C'è un tempo per vedere
ed un tempo per non vedere. Anche se ci sforziamo, per rassicurarci, di rendere
con precisione quel che vediamo, quel qualcosa è già altro.
Come un piede che ricalca le proprietà della terra, gli occhi includono la forma, questo è il nostro precetto, quel che chiamiamo il precetto della Buddha-natura. Solo così noi possiamo essere davvero etici, morali.
La paura ci fa vigili e cauti, quindi scattanti, ma c'è una paura che ha paura e che rallenta l'azione e ci fa esitare.
La paura nasce dal vedere, dal pensare...
Quindi: vedere senza vedere, pensare senza pensare. Come un bicchiere sollevato, sospeso nel vuoto, come la postura immobile dello zazen nella sua obiettiva immobilità.
Il soggetto guarda solo se riguardato.
C'è un'obbiettività in quel soggetto proprio nel momento in cui quella coscienza non ha più oggetti. Allora il soggetto vede ancora prima di vedere qualcosa, prima di qualificarlo.
Il nome e la persona coincidono, ma per brevissimo tempo per fortuna, anzi quando non c'è tempo per vedere, per dire...
Dove si intersecano le rette del tempo e dello spazio s'individua un punto senza dimensione, senza peso, totalmente obiettivo, come, tra il bianco e il nero, la persona grigia, di un tangibile grigio assoluto e universale: l'esplosivo sfavillìo del bianco contrapposto al nero.
I nostri occhi includono la forma, non hanno tempo per guardare; è così che noi siamo eretici e morali. Il tempo della forma e degli occhi coincidono. Non si ha un tempo per vedere, né c'è un tempo per vedere.
Così se un pesce nuota, tutta l'acqua degli oceani è il suo nuotare.
Come un piede che ricalca le proprietà della terra, gli occhi includono la forma, questo è il nostro precetto, quel che chiamiamo il precetto della Buddha-natura. Solo così noi possiamo essere davvero etici, morali.
La paura ci fa vigili e cauti, quindi scattanti, ma c'è una paura che ha paura e che rallenta l'azione e ci fa esitare.
La paura nasce dal vedere, dal pensare...
Quindi: vedere senza vedere, pensare senza pensare. Come un bicchiere sollevato, sospeso nel vuoto, come la postura immobile dello zazen nella sua obiettiva immobilità.
Il soggetto guarda solo se riguardato.
C'è un'obbiettività in quel soggetto proprio nel momento in cui quella coscienza non ha più oggetti. Allora il soggetto vede ancora prima di vedere qualcosa, prima di qualificarlo.
Il nome e la persona coincidono, ma per brevissimo tempo per fortuna, anzi quando non c'è tempo per vedere, per dire...
Dove si intersecano le rette del tempo e dello spazio s'individua un punto senza dimensione, senza peso, totalmente obiettivo, come, tra il bianco e il nero, la persona grigia, di un tangibile grigio assoluto e universale: l'esplosivo sfavillìo del bianco contrapposto al nero.
I nostri occhi includono la forma, non hanno tempo per guardare; è così che noi siamo eretici e morali. Il tempo della forma e degli occhi coincidono. Non si ha un tempo per vedere, né c'è un tempo per vedere.
Così se un pesce nuota, tutta l'acqua degli oceani è il suo nuotare.
Maestro F. Taiten Guareschi
Tratto da 'Fatti di Terra'
Tratto da 'Fatti di Terra'
Ed. CasadeiLibri
© Tora Kan Dōjō
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