mercoledì 29 maggio 2019

Chiedere Scusa o della Forma

Pubblichiamo un estratto dall'articolo tratto dall'interessantissimo blog di Laura Imai Messina: 'Giappone Mon Amour' che vi invitiamo caldamente a seguire e che ringraziamo.


Questo il link diretto all'articolo:



<...>Le parole sono come ferite sulla pelle, scriveva Pasolini. Ma le parole possono essere anche carezze.

I giapponesi chiedono scusa con frequenza, nella stessa misura in cui sanno ringraziare. Domandare perdono, però, ha un significato più complesso di quel che uno straniero potrebbe pensare.
Ci si scusa per ogni disservizio, ci si scusa con prontezza. Quando un treno fa tardi di un solo minuto e l’altoparlante amplifica la voce del capotreno che con quel suo timbro nasale – enunciato così perchè, dicono, renda più comprensibili le parole attraverso il gracchiare del macchinario – recita la formula di scuse e spiega le cause. C’è bisogno di scusarsi così tanto? mi chiedevo all’inizio perplessa, divertita.





Gli stranieri spesso fraintendono, pensano che a ricevere le scuse l’altro stia dichiarando la propria colpevolezza, la propria debolezza e stia invece ribadendo la ragione, la “vittoria” altrui. Eppure il “sumimasen” すみません, il “gomennasai” ごめんなさい, il “moushiwakearimasen” 申し訳ありません di un giapponese comunicano altro e nascondono una forte tempra.

Invero ci si scusa innanzitutto per smorzare i toni. E se qualcuno, con fare aggressivo, inizierà a colpire d’accuse un commesso, un addetto delle ferrovie, un impiegato egli, per prima cosa, chiederà scusa al fine di far sbollire l’altro e riportare il tono della conversazione alla calma. Da lì si partirà alla ricerca del problema e di una sua possibile soluzione.<...>

<...>La parola verità è agli angoli della bocca dell’occidentale. La parola forma su quelli del giapponese.
E basta muoversi nel mondo perchè l’occidentale ricerchi la verità nelle azioni dell’interlocutore, autenticità in ciò che lo circonda e, invece, il giapponese vi noti la forma, la bellezza del relazionarsi, la giustezza che il codice di comportamento suggerisce.<...>

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