martedì 11 maggio 2021

Un uomo fa le cose migliori quando dimentica se stesso




Il tempio Engakuji a Kamakura fu fondato da un monaco zen della dinastia cinese di Sang, il cui nome era Sogen Mugaku (1 226-1286). Sogen arrivò a Kamakura su invito dello Shogun Tokimune Hojo. Mentre era nella regione cinese di Song, fu aggredito dai soldati dell'esercito mongolo. Fu catturato e stava per essere ucciso quando egli recitò questi versi ormai famosi:

"Non c'è spazio nell'universo neanche per un sottile bastoncino d'incenso. Ho compreso nel profondo del mio cuore che l'uomo è vuoto e la dottrina (buddista) è il Vuoto. Ammiro grandemente la spada "tre-piedi" del Grande Yuan; è come un raggio di luce che taglia la brezza primaverile."

Il significato di queste parole è: "Non c'è spazio nell'universo neanche per un sottile bastoncino. Ho capito che tulle le cose del mondo, gli esseri umani così come tutto quanto il resto, sono espressione del nulla. Sarò probabilmente stroncato dalla spada di un soldato mongolo. È come se egli tagliasse la brezza di primavera con un lampo di luce."

Sia il soldato mongolo che stava per colpire Sogen, sia Sogen che stava per essere colpito, sono parte dello stesso nulla e la spada che stava per eseguire il taglio scaturisce dal nulla anch'essa. L'azione del colpire non lascia traccia dietro di sè come un raggio di luce che taglia la brezza di primavera.

Si dice che di fronte alla calma di Sogen ed alla sua compostezza anche nel momento in cui la spada fu innalzata, il soldato mongolo non poté infliggere il colpo e si inchinò di fronte a lui in adorazione.

Takuan commenta questa scena nel suo "Fudochi Shìnmyo Roku" e cita la poesia di Mugaku Sogen.

Takuan spiega che l'innalzare la spada da parte del soldato mongolo corrisponde ad un singolo momento illuminato da un raggio dì luce. Il monaco zen non pensava alla spada che stava per colpirlo nè all'uomo che maneggiava la spada, nè a sè stesso, che stava per essere colpito. Takuan prosegue:

"L'uomo, la spada ed io che sto per essere colpito sono il vuoto. Se questo è vero l'uomo che mi colpisce non è un uomo. La spada sguainata non è una spada. lo stesso sono come il vento che spira in primavera, tagliato da un fascio dì luce. La mente non sì ferma mai. La spada non si ricorda di aver tagliato il vento. Un uomo fa le cose migliori se dimentica la propria mente."

Quindi L'uomo che colpisce non è un uomo, la spada non è una spada, e colui che sta per essere colpito è come la brezza primaverile tagliata da un lampo di luce, che non lascia alcuna traccia. Quando una spada taglia il vento, la spada non sì accorge del taglio. In questo modo Takuan spiega che è molto importante non fermare la mente neanche per un momento quando stiamo compiendo qualche azione. Questo concetto non appartiene esclusivamente alle arti marziali. Infatti, quando uno balla e muove i piedi, se vuole ballare bene e cerca di controllare i movimenti, non sarà mai in grado di ballare bene perché la sua mente si ferma su questo desiderio. Non vi riuscirà finché non abbandonerà la mente e diverrà inconsapevole dì ogni pensiero e soprattutto del fatto dì poter ballare bene. Se qualcuno si cimenta in qualche arte, come quella della spada, o la cerimonia del tè, si deve predisporre in uno stato di "non-mente" (mushin), uno stato che si acquisisce dopo aver abbandonato la propria mente.

La mente può essere abbandonata solo quando l'arte diventa una seconda natura attraverso l'esercizio e in ogni altra situazione quando si è conosciuto così profondamente sé stessi da essere in grado di abbandonare sè stessi e bruciare completamente in ogni gesto.


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