Quando le persone sentono l’espressione
«l’isola del sé» pensano spesso che significhi che devono vivere da sole ed
escludere dalla propria vita la gente e tutto il resto. Ma questa pratica,
questo tipo di «vivere da soli», non significa che intorno a te non c’è
nessuno. Significa soltanto che sei saldamente insediato nel qui e ora; sei
consapevole di tutto quello che sta succedendo nel momento presente.
Usi
la tua presenza mentale per diventare consapevole di tutto, di ogni sentimento,
ogni percezione di te stesso, oltre a quello che sta succedendo intorno a te
nella tua comunità. Sei sempre con te stesso, non ti perdi. Quello è il modo
più profondo di vivere una vita di solitudine.
Praticare
la solitudine significa praticare l’essere in questo singolo momento, non
prigioniero del passato, non trascinato via dal futuro, e soprattutto non
trascinato via dalla folla.
Non
devi isolarti nella foresta. Puoi vivere con le persone, andare in drogheria,
camminare insieme ad altri, e puoi comunque godere del silenzio e della
solitudine.
Nella
società odierna, con così tante cose intorno a te che reclamano a gran voce la
tua attenzione e la tua reazione, quella solitudine interiore è una cosa che
devi imparare. Anche trascorrere un po’ di tempo da soli ogni giorno è positivo.
Magari
pensi di poter essere contento unicamente quando ti trovi con altre persone,
parlando e ridendo e spassandotela. Ma gioia e felicità possono essere
smisurate anche in solitudine, talmente profonde da donarti una maggiore
capacità di condividere. Se hai profonda gioia e felicità, sviluppate in
solitudine, hai molto da dare. Senza la capacità di stare solo ti esaurisci
sempre più. E quando non hai abbastanza nutrimento per te stesso non hai molto
da offrire agli altri. Ecco perché è importante imparare a vivere in
solitudine.
Ogni
giorno dedica un po’ di tempo allo stare da solo, perché facilita la pratica di
nutrire te stesso e osservare in profondità. Questo non significa che è
impossibile praticare lo stare soli e l’osservare in profondità quando si è con
una folla di persone. È possibile. Persino quando sei seduto nella piazza del
mercato puoi essere da solo e non venire trascinato via dalla folla. Sei ancora
te stesso, ancora padrone di te stesso. Analogamente puoi essere ancora te
stesso persino se ti trovi coinvolto in una vivace discussione di gruppo e
persino se esiste una forte emozione collettiva. Puoi continuare a dimorare al
sicuro e saldamente nella tua isola.
Ci
sono due dimensioni di solitudine e sono entrambe importanti. La prima è essere
soli fisicamente. La seconda è riuscire a essere sé stessi e rimanere centrati
persino nel bel mezzo di un gruppo. È perché sei a tuo agio nella solitudine
che puoi essere in comunione con il mondo. Mi sento legato a te perché sono
pienamente me stesso. È semplice: per legarsi davvero al mondo devi prima
tornare a collegarti con te stesso.
Da
‘Il Dono del Silenzio’
Di
Thich Nhat Hanh
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