sabato 6 marzo 2021

Il Mistero della Vita (Ita/Fra)

Lo sciocco vede un fiore ,
lo raccoglie e lo mette in un erbaio.

L’illuminato vede un fiore,
lo contempla e compone un poema.


Tu sei un mistero meraviglioso,
In questo mistero, siediti.
Smettila di credere di poter rispondere a tutte le nostre domande. Smetti di voler rispondere a tutte le domande che si alzano dentro di te. Perché la vita? Perché la morte? Perché il bene? Perché il male? Perché sono così? Perché gli altri sono così?
La vita si dà. Qualunque siano le tue domande interne, lei si dà a te, come un dono, un dono meraviglioso. È il mistero della vita che si offre al mistero dell'uomo, e il mistero dell'uomo che risponde con la sua presenza al mistero della vita. Lascia perdere tutte le domande inutili.
Diventa solo la vita che risponde alla vita con la vita. Questo mistero inaudito che risponde al mistero dell'universo vibrando misteriosamente. Non c'è bisogno di capire tutto. Si tratta solo di vivere, sperimentare la vita e tutti i suoi misteri. Pienamente, abbondantemente, generosamente.
Il bambino crede nel mistero e questo lo riempie di gioie. Sii di fronte alla vita come il bambino la mattina di Natale.
In te c'è una fonte nascosta, le cui acque attraversano il paese della tua mente.
Vai a questa fonte del mistero abbandonando tutte queste domande inutili, le voglie di gestire, controllare.
Rimani libero.
Non cercare più risposte alla vita, diventa la risposta.
La vita che risponde alla vita con la vita.
Questa ricerca ti porterà oltre la notte, più lontano del giorno, più lontano del bene, più lontano del male, più lontano della felicità, più lontano della disgrazia e bene, molto più lontano della vita, molto più lontano della vita, bene, molto più lontano della morte.
Tu sei un mistero meraviglioso.

(pag 148, 149)
Estratto dal libro - Bere la luna e cavalcare le nuvole

Federico Dainin Jõko Sensei
Centre Zen "La Montagne Sans Sommet" - Paris


Trascrizione a cura di Davide-Kudai 
(Illustrazione di Suzuki Harunobu)

Commento di Taigō Sensei 

In questa riflessione, Dainin sensei ci ricorda quella Povertà di Spirito di cui parlava anche Gesù, che non è intesa come ignoranza o stoltezza, ma si tratta di una semplicità fondata sulla purezza. Fa l’esempio dell’entusiasmo, della sorpresa, della curiosità del bambino che si sveglia la mattina di Natale e corre a guardare sotto l’albero i doni che sono arrivati.  
Dopo questi mesi di ritiro, di quarantena obbligata che ci ha visto rimanere nelle nostre case, solo qualche giorno fa abbiamo avuto il permesso di uscire e fare delle passeggiate. E anche la mia bimba che adesso ha quattro anni, è potuta uscire con me dopo tre mesi in casa, ha cominciato ad indicare ogni oggetto, ogni cosa che incontrava: “guarda papà … guarda l’albero … guarda il palo della luce …  guarda questa foglia … guarda le formiche”. Era come se vedesse tutto per la prima volta.
I bambini hanno naturalmente questo sguardo, non c’è bisogno di tenerli in quarantena. Quello sguardo che noi abbiamo perso perché siamo convinti di aver già capito tutto, di aver già visto tutto e compreso tutto.
Invece, come ci ricorda questo Insegnamento, la vita è un mistero, il mistero dell’uomo, il mistero della vita, un mistero da esplorare costantemente con tutto il nostro entusiasmo, con tutta la nostra gioia; proprio come un bambino che esce di casa dopo mesi e vede le cose per la prima volta.

