Spesso, nel cuore della notte, quando il desiderio di stare in piedi prima dell'alba mi tira fuori dal letto e mi siedo in Zazen, sento quello che provavo da giovane praticante: un'inesauribile fiducia.
Vegliare sul mondo che dorme, come una madre veglia sul suo bambino
addormentato, lì in piedi, presente e delicata.
Senza mai dimenticare che il primo essere addormentato su cui veglio sono
proprio io.
Con amore. Con pazienza. Con gentilezza. E con grande fede.
Questo è il senso più profondo della meditazione, l'opera amorevole e serena
dei Buddha sia guardiani amorevoli che eroi addormentati.
Mi siedo allora.... e veglierò su di noi.
Veglio sul mio sonno e sui nostri cuori che sono sempre stati svegli.
E il guardiano aspetta l'alba, l'alba che brilla dentro di lui da sempre.
Federico Dainin Jôkô Sensei
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