sabato 1 maggio 2021

La Ciotola che contiene l'Universo (Ita/Fra)



La Ciotola che contiene l'Universo

Meditazione del pasto



Mangiamo troppo o non abbastanza, al momento sbagliato e nel modo sbagliato. Mangiamo di fronte alla TV o lavorando, ed eccoci qui seduti con i nostri cari mentre digitiamo sui nostri smartphone. Perdendo il sapore della terra, di un pomodoro o di una ciliegia, abbiamo perso il sapore degli altri. Senza coscienza e senza etica, gli alimenti ci riempiono e e in qualche modo fanno da carburante, ma non ci nutrono.

Nello zen il cibo è essenziale quanto la meditazione. Il maestro di cucina è la persona più importante del tempio dopo l'abate. D' altronde, quando si è ordinati monaci o elevati al rango di maestri, si ricevono due oggetti che concretizzano la trasmissione: il kesa, l'abito dei risveglio indossato durante la meditazione, e il pâtra, la ciotola che serve al pasto quotidiano. Tornare al cibo, alla terra e agli elementi ci permette di ritrovare il nostro posto nell'universo, di ancorare il nostro equilibrio organico e di coltivare una mente armoniosa in un corpo sano. Inoltre, questo è il modo più veloce per connetterci agli altri e al mondo, per evitare molte malattie e per ritrovare il sapore dell’esistenza, nonché la gratitudine, motore dell'entusiasmo e del benessere.

L' arte del pasto nella pratica Zen si chiama Shojin Ryori, che si può tradurre con ′′profondo entusiasmo ", ma che sarebbe più corretto tradurre con ′′ la devozione dell'entusiasmo ". Mangiare con coscienza ed etica ci collega alle stagioni e al tempo. E assumendo il nostro posto nella cosmogonia che si rivela tra terra, ciotola, uomo, universo e cielo, sviluppiamo naturalmente la gratitudine. Questo ci connette armoniosamente ad un'energia entusiasta e unificata. E il circolo virtuoso non finisce più.

Scegli un giorno la settimana in cui mangerai secondo la tradizione ‘dell'entusiasmo profondo’. Procurati tre ciotole per questo rituale.

Bevi acqua e tè durante tutto il giorno. Scegli con cura verdura, cereali e frutta di stagione. Nella cucina Zen non ci sono carne e pesce, per rispettare il voto di non prendere la vita. Tuttavia, il vegetarianesimo non è un dogma.

A casa, prepara il tuo pasto in silenzio. Sii attento a ciò che fai e benevolo verso tutte le fonti di questo cibo (terra, contadini, giardinieri…) Osserva gli alimenti rispettando il loro gusto naturale. Prepara ogni piatto separatamente. Una ciotola per i cereali, una per la zuppa o le verdure, una per insalata e / o verdure crude.

Crea le condizioni favorevoli affinché questo pasto sia una vera meditazione e un momento di riconciliazione con te stesso e l'universo.

Elimina le fonti di distrazione, accendi un incenso, posiziona un bel tovagliolo sul tavolo e disponi le ciotole orizzontalmente.

Siediti, saluta le tue ciotole rispettosamente. Mentre le contempli, medita sulle Cinque contemplazioni dello Zen*:

1. Come è giunto a me questo cibo? La mia gratitudine non può che essere illimitata.

Dalla terra antica migliaia di anni, dagli elementi della natura e dal lavoro degli uomini, fino a chi l'ha affidata alle mie mani, la mia gratitudine è immensa.

2. Questo dono si offre a me oltre la mia generosità o il mio egoismo, oltre i miei pensieri, le mie parole e le mie azioni. Si offre alla mia esistenza, mi nutre e mi sostiene.

Il mio rispetto per questo mondo e le mie azioni di ogni giorno mi rendono un essere degno di un dono così prezioso?

3. Che io sia consapevole del fatto che al di là di ogni ′′ mi piace ′′ e ′′ non mi piace ", al di là di quello che sono e di ciò che il mondo è, la vecchia terra senza età, spesso ignorata e maltrattata, continua a offrirmi nuovi frutti per nutrire la mia vita.

