Ci mancheranno oggi tutte le esternazioni di quelli
che ogni lunedì maledicono il dover tornare al lavoro.
Oggi saranno gli stessi che maledicono il dover restare a casa...
E' la dimostrazione lampante che molti stanno gettando via la propria vita nella maggioranza dei casi perchè non hanno avuto il coraggio di fare le giuste scelte al momento opportuno (che di solito sono quelle più scomode e rischiose) e perchè hanno cercato sempre fuori di sé stessi il motivo della propria felicità e sodisfazione (lavoro, vacanze, relazioni...).
La dimostrazione che il lavoro da fare innanzitutto è su sé stessi.
Il problema non è il lavoro o lo stare a casa, ma il problema sei tu ed è un problema che ti porti dietro dovunque tu sia e in qualunque condizione ti trovi.
Giorni fa ho ricordato ai miei allievi il passaggio di un Sutra in cui il Buddha dialoga con un possidente mandriano.
Quest'ultimo individua la ragione della propria serenità nel possesso delle bestie, nella casa, nella famiglia...
Il Buddha gli fa capire che se fonda la propria serenità e pienezza su quel che immancabilmente muta e decade sarà costretto a soffrire e gli dimostra che si può essere felici senza casa, fuoco, possedimenti se si è radicati nel proprio vero sé....allora, anche la casa, le relazioni, il proprio lavoro assumono un significato e valore totalmente diversi.
«Ho cotto il riso, ho munto le vacche» disse il pastore Dhaniyo«abito con la mia gente sulla riva del fiume Mahi.
La capanna è coperta, il fuoco arde. Quindi, o cielo, piovi pure, se tu lo desideri!»
«In me non c'è collera né aridità mentale» disse il Beato «io dimoro per una sola notte sulla sponda del fiume Mahi.La capanna è scoperta, il fuoco è spento. Quindi, o cielo, piovi pure, se tu lo desideri!»
Taigō Sensei
Oggi saranno gli stessi che maledicono il dover restare a casa...
E' la dimostrazione lampante che molti stanno gettando via la propria vita nella maggioranza dei casi perchè non hanno avuto il coraggio di fare le giuste scelte al momento opportuno (che di solito sono quelle più scomode e rischiose) e perchè hanno cercato sempre fuori di sé stessi il motivo della propria felicità e sodisfazione (lavoro, vacanze, relazioni...).
La dimostrazione che il lavoro da fare innanzitutto è su sé stessi.
Il problema non è il lavoro o lo stare a casa, ma il problema sei tu ed è un problema che ti porti dietro dovunque tu sia e in qualunque condizione ti trovi.
Giorni fa ho ricordato ai miei allievi il passaggio di un Sutra in cui il Buddha dialoga con un possidente mandriano.
Quest'ultimo individua la ragione della propria serenità nel possesso delle bestie, nella casa, nella famiglia...
Il Buddha gli fa capire che se fonda la propria serenità e pienezza su quel che immancabilmente muta e decade sarà costretto a soffrire e gli dimostra che si può essere felici senza casa, fuoco, possedimenti se si è radicati nel proprio vero sé....allora, anche la casa, le relazioni, il proprio lavoro assumono un significato e valore totalmente diversi.
«Ho cotto il riso, ho munto le vacche» disse il pastore Dhaniyo«abito con la mia gente sulla riva del fiume Mahi.
La capanna è coperta, il fuoco arde. Quindi, o cielo, piovi pure, se tu lo desideri!»
«In me non c'è collera né aridità mentale» disse il Beato «io dimoro per una sola notte sulla sponda del fiume Mahi.La capanna è scoperta, il fuoco è spento. Quindi, o cielo, piovi pure, se tu lo desideri!»
Taigō Sensei
© Tora Kan Dōjō
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