Ichi go
Ichi e
E’ solo un’illusione pensare di aver visto già qualunque cosa, anche le cose più comuni, quelle che usiamo quotidianamente, le persone che incontriamo, perché una delle leggi fondamentali dell’Insegnamento del Buddha è : tutto cambia, tutto è in continua trasformazione, non c’è niente che rimane immobile e che rimane uguale a se stesso.
Quindi se comprendiamo intimamente questa verità, l’illusione di conoscere già, di aver già visto, cade, cade automaticamente, spontaneamente. 
Allora ogni incontro diventa il primo incontro; in giapponese si dice “Ichi go ichi e”, “Un incontro, una vita”. 
Ogni incontro è una vita intera, ogni incontro è la prima e ultima volta.
Che ricchezza ci offrirebbe la nostra vita se noi imparassimo a lasciar cadere tutte le nostre convinzioni, tutti i nostri pregiudizi, condizionamenti, anche le nostre stesse domande, quel pensiero continuo che crea nella nostra mente un ronzio costante. Avrete sentito che all’inizio del nostro Zazen c’era un rumore, un ronzio continuo che era probabilmente prodotto da un elettrodomestico. Abbiamo iniziato lo Zazen con questo rumore e abbiamo continuato per diversi minuti, forse quindici o venti minuti con questo rumore nelle orecchie e ci siamo abituati, è diventato parte del  nostro Zazen. Ad un certo punto si è interrotto ed è calato un profondo silenzio. Non è che il nostro Zazen abbia necessità di rifiutare il ronzio, se c’è il ronzio accoglie anche il ronzio; non è più fastidioso del cinguettio degli uccelli, ma dobbiamo sempre ricordare che al fondo di quel ronzio c’è un profondo silenzio.
Dainin Sensei dice: “ ricordati che in te c’è una fonte nascosta le cui acque attraversano il paese della tua mente”, quel silenzio profondo che è alla base ed è fondamento dei nostri pensieri, di quel ronzio costante che anima la nostra mente e che spesso non ci permette di ascoltare; la vita ci parla sussurrando, e se non siamo capaci di silenzio non riusciamo ad ascoltarla. Perché siamo pieni delle nostre idee, dei nostri calcoli, delle nostre paure, di tutto quello che ha condizionato il nostro sguardo, anche lo sguardo delle generazioni che ci hanno preceduto che ci è stato trasmesso.
Taigō Sensei
Lo Zazen ci insegna ad andare oltre questo, ci fa fare l’esperienza che esiste un fondo di non-pensiero, nello Zen è definito ‘Hishiryo’, il pensiero prima del pensiero, il pensiero vasto, il pensiero universale, il ‘pensiero cosmico’ come lo definiva Deshimaru Roshi, sul quale si muovono come nuvole i nostri pensieri ed illusioni.
Quando noi in Zazen facciamo l’esperienza di questo ci accorgiamo che possiamo prendere a fondamento della nostra vita quel pensiero, quella profondità e quella fonte misteriosa che è prima dei nostri pensieri. Allora, come quando si è interrotto il ronzio, cala il silenzio, un silenzio di pace, di gioia, di serenità in cui ci possiamo abbandonare, e possiamo affidarci a questa saggezza profonda che va oltre la nostra mente annebbiata che non ci permette di vedere chiaramente quello che abbiamo davanti nella forma preziosa e irripetibile in cui in ogni istante si manifesta.
Solo facendo silenzio, fondandoci su questo ‘Hishiryo’ su questo ‘pensiero prima del pensiero’, su questa fonte profonda e misteriosa alla quale possiamo attingere a piene mani, solo così possiamo porci di fronte alla vita con lo sguardo di un bambino che vede tutto per la prima volta.
Se sedete in Zazen a poco a poco  nasce una fiducia percepite che c’è qualcosa che ci sostiene e che è ancora prima della nostra capacità illusoria di calcolare, di pensare e di vedere che ci sostiene sempre e alla quale possiamo tornare costantemente.
Fate dello Zazen il vostro rifugio, dove tornare per rammemorarvi di questa meravigliosa occasione che è la nostra vita.

