domenica 30 dicembre 2018

Coltivare noi stessi


Tratto dalla rivista “Judo”, Giugno 1915. Pubblicato in ‘Jigoro Kano - Fondamenti del Judo’ 1997 Luni Editrice.
L'obiettivo ultimo della disciplina Judo è di raggiungere il perfezionamento di sé nel contributo alla società, e anche chi non pratica Judo approverà questo principio e non troverà da obiettare sul fatto che il Kodokan persegua questo fine.
L'argomento di oggi verterà appunto su questo tema, in particolare sulla tecnica o metodologia con cui raggiungere un perfetto equilibrio in se stessi, argomento di grande interesse per tutti, oltre che per coloro che hanno intrapreso il cammino del Judo. Il primo passo nella formazione della persona è ovviamente affidato all'educazione del padre e della madre, e successivamente a quella di Maestri e anziani. Ma al risveglio della consapevolezza esso viene corroborato dalla volontà, cioè dalla determinazione di migliorare la propria personalità, Punto di partenza per immettersi nella coltivazione morale e spirituale.
Tuttavia la volontà o lo sforzo non bastano se non sappiamo indirizzarli in pratica a realizzare il nostro scopo nel modo desiderato. E come si può indirizzare a esso lo sforzo spirituale e fisico? Esamineremo la questione analiticamente.
Il primo argomento è la coltivazione intellettuale.
Molti pensano che l'educazione culturale appartenga soltanto alla competenza della scuola, ma si può acquistare cultura anche senza frequentarla regolarmente.
Un modo di apprendere consiste nell'acquisire nozioni parlando e ragionando poi sull'argomento: accumuliamo conoscenza perfino attraverso la lettura di due righe del giornale, allenandoci nel contempo a imparare nuovi ideogrammi. E nello scrivere, soprattutto se si è costretti a esprimere opinioni o pensieri, si deve usare il vocabolario, domandare a qualcuno, inventare la locuzione: tutti esercizi che perfezionano la capacità di pensare e di riflettere.
E’ un allenamento anche quando, pensando ai giorni passati o alla giornata appena trascorsa, esaminiamo se le cose sono state fatte bene o male, Ripromettendoci quindi di continuarle o di non ripeterle, secondo i risultati ottenuti, E ancora, quando ci troviamo di fronte a qualche difficoltà nelle amicizie e nel lavoro, con un amico, un collega, il superiore, e perfino nei problemi di conduzione di un'impresa, il fatto di raziocinare o argomentare sul comportamento o la decisione da prendere ci porta, oltre alle cognizioni generali, una conoscenza reale del mondo.
Questa è cultura nel senso vivo e vero della definizione stessa.
Non è un caso se molte persone, prive della più rudimentale preparazione sono riuscite ad acquisire una vera cultura; esse, a volte davvero di gran valore, hanno imparato a leggere e a ragionare nel corso del vivere quotidiano, e il fatto che la loro conoscenza sia frutto di volontà e di necessità rende questo sapere del tutto utile, senza sovrastrutture superflue, e il modo di ragionare è accurato e appropriato, essendo sperimentato su fatti pratici e reali. Sul piano pratico a volte un laureato è inferiore a chi si è allenato da solo nella vita, esempio eloquente per comprendere che la vera educazione non è quella ricevuta passivamente, quanto facendo uso della volontà, ovviamente coadiuvata da costanti allenamento ed esercitazione. Con questo naturalmente non voglio affermare l'inutilità del sistema scolastico, dico semplicemente che anche senza un diploma l'uomo può altrettanto acquistare una personalità di valore.
L'educazione scolastica ci insegna la costanza e la concentrazione -per questo è bene che tutti possano accedervi - e dal punto di vista intellettuale istruisce con nozioni utili e addestra la mente e la capacità di osservazione. Per mettere a frutto tutto questo, il metodo assume un'importanza determinante
A esempio mi pare indispensabile una considerazione sull'opportunità e l'utilità della scelta dei libri e dei sussidi didattici, prima di iniziarne l'uso.
Nel caso della lettura di un quotidiano, valutiamo ugualmente se vale la pena di spendere tempo rinunciando a un altro tipo di lettura; se riteniamo utile farlo è opportuno interrogarsi sulla validità di certi articoli o argomenti seguendo la dottrina del «miglior impiego della mente e del corpo».
La stessa lettura deve essere fatta a modo: scorrere precipitosamente non porta beneficio, bisogna anzitutto sforzarsi di comprendere, confrontando ciò che si legge con le nozioni e le esperienze acquisite, ogni volta in modo accurato e diligente, che è il segreto di una lettura efficace. A ogni modo, sia nella vita scolastica che in quella del lavoro, il metodo esposto nell'insegnamento Judo permette di ottenere vantaggi impiegando minore energia, cosicché Un’intelligenza comune può anche eccellere su una non comune e anche senza istruzione scolastica si può acquisire una posizione superiore a chi dispone di un diploma; del resto è in questo che consiste il significato di addestramento intellettuale e mentale.
Se si vuole aver successo nella scuola, nel lavoro e nella vita in generale, un altro elemento importante è la «solerzia» e anch'essa ha bisogno di essere coltivata, come tutto. Sarebbe auspicabile che fosse data, fin da bambini l'abitudine a essere diligenti su ogni cosa, ma se sfortunatamente non abbiamo avuto questo bene, basta volerlo.