4. La mia gratitudine è immensa, Possa io vedere nei miei gesti e nelle persone che, nei giorni della mia infanzia, mi hanno preparato da mangiare, curato e nutrito; i gesti di chi ancora oggi, dove mi trovo, mi nutre.

Possa questo cibo, ricevuto con rispetto e benevolenza nutrirli con la mia gratitudine, e che il mio corpo e la mia mente siano entrambi sani e in armonia.

5. Infine, rialzandomi da questa mensa, io possa lasciare di me stesso solo tracce di bontà e bellezza, e che la forza e l'energia che ricevo dall'universo mi aiutino ogni giorno ad essere una persona concentrata, felice, soddisfatta, compassionevole e amorevole,

(*) Sutra dei pasti, tradotto dal Giapponese e adattato da Federico Dainin Jōkō Sensei.

Poi, nel più profondo silenzio, lascia che l'universo ti nutra, alternando i bocconi dalle diverse ciotole. Con calma, lascia che la Terra e gli elementi ti guidino attraverso le trame, i gusti, le sensazioni e soprattutto la gratitudine.

Alla fine del pasto, sempre in silenzio, prepara un tè nella ciotola più grande. Risciacqualo con un cucchiaio o le dita, passa il tè nella seconda ciotola e puliscila come hai fatto con la prima e poi fai lo stesso con la terza ciotola.

Alla fine bevi questo prezioso tè che contiene in sé le particelle più piccole rimaste del tuo pasto.

Puoi anche semplicemente versare questo tè ai piedi di una pianta quando si raffredderà.

Prenditi del tempo per sistemare in silenzio e tornare alle tue attività con calma.

Se ti affiderai a questa meditazione con fiducia e perseveranza, nutrirai il tuo corpo per tutta la vita. E l'universo sarà nutrito della tua presenza serena.


Estratto da: ‘Bere la luna e cavalcare le nuvole’ di Federico Daīnin Jōkō Sensei

Foto di Philippe Lissac


 



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Versione originale Francese



~ Le Bol universel ~

Meditation du repas

Nous mangeons trop ou pas assez, au mauvais moment et de la mauvaise façon. Nous mangions déjà face à la télévision ou en travaillant, et nous voici aujourd'hui attablés avec des êtres aimés tout en pianotant sur nos smartphones. En perdant le goût de la terre, d'une tomate ou d'une cerise, nous avons perdu le goût des autres. Sans conscience et sans éthique, les aliments nous remplissent et servent tant bien que mal de combustible, mais ils ne nous nourrissent pas.

Dans le zen, la nourriture est aussi essentielle que la méditation. Le maître de cuisine est la personne la plus importante du temple après l'abbé. D'ailleurs, lorsqu'on est ordonné moine ou élevé au rang de maître, on reçoit deux objets qui concrétisent la transmission : le kesa, la robe des éveillés portée pendant la méditation, et le pâtra, le bol qui sert au repas quotidien. Revenir à la nourriture, à la terre et aux éléments, nous permet de retrouver notre place dans l'univers, d'ancrer notre équilibre organique et d'élever un esprit harmonieux dans un corps sain. De plus, c'est le chemin le plus rapide pour nous relier aux autres et au monde, pour éviter nombre de maladies et pour retrouver le goût d'exister, ainsi que la gratitude, moteur de l'enthousiasme et du bien-être.

L'art du repas dans la pratique zen se nomme Shojin Ryori, ce qui se traduit par « le profond enthousiasme », mais qu'il serait plus juste de traduire par « la dévotion de l'enthousiasme ». Manger avec conscience et éthique nous relie aux saisons et au temps. Et en tenant notre place dans la cosmogonie qui se révèle entre la terre, l'assiette, l'homme, l'univers et le ciel, nous développons naturellement la gratitude. Celle-ci nous ouvre harmonieusement à une énergie enthousiaste et unifiée. Et le cercle vertueux n'a plus de fin.