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Versione Francese 


Le sotvoit une fleur, 
il la coupe et la met dans un herbier.

L'éveillé voit une fleur, 
il la contemple et compose un poème.


Tu es un merveilleux mystère ...
en ce mystère, assieds-toi. 
Cesse de croire que nous pouvons répondre à toutes nos questions. Cesse même de vouloir répondre à toutes les questions qui s'élèvent en toi. Pourquoi la vie ? Pourquoi la mort ? Pourquoi le bien ? Pourquoi le mal ? Pourquoi suis-je comme cela ? Pourquoi les autres sont-ils ainsi ?
La vie se donne. Quelles que soient tes questions intérieures, elle se donne à toi, comme un don, un merveilleux don. C'est le mystère de la vie qui s'offre au mystère de l'homme, et le mystère de l'homme qui répond par sa présence au mystère de la vie. Laisse tomber toutes les questions inutiles. 
Deviens juste la vie qui répond à la vie par la vie. Ce mystère inouï qui répond au mystère de l'univers en vibrant mystérieusement. Nous n'avons pas besoin de tout comprendre. Il est juste question de vivre, de faire l'expérience de la vie et de tous ses mystères. Pleinement, abondamment, généreusement. L'enfant croit au mystère et cela le comble de joies. Sois face à la vie comme l'enfant le matin de Noël.
En toi, une source est cachée, dont les eaux sillonnent le pays de ton esprit.Va à cette source du mystère en abandonnant toutes ces questions inutiles, ces envies de gérer, de contrôler. Demeure libre. Ne cherche plus de réponses à la vie, deviens la réponse. La vie qui répond à la vie par la vie. Cette quête te mènera plus loin que la nuit, plus loin que le jour, plus loin que le bien, plus loin que le mal, plus loin que le bonheur, plus loin que le malheur et bien, bien plus loin que la vie, bien, bien plus loin que la mort.
Tu es un merveilleux mystère.

Extrait de Boire la lune et chevaucher les nuages 
Federico Dainin Jõkõ Sensei
(Illustration Suzuki Harunobu)

Commentaire de Taigō Sensei 
(faite par Davide-Kudai)

Dans cette réflexion, Dainin sensei nous rappelle cette pauvreté d'Esprit dont Jésus a également parlé, qui n'est pas comprise comme l'ignorance ou la folie, mais c'est une simplicité basée sur la pureté. Il illustre l'enthousiasme, la surprise, la curiosité de l'enfant qui se réveille le matin de Noël et court chercher sous le sapin les cadeaux qui sont arrivés.
Après ces mois de retrait, de mise en quarantaine forcée qui nous ont vu rester chez nous, il y a quelques jours seulement nous avons été autorisés à sortir et à nous promener. Et ma petite fille, qui a maintenant quatre ans, a pu sortir avec moi après trois mois à la maison, a commencé à indiquer chaque objet, tout ce qu'elle a rencontré: "regarde papa ... regarde l'arbre ... regarde le poteau lumineux ... regarde cette feuille ... regarde les fourmis ". C'était comme tout voir pour la première fois. Les enfants ont naturellement ce regarde, il n'est pas nécessaire de le garder en quarantaine. Ce regard qui nous a manqué parce que nous sommes convaincus que nous avons déjà tout compris, que nous avons déjà tout vu et tout compris. Au contraire, comme nous le rappelle cet enseignement, la vie est un mystère, le mystère de l'homme, le mystère de la vie, un mystère à explorer constamment avec tout notre enthousiasme, avec toute notre joie; tout comme un enfant qui quitte la maison après des mois et voit les choses pour la première fois.

