Quando ho iniziato la pratica delle arti marziali, ero un giovane ragazzo di 12 anni, lo
feci proprio come Sensei Paolo Taigō Spongia con una grande passione ed uno smisurato
interesse.
Ho
provato soddisfazione nel diventare forte e abile, e venni attratto
immediatamente dalla lettura di libri sul Buddhismo e su altre tradizioni sapienziali, ho fatto poi esperienza delle brevi
fiammate di eccitazione vincendo medaglie, ho cominciato a meditare quando
avevo 16 anni e ho sviluppato un profondo interesse per le arti terapeutiche e per
la loro relazione con le arti marziali.
Non in tutti i luoghi dove mi sono
allenato ho ritrovato questo profondo e vasto interesse. Ho dovuto mettere in
pratica una sorta di istinto da “cacciatore-raccoglitore” per soddisfare le mie
esigenze, passioni ed interessi. Mi sono allenato perciò in differenti arti
marziali nello stesso momento e ho incontrato molti, differenti, insegnanti.
Quest'azione di “caccia-raccolta” mi ha condotto al Goju-Ryu di Okinawa. Anche
se non ha soddisfatto immediatamente tutti i miei interessi, era davvero un “pacchetto
completo” rispetto a quel che avevo incontrato fino ad allora ed è stato in
questo contesto che Sensei Paolo ed io ci siamo incontrati. Io penso che
entrambi apprezzavamo profondamente l'arte per quel che aveva potuto offrirci e
condividevamo la “fame” di approfondire, arricchire e perfezionare la pratica
dell'arte quanto più potevamo.
E' raro e prezioso quando si riesce
ad incontrare un collega, un allievo o un insegnante, che è interessato a tutte
le dimensioni dell'arte. Quando mi è capitata la fortuna di incontrarne uno, ho
avuto l'impressione di incontrare un vecchio amico. Qualcuno che ti sembra di
conoscere da sempre e che parla la tua stessa “lingua interiore”, anche se non
vi siete mai incontrati prima in questa vita.
Sensei Paolo Taigō Spongia è stato
un tale collega ed amico per me. Quando ci incontrammo, sull'autobus che ci
portava (attraverso la foresta di Sherwood) al Gasshuku Europeo IOGKF a cui
avremmo preso parte a Sheffield, immediatamente e in modo molto naturale ci
riconoscemmo amici.
Da allora ci siamo incontrati
moltissime volte. In molte località del mondo e anche nelle nostre rispettive
città e nei nostri Dojo. La nostra amicizia in modo naturale si è estesa e ha
incluso molti altri. Molti dei miei allievi adorano incontrare Sensei Paolo e
ogni volta che vengo in Italia non vedo l'ora di incontrare i membri della
famiglia del Karate di Sensei Paolo.
Attraverso gli anni, quasi due
decadi ora, Sensei Paolo ed io abbiamo condiviso moltissimo. Le gioie e le benedizioni
e i dolori e la fatica della vita ordinaria, la profondità e l'ampiezza della
nostra condivisa visione dell'arte e la nostra visione dell'educazione,
dell'allenamento, dell'organizzazione e molti altri argomenti. Il valore di
questi scambi ci ha ispirato a creare opportunità per incontrarci, e questi
incontri sono occasioni che aspettiamo sempre con gioia. Sensei Paolo è venuto
in Olanda per tre o quattro volte, per offrire la sua esperienza e intuizione
negli eventi che denominammo “Ken Zen Ichinyo Gasshuku”, attraverso i quali
esplorammo in che modo queste due importanti tradizioni sono “unità” e in cosa
invece sono differenti e possono offrire l'una all'altra importanti strumenti
di pratica ed ispirazione. Quando io a mia volta son venuto a Roma, si sono
spesso create opportunità in cui potessi immergermi profondamente negli aspetti
più profondi dell'arte e delle sue valenze energetiche attraverso il Sanchin,
Tensho e Kiko.
