"E l'aria è
nuova.
E tutto, attimo per
attimo, è com'è, che s'avviva per apparire.
Volto subito gli occhi
per non vedere più nulla fermarsi nella sua apparenza e morire.
Così soltanto
io posso vivere, ormai. Rinascere attimo per attimo.
Impedire che il pensiero
si metta in me di nuovo a lavorare, e dentro mi rifaccia il vuoto delle vane
costruzioni.
La città è lontana. Me
ne giunge, a volte, nella calma del vespro, il suono delle campane.
Ma ora
quelle campane le odo non più dentro di me, ma fuori, per sé sonare,
che forse
ne fremono di gioia nella loro cavità ronzante,
in un bel cielo azzurro pieno
di sole caldo tra lo stridio delle rondini o nel vento nuvoloso,
pesanti e così
alte sui campanili aerei. Pensare alla morte, pregare.
C'è pure chi ha ancora questo
bisogno, e se ne fanno voce le campane.
Io non l'ho più questo bisogno, perché
muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi:
vivo e intero, non più
in me, ma in ogni cosa."
Luigi Pirandello
Luigi Pirandello
Luigi Pirandello, Uno, nessuno e centomila |
© Tora Kan Dōjō
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