mercoledì 20 novembre 2019

Il futuro sarà un drammatico confronto tra l’educazione e il caos




Ecco come, secondo la mia esperienza, dovrebbero essere le nostre scuole:
Le aule dovrebbero essere vuote, pavimentate con tatami o altro materiale che permetta ai  bambini di sedere in terra su di un cuscino in terra di fronte ad un tavolo basso.
Sedere in terra è naturale e benefico ma è diventato quasi impossibile per il corpo rigido e atonico dell’uomo ‘civilizzato’, e questo essere ‘privi di spina dorsale’ si manifesta in ogni ambito...

Il sedere a terra senza il supporto di uno schienale permette il consolidamento di una perfetta postura oltre a favorire una straordinaria concentrazione data dalla profonda sensazione di radicamento e stabilità nonchè dal corretto modo di respirare favorito dalla postura.
Il sedere in terra offre al bambino una salutare sensazione di naturalezza e libertà.
Se i bambini sedessero in terra, invece che incurvati sulle sedie, ci dimenticheremmo dei paramorfismi di cui i nostri bambini ormai soffrono nella quasi totalità a causa delle loro posture deboli.

Al termine delle lezioni gli studenti, di ogni ordine e grado, dovrebbero (come succede in Giappone), con un’attenta distribuzione di responsabilità, prendersi cura della loro classe e dei locali della Scuola.
Si tratterebbe di un lavoro breve, una mezz’ora basterebbe per pulire a fondo tutti i locali, ma si tratterebbe di un momento altamente educativo.


Visto il grande numero di ragazzi si tratterebbe di un gesto poco più che simbolico ma pensate quanto efficace potrebbe essere quest’azione quotidiana  nell'insegnare ai ragazzi che esiste un bene comune (cosa totalmente ignorata oggi), che prima di parlare di diritti nei confronti della comunità si devono assumere le proprie responsabilità perchè si sia riconosciuti membri a pieno titolo di quella comunità e, quanto la forma sia poi in realtà sostanza.


Provate a proporlo nella Scuola e oltre ad essere additati come reazionari troverete resistenza in primis da parte degli stessi genitori, troppo preoccupati a conservare primati e privilegi del proprio figlioccio e a preservarlo da ogni difficoltà e rischio piuttosto che  aiutarlo a maturare una più ampia visione.
Anche gli Insegnanti mi sembrano più preoccupati di conservare le loro abitudini e il loro magro stipendio che accettare la sfida dell’educazione e direi che a volte val la pena rischiare anche il posto di lavoro se si crede in qualcosa denunciando l'errore e l'ingiustizia ed avendo il coraggio di proporre qualcosa di davvero nuovo ed efficace.

Se non partiamo da qui cosa pensiamo di insegnare ai nostri figli ?

Continuiamo a credere davvero che si diventi uomini completi e membri di una comunità, solo perchè si è imparata la matematica o altre nozioni per avere un bel voto ?

Guardiamoci intorno e possiamo ben vedere i frutti che ha dato questa impostazione pedagogica: una folla di egoisti competitivi, profondamente ignoranti e incapaci di formulare un pensiero libero.
 
Sawaki Roshi così si rivolgeva agli studenti dell’università di Komazawa:

‘Non mangiamo al fine di defecare, non defechiamo per produrre concime. Eppure al giorno d’oggi sembra che tutti credano che si vada a scuola per prepararsi per l’università, e che si vada all’università per trovare un buon lavoro…’

La nostra è una civiltà in declino e si vede bene dall'attenzione che dedichiamo all'educazione.
Credo davvero che i Dōjō (non le palestre ma i veri Dōjō) siano un'isola di civiltà ed educazione e possono venire in soccorso alle evidenti lacune educative di questa impostazione scolastica.

Jigoro Kano Sensei, fondatore del Judō, affermava:
' Niente al mondo è più importante dell'Educazione: l'insegnamento di un uomo virtuoso può influenzare molte generazioni...'
e
'Il futuro sarà un drammatico confronto tra l’educazione e il caos' 

Il suo pensiero è quanto mai attuale oggi.

Taigō Sensei



© Tora Kan Dōjō




















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