Hojo undo, esercizi supplementari… ma la traduzione
di hojo, supplementari, è fuorviante rispetto all’importanza di
questi esercizi nella pratica del Goju Ryu Karate-Do.
“Gli esercizi (hojo undo) ci permettono di
imparare ed eseguire meglio i kaishugata. Esercitiamo ciascuna parte del
corpo con movimenti specifici. Ci esercitiamo anche con diversi attrezzi per
migliorare la forza complessiva e quella di specifiche parti del corpo.”
(Chojun Miyagi Sensei)
L’hojo undo è parte integrante del curriculum
tecnico shido ho (insieme al junbi undo, kihongata, kaishugata,
kumite renshu), come descritto dal Maestro Miyagi nello scritto “Karate-Do
Gaisetsu”.
Hojo undo, Karate Kenkyu Kai, ca 1926 |
E’ da notare come il Maestro Miyagi, già negli anni
intorno al 1930, sistematizzava il suo curriculum tecnico includendo anche
il junbi undo e l’hojo undo, mentre il karate giapponese ha sempre
avuto come fondamenti il kihon, i kata ed il kumite,
trascurando completamente le preziose ed importanti metodiche del junbi undo e
dell’hojo undo.
Nell’unico filmato ad oggi noto che riprende alcuni
allievi del Maestro Miyagi, quando questi era ancora in vita, girato nel 1940,
sono presenti degli esercizi con il makiwara, il tan, gli ishi
sashi, i nigiri game, ed il chishi.
Anche il Maestro Kanryo Higaonna considerava l’hojo
undo parte fondamentale del proprio sistema di pratica, tanto da aver
lasciato i seguenti insegnamenti (come riportati da Shoshin Nagamine):
- I risultati dei propri sforzi sono cumulativi: non
avere fretta e non metterti in mostra;
- Allenati secondo le tue capacità;
- Ripeti ogni esercizio fino allo sfinimento e aumenta
gradualmente l’intensità.
L’hojo undo è inoltre presente in varie
scuole di Okinawa, Uechi Ryu, Shorin Ryu. Le scuole giapponesi hanno perso
quasi completamente questa pratica, tranne l’utilizzo del makiwara.
A conferma della presenza e dell’importanza dell’hojo undo nella
pratica ad Okinawa, il libro “Karatedo Taikan” del 1938 ne riporta una
descrizione dettagliata. Tutti gli attrezzi dell’hojo undo provengono
dalla Cina (nell’antica Cina, l’arte di fortificare il corpo attraverso l’uso
di attrezzi veniva chiamata Shuai Chiao, arte di irrobustire), tranne
il kongoken ed il makiwara (nelle arti marziali cinesi è
maggiore l’enfasi sulle tecniche a mano aperta).
Il Maestro Morio Higaonna, nel corso delle sue
ricerche in Cina, è riuscito ad identificare tutti gli attrezzi, tranne appunto
il kongoken:
chiishi – kunso, ishi sashi – shisoh, tekkan –
tisso, nigiri game – chuutan, tetsu geta – tin li, sashi ishi – niantsui, tou –
tuupei, tan – sotan, sunabako – saison, ecc.
L’hojo undo, in quanto allenamento della forza,
della potenza, dei riflessi e della coordinazione muscolare, è il collegamento
ideale tra i kata e le loro applicazioni.
"Gli attrezzi per l’hojo undo sono tipi
del Goju Ryu d’Okinawa. In Cina, il precursore del Goju Ryu d’Okinawa,
lo stile delle arti marziali Shaolin del sud, utilizzava una varietà di
sttrezzi per rafforzare e condizionare il corpo. Questi esercizi non solo
permetteranno di migliorare la forza del praticante ma, allo stesso tempo,
miglioreranno le tecniche dei kata. Sia i kaishugata che i heishugata,
come il sanchin ed il tensho, diventeranno più semplici da
eseguire grazie alla pratica diligente dell’hojo undo." (Morio Higaonna
Sensei)
L’hojo undo non è body building, il Maestro
Miyagi vedeva il corpo come un’unità e studiò il suo regime di allenamento
(compreso l’hojo undo) al fine di far lavorare tutti i maggiori gruppi
muscolari in modo equilibrato, in maniera consapevole e coordinando i movimenti
con la respirazione.
