Ogni volta che siamo connessi al cuore,
le nostre mani compiono riti. Ogni volta che facciamo qualcosa con presenza e
consapevolezza, il corpo diventa veicolo di una conoscenza in grado di agire
sulla percezione che abbiamo del mondo e della nostra vita.
Per esempio, lavarsi i capelli può
diventare un atto di purificazione: laviamo via la tristezza, i pensieri
pesanti, le preoccupazioni; fare il pane in casa diventa un atto di creazione:
la materia inerte diventa viva, lievita, prende forma sotto le nostre dita e
poi diventa cibo, nutre il corpo e lo spirito; cucire diventa un atto di
riparazione: riunire ciò che è stato separato, riparare ciò che è stato rotto e
farlo con bellezza aggiungendoci un tocco di creatività, qualche toppa colorata
qua e là.
Nelle nostre mani è racchiuso un potere
che viene troppo spesso dimenticato a favore della mente e della tecnologia e
scordiamo il potere dei riti semplici, della magia nascosta nelle piccole cose
della vita.
Ogni atto della nostra vita può
rivestirsi di significato ed essere vissuto accogliendone l’intrinseca
bellezza; per riuscirci occorre imparare a calarsi nel presente e abitare il
corpo in modo da spogliare l’azione da eventuali giudizi ed aspettative in
quanto potrebbero imbrigliare la nostra mente in una spirale di pensieri senza
fine, che ci porterebbero lontano dal momento presente. Quando siamo presenti
in noi stessi, il gesto diventa meditazione e ci apre ad una comprensione più
ampia di ciò che viviamo in quell’attimo.
Non stiamo parlando di pensiero magico,
di magia simpatica, bensì di un modo di vivere più pieno che ci offre
un’esperienza vissuta nei suoi diversi aspetti, che coinvolge le diverse parti
del nostro essere: quella fisica, emotiva, creativa ed intellettuale. Siamo
totali nell’esperienza, siamo integri mentre compiamo azioni semplici che
diventano un ponte tra materia e spirito.
Le azioni semplici diventano riti quando
siamo in grado di riconoscere la profondità del significato della vita. Quando
cerchiamo di spiegare un concetto difficile ad un bimbo, usiamo simboli,
allegorie: la materia si fa interprete di un mondo invisibile fatto di lezioni
astratte, emozioni e pensieri; in questo modo è possibile toccare con mano la
lezione, farla propria.
Il mondo fa la stessa cosa con noi tutti
i giorni: ci mette di fronte a lezioni preziose che possiamo cogliere per
arricchire la nostra vita interiore, seguendo una dialettica che solo l’inconscio
capisce se non siamo presenti in noi, ma il linguaggio è lo stesso: simboli,
metafore, allegorie. Il mondo parla una lingua universale che si parla con le
mani, coi sogni, coi colori, con ciò che facciamo col corpo, con le mani.
Possiamo comprendere questo linguaggio arcano quando siamo consapevoli e
presenti nell’azione, quando il Fare incontra l’Essere.
Ciò che facciamo con le nostre mani
rappresenta il modo in cui agiamo nel mondo quindi la domanda è: cosa facciamo
con le nostre mani? Forse cerchiamo di spargere bellezza attraverso la pittura,
la scrittura, l’arte; forse cerchiamo di rendere il mondo un posto migliore
accudendo gli altri, aiutandoli, accompagnandoli; forse cerchiamo di costruire,
di coltivare, di prenderci cura delle prime necessità di chi ci sta attorno; o
forse agiamo per lasciare una traccia, una testimonianza, un ricordo di noi, di
ciò che abbiamo imparato, esperito in questa vita? Ogni giorno compiamo
migliaia di azioni che crediamo senza significato, senza importanza, ma lo sono
solo se non riusciamo a guardare davvero l’impatto che possono avere nella
nostra vita e in quella degli altri.
La pagnotta appena sfornata nutrirà una
famiglia, regalerà un calore dall’antico sapore e forse farà nascere la voglia
di imparare, di fare altrettanto, tramandando un sapere che nell’era digitale
rischierebbe di scomparire dalle nostre case, privandoci di una gioia semplice,
di un saper-fare che ha accompagnato l’essere umano per gran parte della sua
storia. L’azione consapevole diventa un’azione sacra; diventiamo l’agente che
sacralizza il profano, scopriamo la meraviglia nascosta nel semplice,
nell’umile, nel piccolo.
Essere presente e consapevole mentre si
compiono nel quotidiano queste azioni semplici ci aiuta a non dare nulla per
scontato, a “leggere” il mondo ogni giorno come se fosse la prima volta. Le
mani connesse al cuore, che riconoscono nella materia la porta verso il nostro
mondo interiore, compiono gesti senza aspettative, rinnovando ad ogni momento
la consapevolezza che il significato dell’esistenza si nasconde anche, e
soprattutto, nelle piccole cose di tutti i giorni. Ogni attimo può essere un
dono se si riesce ad aprire la mano al mondo.
Sandra “Eshewa” Saporito
Autrice e operatrice in discipline
bio-naturali
articolo originale tratto dal sito eticamente.net scaricabile qui
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© Tora Kan Dōjō
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Grazie, Sensei, per aver condiviso questo articolo molto interessante, profondo e ricco di spunti di riflessione.
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