Ichi go 
Ichi e
Ce n'est qu'une illusion de penser que nous avons déjà tout vu, même les choses les plus courantes, celles que nous utilisons quotidiennement, et les gens que nous rencontrons, car l'une des lois fondamentales de l'enseignement du Bouddha est: tout change, tout change constamment , il n'y a rien qui reste immobile et qui reste égal à lui-même.
Donc, si nous comprenons intimement cette vérité, l'illusion de savoir déjà, d'avoir déjà vu, tombe, tombe automatiquement, spontanément. Ensuite, chaque rencontre devient la première rencontre; en japonais, il est écrit "Ichi go ichi e", "Une rencontre, une vie". Chaque rencontre est une vie entière, chaque rencontre est la première et la dernière fois.
Quelle richesse notre vie nous offrirait si nous apprenions à abandonner toutes nos croyances, tous nos préjugés, le conditionnement, même nos propres questions, cette pensée continue qui crée un bourdonnement constant dans notre esprit. Vous avez peut-être entendu qu'au début de notre Zazen il y avait un bruit, un bourdonnement continu qui était probablement produit par un appareil. Nous avons commencé le Zazen avec ce bruit et avons continué pendant plusieurs minutes, peut-être quinze ou vingt minutes avec ce bruit dans les oreilles et nous nous y sommes habitués, il est devenu une partie de notre Zazen. À un moment donné, il s'est arrêté et un profond silence est tombé. Ce n'est pas que notre Zazen ait besoin de refuser le bourdonnement, s'il y a le bourdonnement, il accueille aussi le bourdonnement; ce n'est pas plus ennuyeux que le chant des oiseaux, mais il faut toujours se rappeler qu'au fond de ce bourdonnement il y a un profond silence. 
Dainin Sensei dit: "souviens-toi qu'il y a en toi une source cachée dont les eaux traversent le pays de ton esprit", ce silence profond qui est à la base et qui est le fondement de nos pensées, de ce bourdonnement constant qui anime notre esprit et qui souvent ne nous permet pas d'écouter; la vie nous parle en chuchotant, et si nous ne sommes pas capables de garder le silence, nous ne pouvons pas l'écouter. Parce que nous sommes pleins de nos idées, de nos calculs, de nos peurs, de tout ce qui a conditionné notre regard, même le regard des générations qui nous ont précédé qui nous a été transmis.
Taigō Sensei
Zazen nous apprend à aller au-delà de cela, nous fait expérimenter qu'il existe un fond de non-pensée, dans le Zen on l'appelle 'Hishiryo', pensée avant pensée, vaste pensée, pensée universelle, 'pensée cosmique' comme Deshimaru Roshi l'a défini, sur lequel nos pensées et nos illusions se déplacent comme des nuages.
Lorsque nous en faisons l'expérience en Zazen, nous réalisons que nous pouvons prendre cette pensée, cette profondeur et cette source mystérieuse qui est devant nos pensées comme le fondement de notre vie. Puis, comme lorsque le bourdonnement s'est arrêté, le silence tombe, un silence de paix, de joie, de sérénité dans lequel nous pouvons nous abandonner, et nous pouvons compter sur cette profonde sagesse qui va au-delà de notre esprit trouble qui ne nous permet pas de voir clairement ce que nous avons devant nous sous la forme précieuse et irremplaçable sous laquelle il se manifeste à chaque instant. Ce n'est qu'en silence, basé sur ce «Hishiryo», sur cette «pensée avant pensée», sur cette source profonde et mystérieuse dont nous pouvons puiser à pleines mains, que de cette façon, nous pouvons affronter la vie avec le regard d'un enfant qui voit tout pour la première fois.Si vous vous asseyez peu à peu en Zazen, une confiance naît, vous percevez qu'il y a quelque chose qui nous soutient et que c'est avant même notre illusoire capacité à calculer, penser et voir qui nous soutient toujours et sur laquelle nous pouvons constamment revenir. Faites de Zazen votre refuge, où revenir pour vous rappeler cette merveilleuse opportunité qu'est notre vie.


© Tora Kan Dōjō















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