Pubblichiamo l'estratto di un Insegnamento offerto da Taigô Kônin Sensei durante la Pratica Zen.
Gran parte della sofferenza, dell'ansia, della tristezza, della depressione, sono causate dall'interpretazione che la nostra mente mette in atto di fronte alla realtà.
Il Buddha esprimeva questo con una parabola: Come se
qualcuno colpito da una freccia, immediatamente dopo fosse colpito da una
seconda freccia nella stessa ferita. L’uomo amplifica la sua sofferenza con la
‘seconda freccia’ scoccata dalla sua interpretazione di quello che si trova a
vivere. Un'interpretazione emotiva che nella maggior parte dei casi amplifica
la sofferenza.
Quello che ci insegna Zazen e che dobbiamo esercitare
continuamente durante la nostra vita, è imparare a distinguere la realtà di
quello che incontriamo dalla illusoria interpretazione che ne fa la nostra
mente.... un’interpretazione che nasce principalmente dalla proiezione nel
futuro.
Zazen ci insegna a tornare costantemente attraverso la
postura al momento presente lasciando cadere ogni interpretazione.
Si sente spesso affermare da chi non ha esperienza, o da
chi cerca di vendere un prodotto, che la meditazione è fermare il pensiero, la
mente... niente di più lontano dalla realtà della pratica meditativa. Perché la
mente dovrebbe fermarsi? Quando sediamo in Zazen il nostro organismo continua
la sua normale attività, il cuore non può fermarsi, altrettanto vale per lo
stomaco, l'intestino, la milza, i reni... allora perché la mente dovrebbe
fermarsi?
Pensiamo che il
problema sia la mente perché gli diamo un'eccessiva importanza, perché diamo
eccessiva importanza a quel che la mente produce, il pensiero, che non è più
importante dei succhi gastrici, della circolazione del sangue... anzi,
paradossalmente tra tutte le nostre funzioni vitali è quella che ci crea più
problemi e che crea danni anche alle altre funzioni vitali.
In Zazen impariamo a guardare alla produzione della
nostra mente, a riconoscerla, ad osservarla, a comprendere che non si tratta altro
che di una proiezione, dettata da condizionamenti, paure, ansie abitudini.
Niente di originale...
Tutto quello che attiene all'intuizione, alla
creatività, arriva da ‘oltre la mente’, da quella che qualcuno ha definito la
Grande Mente, il Pensiero Cosmico. Quando noi lasciamo cadere l'io separato e
ci riconosciamo nell'Uno, il pensiero che coinvolge gli oceani, gli alberi, i
fiumi, i muri… diventa il nostro pensiero.
E questo
pensiero che trascende questa piccola mente ha una memoria infinita che va ben
oltre la nostra limitata esistenza in questa forma, possiede una saggezza
profondissima.
La grande saggezza, la grande mente, il nostro vero sé,
Dio, chiamatelo come vi aggrada, ci attraversa, e attraversandoci produce un
suono... il suono della verità.
Tutta la Pratica dello Zen è fondata su questo
'svuotamento' per far sì che si possa essere riempiti da qualcosa che non è
limitato a noi, alla nostra piccola mente, ai nostri condizionamenti.
Siamo in grado così di riconoscere i pensieri illusori
che amplificano la nostra sofferenza. Li riconosciamo e possiamo finalmente
riderci sopra. Questa saggezza ci permette anche di non reagire di fronte alle
situazioni ma di rispondere. La reazione è sempre frutto di un condizionamento,
la risposta intuitiva nasce da l'oltre-mente.
© Tora Kan Dōjō