martedì 29 settembre 2020

Le mani compiono dei riti

Ogni volta che siamo connessi al cuore, le nostre mani compiono riti. Ogni volta che facciamo qualcosa con presenza e consapevolezza, il corpo diventa veicolo di una conoscenza in grado di agire sulla percezione che abbiamo del mondo e della nostra vita.
Per esempio, lavarsi i capelli può diventare un atto di purificazione: laviamo via la tristezza, i pensieri pesanti, le preoccupazioni; fare il pane in casa diventa un atto di creazione: la materia inerte diventa viva, lievita, prende forma sotto le nostre dita e poi diventa cibo, nutre il corpo e lo spirito; cucire diventa un atto di riparazione: riunire ciò che è stato separato, riparare ciò che è stato rotto e farlo con bellezza aggiungendoci un tocco di creatività, qualche toppa colorata qua e là.
Nelle nostre mani è racchiuso un potere che viene troppo spesso dimenticato a favore della mente e della tecnologia e scordiamo il potere dei riti semplici, della magia nascosta nelle piccole cose della vita.
Ogni atto della nostra vita può rivestirsi di significato ed essere vissuto accogliendone l’intrinseca bellezza; per riuscirci occorre imparare a calarsi nel presente e abitare il corpo in modo da spogliare l’azione da eventuali giudizi ed aspettative in quanto potrebbero imbrigliare la nostra mente in una spirale di pensieri senza fine, che ci porterebbero lontano dal momento presente. Quando siamo presenti in noi stessi, il gesto diventa meditazione e ci apre ad una comprensione più ampia di ciò che viviamo in quell’attimo.
Non stiamo parlando di pensiero magico, di magia simpatica, bensì di un modo di vivere più pieno che ci offre un’esperienza vissuta nei suoi diversi aspetti, che coinvolge le diverse parti del nostro essere: quella fisica, emotiva, creativa ed intellettuale. Siamo totali nell’esperienza, siamo integri mentre compiamo azioni semplici che diventano un ponte tra materia e spirito.
Le azioni semplici diventano riti quando siamo in grado di riconoscere la profondità del significato della vita. Quando cerchiamo di spiegare un concetto difficile ad un bimbo, usiamo simboli, allegorie: la materia si fa interprete di un mondo invisibile fatto di lezioni astratte, emozioni e pensieri; in questo modo è possibile toccare con mano la lezione, farla propria.
Il mondo fa la stessa cosa con noi tutti i giorni: ci mette di fronte a lezioni preziose che possiamo cogliere per arricchire la nostra vita interiore, seguendo una dialettica che solo l’inconscio capisce se non siamo presenti in noi, ma il linguaggio è lo stesso: simboli, metafore, allegorie. Il mondo parla una lingua universale che si parla con le mani, coi sogni, coi colori, con ciò che facciamo col corpo, con le mani. Possiamo comprendere questo linguaggio arcano quando siamo consapevoli e presenti nell’azione, quando il Fare incontra l’Essere.
Ciò che facciamo con le nostre mani rappresenta il modo in cui agiamo nel mondo quindi la domanda è: cosa facciamo con le nostre mani? Forse cerchiamo di spargere bellezza attraverso la pittura, la scrittura, l’arte; forse cerchiamo di rendere il mondo un posto migliore accudendo gli altri, aiutandoli, accompagnandoli; forse cerchiamo di costruire, di coltivare, di prenderci cura delle prime necessità di chi ci sta attorno; o forse agiamo per lasciare una traccia, una testimonianza, un ricordo di noi, di ciò che abbiamo imparato, esperito in questa vita? Ogni giorno compiamo migliaia di azioni che crediamo senza significato, senza importanza, ma lo sono solo se non riusciamo a guardare davvero l’impatto che possono avere nella nostra vita e in quella degli altri.
La pagnotta appena sfornata nutrirà una famiglia, regalerà un calore dall’antico sapore e forse farà nascere la voglia di imparare, di fare altrettanto, tramandando un sapere che nell’era digitale rischierebbe di scomparire dalle nostre case, privandoci di una gioia semplice, di un saper-fare che ha accompagnato l’essere umano per gran parte della sua storia. L’azione consapevole diventa un’azione sacra; diventiamo l’agente che sacralizza il profano, scopriamo la meraviglia nascosta nel semplice, nell’umile, nel piccolo.
Essere presente e consapevole mentre si compiono nel quotidiano queste azioni semplici ci aiuta a non dare nulla per scontato, a “leggere” il mondo ogni giorno come se fosse la prima volta. Le mani connesse al cuore, che riconoscono nella materia la porta verso il nostro mondo interiore, compiono gesti senza aspettative, rinnovando ad ogni momento la consapevolezza che il significato dell’esistenza si nasconde anche, e soprattutto, nelle piccole cose di tutti i giorni. Ogni attimo può essere un dono se si riesce ad aprire la mano al mondo.

Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in discipline bio-naturali
articolo originale tratto dal sito eticamente.net scaricabile qui



© Tora Kan Dōjō





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1 commento:

  1. Grazie, Sensei, per aver condiviso questo articolo molto interessante, profondo e ricco di spunti di riflessione.

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