualche
centinaio di lire in tasca: per i miei indumenti militari, poca roba mia, se possono
i miei compagni te li faranno avere.
Per gli interessi ho finito e
parliamo un pò di noi.
Carissima Mamma, mai come in questi
momenti ti ho sentito così vicino a me come pure al mio caro Papà ed ai miei
cari Nonni.
Le Zie mi aiutano con le loro
Preghiere e non credo di avere dei nemici. Ove sono passato io sono, ringraziando
Voi miei cari e parlo anche a Papà, sempre stato stimato, se non altro per la
mia onestà e lealtà.
Possa il mio sacrificio servire a
qualche cosa per la salvezza dei nostri piccoli e per la grandezza della nostra
cara ITALIA che ho tanto amato. Oggi è avvilita ma un giorno verrà, e di questo
ne sono certo, in cui ritroverà il suo posto al sole e non saremo più schiavi.
Non piangermi Mamma perché non
piango nemmeno io.
Tutto ho donato e ciò che mi
dispiace e di non aver fatto abbastanza: non è colpa mia e ciò mi consola.
Alle care Zie Suore non so come
ringraziarle di tutto ciò che hanno fatto per me. Non una ma tre Mamme ho avuto
la fortuna di avere e questo vuol dire tutto. La buona Madre di Genova, Suor Angela,
il Padre Ambrogio di San Remo, i miei cari amici montanari di San Remo e
Moresco di Genova un mio gentile pensiero.
Una bimba di Marostica, il cui
indirizzo troverai nel mio libretto rosso, fu per me una cara sorella.
Gli amici d’armi sono troppi per
elencarli: il mio povero tenente Nai che ho dovuto lasciare a Cellino, il mio
caro Capitano Castelli, che fu per me un Padre molto più giovane di me e caro Fratello
più che Superiore. A tutti grazie.
Alla mia cara Giorgetta che mi
perdonerà se non ho potuto fare realtà il nostro sogno, desidero e voglio
sperare che sarà più felice nell’avvenire e questo glielo auguro di tutto
cuore, perché è l’unica, la sola per me, la quale avrei voluto fare la compagna
della mia vita.
A tutti i miei amici di Francia i
miei pensieri affettuosi con l’augurio e la certezza che come l’Italia nostra,
la Sua sorella rinascerà dopo questa dura prova.
Mamma, ti bacio caramente, sorridi
e non pensare a me che sono felice.
Baciami Giorgetta e ogni tanto
prega per me e Papà.
Ti voglio tanto bene.
tuo Peppino
Questo il testo che vi ho trascritto della lettera
inviata ai miei nonni:
Caro
signore, il compito da lei richiesto non è certamente uno dei meno gravosi ma è
con orgoglio di soldato e per i vincoli di affetto che ad Alfredo mi legavano
che mi accingo a farlo sicuro di adempiere così uno dei più sacrosanti doveri
derivanti dall'amicizia confermata sui campi di battaglia.
So
che in certi frangenti a nulla contano le parole voglio però pregarla di essere
forte e fiero che suo figlio abbia compiuto sino all'ultimo il suo dovere di
soldato.
Il
nostro battaglione entrò in linea il giorno 6 dicembre 1943 e la notte del 7 il
piombo nemico volle consacrare in Alfredo il primo caduto dell'esercito di
questa Nuova Italia.
Una scheggia di mortaio lo colpiva all'altezza del cuore;
subito
venne soccorso da noi tutti che ci trovavamo vicini ed immediatamente
trasportato all'infermeria.
Nulla fu lasciato intentato ma il destino purtroppo doveva avere il
sopravvento.
Causa
la mortale ferita ed il centro vitale colpito brevissima è stata la sua
sofferenza, infatti durante lo stesso trasporto al pronto soccorso soccombeva
lasciando un vuoto incolmabile nella famiglia della nostra 3a moto dove era da
tutti stimato e benvoluto.
I
pochi oggetti personali furono consegnati ad un suo carissimo amico che devi
averli presso di sé ed il cui indirizzo è il seguente: …………
Altro
materiale, cioè oggetti di corredo personali borghesi, si trova tutto ora alla
nostra base di Airola (?) e sarà cura mia farglielo pervenire non appena detta
base si raggiungerà.
Le
trascrivo inoltre l'indirizzo del nostro caro Capitano Castelli che potrà
confermarle quanto sopra e che fu particolarmente colpito dalla scomparsa di
uno dei suoi migliori capi-squadra ed allievi.
Capitano
castelli Enea 51º battaglione bersaglieri.
Il corpo di Alfredo è stato sepolto nel cimitero di guerra di (…?...) Valle di
Lauro presso Mignano (davanti Cassino) croce n. 3 o 4.
Gli
eventi bellici ( dal 6 febbraio con un altro battaglione ) non mi hanno
permesso di recarmi personalmente da Lei ma pur sembrando forse gelide le
parole vorrei rassicurarla che sono sempre felice di poter dare un minimo di
consolazione al suo cuore di padre.
Il
ricordo del nostro Alfredo ci accompagnerà ovunque e sarà per noi sempre di
incitamento a meglio fare seguendo le sue orme d’avanguardia sulla via del
dovere e dell’onore.
Vostro
Sergente Riccardi Giuseppe
in calce a matita:
Egregio
Sig. Aguzzi,
siccome il sergente Riccardi non ha potuto inviarvi prima la lettera perchè
come ben sapete le lettere non sono ammesse, con piacere oggi, per mezzo di un
amico, vi faccio recapitare questa lettera e con vero dolore vi comunico che il
sergente Riccardi è caduto in combattimento qualche giorno dopo aver scritto la
presente.
Questo
è il nostro destino.
Tante
cordialità e le mie più sincere condoglianze.
Sergente
Menichini (?) Paolo
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Mia Nonna Sofia, madre di Alfredo, giunta sulla tomba del figlio. | | | | | | |
© Tora Kan Dōjō
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