La prima cosa da fare è meditare sulla preziosità del tempo, sullo spreco dı energia, e rendersi consapevolmente conto di quanto siano grandi le sue conseguenze. Una volta acquisita la consapevolezza di come sia impagabile il tempo e quanto sia riprovevole sprecare energia, l'uomo diventa di solito insofferente del trascorrere inutilmente anche un solo attimo. Naturalmente lavorare senza sosta non ci è possibile: abbiamo bisogno di nutrirci e riposarci, ma una cosa è il riposo e un'altra è sprecare tempo, e lo stesso riposo deve rispondere al risultato matematico della dottrina «miglior impiego della mente e del corpo».
Una volta che abbiamo deciso di non sprecare un attimo, il secondo passo consiste nell'utilizzare le piccole frazioni del tempo impiegandole per qualche lavoro o studio: questo, si dirà, richiede, oltre la fermezza dell'agire, anche l'intelletto, insufficiente tuttavia se non viene sorretto dalla forza di volontà, che è l'elemento primario per compiere ciò che abbiamo in mente, ciò che sentiamo di dover fare per esigenze anche personali; questo è l'aspetto che richiede il maggiore sforzo nell'applicare l'insegnamento ricevuto, banco di prova, a esempio, per la comprensione del randori.
Un altro addestramento che non può essere trascurato consiste nel coltivare attraverso la volontà la capacità di autocontrollo, esercizio utile per ottenere numerosi risultati vantaggiosi; del resto anche la solerzia, in molti casi, viene allenata con l'aiuto di questa forza e proprio per questo motivo ogni essere umano, a prescindere dall'età e dalla posizione sociale, dovrebbe applicarsi alla disciplina di dominare i desideri e frenare le emozioni.
L'errore più frequente è di manifestare nelle parole e negli atti la nostra ira senza riflessione, mentre una calma considerazione ci potrebbe salvare dai disagi, soprattutto se la ragione è dalla nostra parte; perfino nel caso contrario la politica migliore è quella di non esprimere rabbia, per il bene di tutti.
Lo spirito di autocontrollo sarà applicato anche per correggere i vizi abituali: spendere inutilmente il denaro, essere disordinati, trascurare la salute; cose di cui è difficile liberarsi se non si ha una ferma determinazione. Questa capacità di dominare se stessi dipende, in ultima analisi, dalla forza di volontà, che nel Judo si acquisisce automaticamente durante il periodo d'apprendimento.
A questo punto vorrei sottolineare all'attenzione dei miei discepoli che lo scopo dell'esercizio Judo sta nell'acquisizione della padronanza dei movimenti fisici e del proprio animo, e quindi dovete essere voi prima degli altri a saperlo applicare quotidianamente, mettendolo in pratica senza indugio nel caso di atteggiamenti positivi e controllandovi con determinazione nei casi contrari. A ogni modo sono certo che anche coloro che non praticano il Judo sapranno trarre notevole risultato da questo principio purché siano solleciti ad applicarlo nella vita. L'ultimo tema è la coltivazione del corpo, a cui l'addestramento del Judo contribuisce con notevole aiuto e facilitazione. Ho usato il termine «shuyō» (coltivazione) invece di quello più comune di «tanren» (rinforzamento) perché,  mentre con quest'ultimo si designa (riferendosi all'addestramento fisico) un irrobustimento ottenuto sottoponendosi al caldo, al freddo o alla fatica, in aggiunta all'accezione di «tanren» il termine <«shuyō» vuole intendere lo sviluppo della tendenza naturale di ogni persona, fortificandone con esercizi appropriati i punti deboli, ma senza violentarli; come pure correggere la postura, al fine di conquistare un equilibrio generale del corpo. Naturalmente questo è un risultato che si può ottenere anche con altri metodi, ma il Judo offre molteplici vantaggi e convenienze, di cui farò un esempio. Parlando strettamente dal punto di vista ginnico - poiché c'è anche L’allenamento concepito nello spirito tanren – il nostro metodo non somiglia ad altri consueti e più diffusi, a quel modo meccanico di fare ginnastica seguendo collettivamente I comandi, né assomiglia a quell'altro modo di far ripetere individualmente i movimenti servendosi di qualche attrezzo, perché la metodologia del Judo offre, in sintesi, una libertà che permette a ognuno di rinforzare i propri punti strategici secondo il volere e la necessità, rispettando la personalità nella scelta dei movimenti.
Da ciò che ho esposto ognuno comprenderà quanto siano grandi le conquiste e i risultati che si possono ottenere coltivando lo spirito e il corpo, sicché una mente anche mediocre può acquisire una posizione di rispetto quando una mente eccelsa, ma incurante del proprio ammaestramento, finisce tra le persone inferiori alla media, episodio fra l'altro assai frequente.
Allora ognuno converrà su quanto sia efficace l'insegnamento del Judo per coltivare la personalità adoperando l'energia nel modo più efficace, sviluppando la forza di volontà nel corso dell'allenamento stesso, costituendo anche un'originale disciplina ginnica di notevole efficacia.


Nessun commento:

Posta un commento