Quando siamo in zazen,
in meditazione,
non adempiamo a nulla, non realizziamo niente.
Niente di speciale comunque.
E tutto si avvera dentro di noi.
All'improvviso torniamo ad essere testimoni diretti di tutto ciò che si avvera e si compie al di sotto e oltre di noi. Dentro di noi e tutto intorno a noi.
Stiamo assistendo al miracolo del battito della nostra vita.
Ci rendiamo conto di una cosa molto importante: non si tratta di "non aver bisogno di fare nulla", sarebbe ridicolo; ci rendiamo conto dell'importanza di pensare, dire e agire senza esagerare. Perché no?
Perché tutto si avvera naturalmente.
Spesso il nostro agire diventa un ostacolo allo sviluppo del mondo.
Zazen ci sta insegnando a entrare nel ritmo del mondo e non a inventarci danze maldestre e inutili.
La creazione è già una festa. Sontuosa.
Dobbiamo solo unirci agli esseri, ai fenomeni e ciò che siamo.
Serenamente.
E questa è la fonte della gioia.
Diventiamo il trattino tra cielo e terra, visibile e invisibile, uomini e dei.
Nulla è allora né distinto né solitario.
Sì, è proprio questa la fonte della nostra gioia.
Solo questo mi piace praticare e trasmettere... per amore...
Niente di speciale comunque.
E tutto si avvera dentro di noi.
All'improvviso torniamo ad essere testimoni diretti di tutto ciò che si avvera e si compie al di sotto e oltre di noi. Dentro di noi e tutto intorno a noi.
Stiamo assistendo al miracolo del battito della nostra vita.
Ci rendiamo conto di una cosa molto importante: non si tratta di "non aver bisogno di fare nulla", sarebbe ridicolo; ci rendiamo conto dell'importanza di pensare, dire e agire senza esagerare. Perché no?
Perché tutto si avvera naturalmente.
Spesso il nostro agire diventa un ostacolo allo sviluppo del mondo.
Zazen ci sta insegnando a entrare nel ritmo del mondo e non a inventarci danze maldestre e inutili.
La creazione è già una festa. Sontuosa.
Dobbiamo solo unirci agli esseri, ai fenomeni e ciò che siamo.
Serenamente.
E questa è la fonte della gioia.
Diventiamo il trattino tra cielo e terra, visibile e invisibile, uomini e dei.
Nulla è allora né distinto né solitario.
Sì, è proprio questa la fonte della nostra gioia.
Solo questo mi piace praticare e trasmettere... per amore...
Federico Dainin
Jôkô Sensei
Foto: Philippe Lissac/Godong AgencySesshin nel Deserto di Zagora
Centre Zen "La Montagne Sans Sommet" - Paris
Traduzione dal francese: Davide Kyōgen Sensei
Versione Francese
Lorsque nous sommes en zazen, en méditation,
nous n’accomplissons rien, nous ne réalisons rien.
Rien de spécial en tout cas.
Et le Tout se réalise en nous.
Nous redevenons soudain les témoins directs de tout ce qui se réalise et s’accomplit en deçà et au delà de nous. En nous et tout autour de nous.
Nous assistons au miracle du battement de notre vie.
Nous réalisons alors une chose très importante : il n’est pas question de « ne rien avoir besoin de faire », ce serait ridicule ; nous réalisons l’importance de penser, dire et agir sans trop en faire. Pourquoi ?
Parce que tout se réalise naturellement .
Souvent notre agir devient un obstacle à l’épanouissement du monde.
Zazen nous réapprend à rentrer dans le rythme du monde et non plus à nous inventer des danses gauches et inutiles.
La création est déjà une fête. Somptueuse.
Nous n’avons qu’à y rejoindre les êtres, les phénomènes et ce que nous sommes.
Sereinement.
Et ça, c’est la source de la joie.
Nous devenons le trait d’union entre ciel et terre, visible et invisible, hommes et dieux.
Rien n’est alors ni distinct ni esseulé.
Oui, c’est bien là la source de notre joie.
C’est seulement cela que j’aime pratiquer et transmettre...par amour...
Federico Isahak Daīnin
Jõkõ Sensei
© Tora Kan Dōjō
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