Pubblichiamo l'estratto di un Insegnamento offerto da Taigô Kônin Sensei durante la Pratica Zen.
Sono molto felice stamattina di vedervi più o meno al completo nel Dōjō in questa nuova disposizione che percepisco chiaramente come molto potente, è una forte percezione fisica quella che mi investe entrando nel Dōjō.
Si percepisce chiaramente l’equilibrio, l'armonia, la connessione.
Questo è un grandissimo insegnamento sul quale possiamo fare grande affidamento
anche nella nostra vita quotidiana; è uno straordinario insegnamento che ci
viene dalla pratica nel Dōjō.
L’equilibrio e lo squilibrio, nei gesti, negli spazi, nel nostro corpo... si
manifestano continuamente, di momento in momento e se non ci accontentassimo di
sopravvivere e di tirare avanti fino a sera, la vita quotidiana sarebbe uno
straordinario luogo di esplorazione ogni giorno.
Dal semplice camminare, al disporre gli oggetti, al lavorare... la continua
esplorazione della dimensione dell'equilibrio e dello squilibrio, dell'armonia
e della disarmonia. La percezione dell’equilibrio, dell’armonia, ci
nutre tanto quanto il cibo e l'aria che respiriamo. Dobbiamo continuare a
coltivarla ed approfondirla. Nel Dōjō significa non essere approssimativi senza essere pedanti, si chiede di
essere presenti e concentrati, non si tratta di rispettare delle regole che
qualcun altro ha deciso. Si tratta di percepire sulla pelle l'equilibrio e lo
squilibrio, l'armonia e la disarmonia di ogni situazione, spazio, gesto,
relazione… e sulla base di questa percezione intuitiva si possono eventualmente
fissare delle regole, come promemoria.
Nel Dōjō si coltiva una profonda educazione dello
spirito, della mente, della sensibilità del cuore perché a poco a poco
educandovi a questa esperienza riuscirete a trasporre questa percezione dell'equilibrio
e squilibrio, dell'armonia e disarmonia ad ogni situazione che incontrate nella
vita quotidiana.
Come un funambolo che cammina sulla sua fune: un abile funambolo mette in atto
degli aggiustamenti impercettibili nel mantenere l'equilibrio. Il suo movimento
diventa elegante e fluido. Chi sale per la prima volta sul filo ha difficoltà
anche a muovere il primo passo, fa movimenti grossolani e ampi per cercare di
mantenere l'equilibrio; è quello che fanno la maggior parte delle persone nella
propria vita quotidiana. Gesti ampi, fuori tempo, fuori misura, troppo grandi o
troppo piccoli non adeguati a quello che richiede la situazione, inefficaci, e
questo genera una grande sofferenza in se e negli altri. Ecco perché è tanto importante studiare e perfezionare queste forme e questi linguaggi, perché ci diventino propri, divengano la nostra seconda natura. E allora ovunque andrete sarà il vostro Dōjō, la vostra casa, percepirete chiaramente quale debba essere il vostro posto, il vostro spazio, il tempo giusto. Come diceva Omori Sogen, sarete maestri ovunque andrete. Maestri significa essere padroni di casa, a proprio agio ovunque vi troviate.
Vi invito ad esplorare questa dimensione, osservate
il mondo e voi stessi con estrema attenzione, come se foste un funambolo su un
filo, osservate come l'equilibrio e lo squilibrio della situazione si
manifestino.
Basta un piccolo movimento, a volte uno spostamento impercettibile per evitare
una caduta. Lo spostamento di una mano, un cambio di tono nella voce, il dire o
non dire una parola, basta un piccolo aggiustamento per ritrovare l'equilibrio
in ogni momento.
E nella densità della Pratica nel Dōjō comprendiamo quanto siamo rozzi e insensibili perché presi dai nostri pregiudizi e condizionamenti, per cui non vediamo quello che la situazione richiede ma vediamo solo quello che vorremmo vedere e che abbiamo già deciso debba essere... dobbiamo invece diventare estremamente fluidi e cambiare continuamente, adattarci come l'acqua si adatta ad un recipiente.
Non ci possono essere piani prestabiliti.
Quello che imparerete domani non vi servirà oggi, diceva il mio Maestro.
Rinforzate questa percezione, questa sensibilità.
Uscendo dal Dōjō guardate e osservatevi anche nel semplice camminare per strada, studiate il modo in cui camminate, il modo in cui distribuite il peso a seconda delle vostre condizioni fisiche... studiate, diventerà una danza, anche il semplice camminare diventerà un’espressione artistica, un’appassionante esplorazione.
Questo dovrebbe essere la nostra vita in ogni momento. Non semplicemente tirare a sopravvivere, arrivare alla sera per ricominciare un'altra giornata aspettando chissà cosa...
Il nostro compito è di fare della nostra vita, attraverso questo corpo e questa forma, la più alta espressione che possiamo esprimere.
La bellezza che non può essere disgiunta dall'amore.
Allora la vita diventa un’avventura appassionante dovunque la si viva, in qualunque condizione, anche in una cella di prigione, può essere un'esplorazione infinita se la viviamo con questa attitudine.
(registrazione e sbobinatura a cura di Monica Tainin De Marchi)
E nella densità della Pratica nel Dōjō comprendiamo quanto siamo rozzi e insensibili perché presi dai nostri pregiudizi e condizionamenti, per cui non vediamo quello che la situazione richiede ma vediamo solo quello che vorremmo vedere e che abbiamo già deciso debba essere... dobbiamo invece diventare estremamente fluidi e cambiare continuamente, adattarci come l'acqua si adatta ad un recipiente.
Non ci possono essere piani prestabiliti.
Quello che imparerete domani non vi servirà oggi, diceva il mio Maestro.
Rinforzate questa percezione, questa sensibilità.
Uscendo dal Dōjō guardate e osservatevi anche nel semplice camminare per strada, studiate il modo in cui camminate, il modo in cui distribuite il peso a seconda delle vostre condizioni fisiche... studiate, diventerà una danza, anche il semplice camminare diventerà un’espressione artistica, un’appassionante esplorazione.
Questo dovrebbe essere la nostra vita in ogni momento. Non semplicemente tirare a sopravvivere, arrivare alla sera per ricominciare un'altra giornata aspettando chissà cosa...
Il nostro compito è di fare della nostra vita, attraverso questo corpo e questa forma, la più alta espressione che possiamo esprimere.
La bellezza che non può essere disgiunta dall'amore.
Allora la vita diventa un’avventura appassionante dovunque la si viva, in qualunque condizione, anche in una cella di prigione, può essere un'esplorazione infinita se la viviamo con questa attitudine.
(registrazione e sbobinatura a cura di Monica Tainin De Marchi)
© Tora Kan Dōjō
www.iogkf.it
www.torakanzendojo.org
#karatedo #okinawagojuryu #artimarziali #torakandojo #torakan
#taigospongia #iogkf #moriohigaonna #karateantico #karatetradizionale #zen
#zazen #zensoto #karate #artimarziali #budo #kenzenichinyo #bushido #dojo
#taigosensei #gojuryu #karatedo #meditazione #buddhismo #kenzenichinyo
#kenzenichinyoblog #taigokoninsensei #kusen #funambolo #equilibrio
Nessun commento:
Posta un commento