So bene cosa significhi condurre un’organizzazione
come la IOGKF Italia e un dojo. Ho avuto modo di vedere Sensei Paolo in azione,
in un modo che mi ha sempre ispirato. L'infinita dedizione dei suoi allievi e
di lui stesso, la continua ricerca del perfezionamento, della stabilità e dell’armonia
dell'organizzazione anche in periodi turbolenti e la calda amicizia che lega i
suoi allievi sono solo pochi, alcuni degli aspetti che hanno suscitato in me
rispetto e mi hanno ispirato, ogni volta che ho avuto occasione di essere in
Italia per insegnare. So per mia personale esperienza e per la conoscenza che
ho della sua vita quanto lavoro nascosto, quanto sforzo e resistenza siano
richiesti ad un uomo per creare qualcosa di magnifico come lui ha fatto. E la
capacità richiesta per mantenere quel livello di impegno, coinvolgimento e
qualità per 30 anni è degna di una grande celebrazione e di un profondo
inchino!
_/\_ con amore, gioia e rispetto,
Sydney
Leijenhorst
capo Istruttore IOGKF Olanda
VI Dan
When I started martial arts as a young, 12 year old
boy, I did so, like Sensei Paolo Taigo Spongia, with great passion and a
broad interest. I enjoyed becoming strong and able, I soon read books on
Buddhism and other wisdom traditions, experienced short bursts of excitement
when winning medals, started meditation when I was 16 and got interested in the
healing arts and how they related to the martial arts. Not everywhere where I
trained this broad and deep interest was common. I had to be a kind of
‘hunter-gatherer’ to satisfy my needs, passion and interest. I therefor trained
different martial arts at the same time and met many different teachers. This hunting
and gathering also led me to Okinawa
goju-ryu. Even though it did not satisfied all my interest right away, it
was much more of a complete package then what I had encountered so far and it
was in that context that Sensei Paolo
and I met. I think we both deeply appreciated the art for what it had to offer
us and shared a drive to deepen, enrich and improve the practice of it as much
as we could.
It is rare and precious when one finds a colleague, a
student or a teacher that is interested in all the dimensions of the art. When I
meet one, it feels like I meet an old friend. Someone you somehow already know
and speaks your ‘underlying language’, even though you have never met in this
life. Sensei Paolo Taigo Spongia was such a friend and colleague
for me. When we met, in the bus to the European Gasshuku in Sheffield, we immediately and naturally became friends.
Since then we have met each other many times. In various places in the world
and also I each other’s home towns and home dojos. Our mutual friendship also extended
to include many others. Many of my students love to see him and when I come to
Italy I always long to see the members of Sensei Paolo’s karate family.
Throughout the years, almost two decades now, Sensei Paolo and I have shared a lot.
The blessings and struggles of ordinary life, the depth and breadth our shared
art and our views on education, training, organization and other topics. The
value of these exchanges inspired us to create opportunities to meet each other
more often to which we always look forward. Sensei
Paolo came to the Netherlands for three or four times, to offer his experience
and insight at our Ken Zen Ichinyo
Gasshukus, on which we explored how these two traditions are ‘one’ or how
they are different and can offer each other something of use and inspiration.
When I came to Rome, I have often delved deeply into the kinetic and energetic
aspects of the art through sanchin, tensho and kiko.
I know what it takes to run an organisation and a dojo.
I have seen Sensei Paolo doing that
in a way that has always inspired me. The never ending dedication of his
students and himself, the ongoing search for improvement and the organizational
stability in turbulent times and the warm friendship amongst his students are
just a few aspects that awoke both respect and inspiration in me, whenever I
visited his home country to teach. I know from my own experience and his life
how much hidden work, effort and endurance it demands from a person to do it as
good as the way he did it. Being able to maintain that level of effort,
involvement and quality for 30 years is worth a big celebration and a deep bow!
_/\_ with love, joy and respect,
Sydney
Leijenhorst
capo Istruttore IOGKF Olanda
VI Dan
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in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale
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ai sensi della legge n. 62 del 07 Marzo 2011
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