Choisis une journée par semaine pendant laquelle tu mangeras seIon la tradition de l'enthousiasme profond. Prends trois bols pour ce rituel.

Bois de l'eau et du thé tout au long de la journée. Choisis avec soin les légumes, les céréales et les fruits de saison. Dans la cuisine zen, il n'y a ni viande, ni poisson, pour respecter le vœu de ne pas prendre la vie. Néanmoins, le végétarisme n'est pas un dogme.

Chez toi, prépare ton repas silencieusement. Sois attentif à ce que tu fais et bienveillant envers toutes les sources de cette nourriture (la terre, les agriculteurs, le maraîcher...) Veille aux aliments en respectant leur goût naturel. Prépare chaque plat séparément. un bol pour les céréales, un pour la soupe ou les légumes, un pour la salade et/ou les crudités.

Crée des conditions favorables pour que ce repas soit à la fois une vraie méditation et un moment de réconciliation avec toi-même et l'univers.

Elimine les sources de distraction, allumé un encens, place une jolie serviette sur la table et dispose les bols horizontalement.

Assieds-toi, salue tes bols respectueusement. En les contemplant, médite les Cinq contemplations du zen* :

1.Comment cette nourriture est-elle parvenue jusqu'à moi ? Ma reconnaissance ne peut être qu'illimitée.

De l'ancienne terre millénaire, par les éléments et le travail des hommes, jusqu'à celui qui l'a confiée à mes mains, ma gratitude est immense.

2. Ce don s'offre à moi au-delà de ma générosité ou de mon égoïsme, au-delà de mes pensées, de mes paroles et de mes actes. Elle s'offre à mon existence, me nourrit et me soutient.

Mon respect pour ce monde et ce que j'accomplis chaque jour font-ils de moi un être digne d'un don si précieux ?

3. Puissè-je réaliser qu'au-delà de « j'aime » et «je n'aime pas», au-delà de ce que je suis et de

ce que le monde est, la vieille terre sans âge, bien souvent ignorée ou malmenée, ne cesse d'offrir de nouveaux fruits pour que je vive,

4. Ma gratitude est immense, Puissè—je voir dans mes gestes et ceux des personnes qui, aux jours de mon enfance, m'ont préparé à manger, soigné et nourri; les gestes de celles et ceux qui aujourd'hui encore, là où je me rends, me nourrissent.

Que cette nourriture prise dans le respect et dans la bienveillance les nourrisse, eux, de ma reconnaissance, et que mon corps et mon esprit soient tous deux en santé et en harmonie.

5. Enfin, me relevant de cette place, puissè-je ne laisser de moi que des traces de bonté et de beauté, et que la force l'énergie que je reçois de l'univers m'aident chaque jour à être une personne concentrée, heureuse, épanouie, compatissante et aimante,

(*) Sutra des repas japonais, traduit et adapté par Federico Dainin Jõkõ Sensei.

Ensuite, dans le plus profond silence, laisse l'univers te nourrir, en alternant les bouchées des différents bols. Calmement, laisse la Terre et les éléments te guider par les textures, les goûts, les sensations et, surtout, par la gratitude.

A la fin du repas, toujours en silence, prépare un thé dans le plus grand des bols. Rince-le à l'aide d'une cuillère ou de tes doigts, passe le thé dans le deuxième bol et nettoie-le comme le premier. Essuie le premier, puis fais de même avec le troisième bol.

Enfin, bois ce précieux thé qui porte en lui les plus petites particules des restes de ton repas.

Tu peux aussi simplement verser ce thé au pied d'une plante quand il aura refroidi.

Prends le temps de ranger silencieusement et reviens à tes activités calmement.

Si tu t'abandonnes à cette méditation avec confiance et perséverance, en nourrissant ton corps, tu nourriras ta vie entière. Et l'univers sera nourri de ta présence sereine.


Extrait de Boire la lune et chevaucher les nuages de Federico Daīnin Jõkõ Sensei

Photos Philippe Lissac


© Tora Kan Dōjō



















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