Capita spesso che debba prendere su con me
l'indispensabile e andare a camminare da sola per un po' senza sapere dove e
perché.
Anche perché un perché non c'è ma un dove sì.
È un 'rituale' che mi piace. Ieri ad esempio, passeggiavo per il parco vicino casa;
in lontananza un papà e due bambini che giocavano a nascondino, gli alberi
cullati dal vento estivo, il canto delle cicale, l'erba ben curata, e poi c'ero
io.
Tutto, i colori, il profumo fresco dell'erba, le risa lontane dei bimbi, i miei
piedi orrendi che mi perseguitano, tutto mi riportava a qualcosa di già
vissuto... un déjà vu, si dice così!
Ho speso metà del tempo della mia passeggiata a cercare un ricordo di un
ricordo piacevole? Sì... e non l'ho trovato.
A trovarmi, o forse è più consono
dire, a salvarmi da quel vortice di tenera ricerca è stato il suono improvviso
di una campana... un solo rintocco, chiaro, limpido e così vicino a me.
Stop...
L'istinto è stato quello di capire da dove provenisse, ma poco prima, poco
prima di ricercarlo con gli occhi e la mente, le mie orecchie e il mio cuore
hanno assistito ad un senso di unione profonda, oso dire alla terra che mi
ospitava in quel momento. Quel tocco così tondo e semplice mi ha riportato qui,
nel tutto.
Allora il rintocco di una campana assume il significato di
"Unità" che va aldilà di ogni pensiero razionale.
Mentre la mente
cerca un perché, il cuore lo comprende e lo realizza nel presente.
La mente usa
la memoria ma un cuore puro l'annienta.
Mentre la mente trova un motivo ''in
più'' per vivere, il cuore sta dicendo: "Nasci e muori ad ogni istante, ogni
battito è ultimo. Sei già vivo, sei già morto."
Ecco, il tocco della campana che
ha accompagnato il mio passo, non aveva più provenienza, né nome di una
religione, e poco importa da chi sia scaturito, da un monaco cristiano,
da un monaco buddista...
È un suono universale che unisce tutti in egual
misura, senza distinzioni...
E se ascolto bene a fondo dentro di me la sento
ancora risuonare come una benedizione.
Da un ricordo nasce così un altro
ricordo che spero però di poter presto dimenticare.
Monica De Marchi
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