sabato 20 aprile 2019

Un Roshi





Pubblichiamo lo scritto che un’allieva di Shunryu Suzuki Roshi ha dedicato al suo Maestro.

Nonostante l'ingenuità con cui è rappresentata la figura del Roshi (che altro non significa che 'prete anziano' in Giappone ma che l'autrice utilizza come l'equivalente di Maestro) l'immagine che ne deriva da l'idea dell'impatto che si ha incontrando un uomo della Via, un Maestro Zen che incarna i principi della Pratica.
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Un Roshi è una persona che ha realizzato quella perfetta libertà che costituisce la potenzialità di tutti gli esseri umani.
Egli vive libero nella pienezza di tutto il suo essere, il flusso della sua coscienza non
è fatto di strutture fisse e ripetitive come la nostra consueta coscienza egocentrica, ma sorge anzi spontaneo e naturale dalle effettive circostanze del presente.
Tutto ciò comporta una vita dalle caratteristiche straordinarie: capacità di rimanere sempre a galla con le proprie risorse, vigore, spontaneità, semplicità, umiltà, serenità, allegria, incredibile perspicacia e incommensurabile compassione.
Il suo intero essere attesta che cosa significhi vivere nel presente.
Anche senza che si dica o faccia nulla, l'impatto puro e semplice dell'incontro con una personalità così evoluta può essere sufficiente perché cambi l'intero sistema di vita di
un'altra persona.
Ma in definitiva non è la straordinarietà del maestro a creare nello studente perplessità, curiosità e profondità, anzi è proprio la sua totale ordinarietà.
Siccome egli è semplicemente se stesso, funge da specchio per i suoi studenti.
Quando stiamo con lui, avvertiamo nitidamente le nostre forze e le nostre debolezze senza alcun senso di approvazione o di critica da parte sua.
In sua presenza vediamo la nostra faccia originaria, e ciò che vediamo come una cosa tanto straordinaria non è altro che la nostra vera natura.
Quando impariamo a lasciar libera la nostra intima natura, i confini tra maestro e discepolo scompaiono in un profondo flusso di essere e di gioia al dischiudersi della mente di Buddha"

Trudi Dixon
Kyoto 1970

Tratto da ‘Mente Zen Mente di Principiante’ ed. Ubaldini

© Tora Kan Dōjō




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