Inoltre l’hojo undo permette di allenare alcune
qualità specifiche del Goju Ryu, quali il muchimi, il chinkuchi
kakin (kime), ecc. Nell’hojo undo non ci sono vette o limiti da
raggiungere, l’unica sfida è quella con se stessi, nel corso del progresso
della pratica. Nell’hojo undo non si raggiungono risultati in tempo rapido
e quindi la perseveranza è fondamentale. L’esperienza con ciascun attrezzo vi
insegnerà la lezione che ha da offrire e, nel farlo, risponderà a tutte le
vostre domande.
E’ tipico della cultura di Okinawa la
praticità e l’abilità di ricavare il meglio da quello che si ha, quindi l’hojo
undo, nel rispetto delle qualità fondamentali sopra espresse, può essere
praticato con qualsiasi attrezzo, meglio se fatto in casa con materiale di
risulta.
Attrezzi per hojo undo, 1942 |
Kigu Hojo Undo: hojo undo con attrezzi
(elenco non esaustivo)
Attrezzi "da sollevare":
- Makiage, Rullo per polsi
- Chiishi, Pietra della forza
- Morote chiishi, Con due manici
- Nigiri game, Giare da afferrare
- Tan, Bilanciere
- Ishi sashi, Lucchetto di pietra
- Kongoken, Peso ovale metallico
- Tetsu (Ishi) Geta, Ciabatte di metallo (pietra)
- Tetsu arei, Manubri di ferro
- Sashi ishi, Pietra (spesso con manici)
- Tekkan (Tetsu no Wa), Anelli di ferro
Attrezzi “da colpire”:
- Makiwara, Tavola per colpire, 'avvolto dalla paglia'
- Temochishiki makiwara, Mobile
- Fukushiki makiwara, Fisso
- Sagi Makiwara, Sacco
- Tou, Fasci di bambù
- Jari (Suna) Bako, Scatola di ghiaia (sabbia)
- Ude kitae, Tronco per le braccia
- Kakite bikei, Tronco per parare e per la pratica del kakie
La suddivisione precedente può essere interpretata
anche come una metodologia per allenare l’ “indurimento”:
Attrezzi “da sollevare”: indurimento difensivo
Attrezzi “da colpire”: indurimento offensivo
(‘shock’)
Ude tanren, san dan gi (sandan uke barai), tai
atari: indurimento difensivo con “shock”
Il praticante impara a sostenere fisicamente e
psicologicamente gli impatti derivanti dallo scontro nel combattimento. Quindi
è psicologicamente più preparato ad uno scontro reale e allo shock che deriva
dal subire un impatto, shock che se non è stato mai sperimentato prima può
determinare esitazione e timore che in un combattimento reale significano la
fine.
Il corpo si rinforza (tanren significa forgiare)
e lo si vede chiaramente, quando un principiante inizia con questi esercizi,
anche impatti leggeri determinano la formazione di ecchimosi mentre dopo pochi
mesi di esercizio le ecchimosi non si formano più e a poco a poco,
spontaneamente, l’intensità degli impatti è aumentata.
Nel praticare questi
esercizi però non basta colpire o farsi colpire (come talvolta è male
interpretato e origine di traumi) ma sono fondamentali principi di respirazione
e controllo del tanden e della postura durante gli esercizi. Si
impara anche che quando in combattimento non si può evitare un colpo (e chi
combatte realisticamente sa che i colpi si prendono e si danno) bisogna saperlo
assorbire (importante è appunto postura, allineamento del corpo, respiro,
energia…) e continuare immediatamente senza esitazioni e anzi approfittando
dell’opportunità.
© 2017, Roberto Ugolini