“La tua giustizia non
può nulla: tutto viene dall’alto”(1).
Così affrontò il suo sacrificio per gli
altri.
Quando ci si siede in
Zazen, che se ne sia consapevoli o no, la nostra pratica è a vantaggio degli
altri. Gli altri sono tutti i fenomeni; tutti i fenomeni sono Buddha, Dio.
Quando si pratica
Zazen, si pratica (per) la Via del Buddha.
E ad un Cristiano direi: si pratica (per) Dio.
E ad un Cristiano direi: si pratica (per) Dio.
Soli, non si può
cogliere la verità. E’ necessaria molta compassione, che è il vero Satori dello
Zen: compatire, condividere l’esperienza/la passione altrui.
Tutto è com-passione. Le
piante, gli animali, il vento la manifestano continuamente.
Non è qualcosa di
emotivo, non ha nulla a che vedere con il sentimentalismo, con un pietismo
affettato. E’ la natura dell’uomo, la natura di tutte le cose. Ma noi ci
opponiamo.
Sin dall’inizio, tutte
le esistenze sono dirette dal karma, che alcuni chiamano ‘destino’.
Allo stesso
tempo però si è diretti anche dal voto di Buddha, che spinge al Risveglio(2).
In condizioni favorevoli o sfavorevoli, tutti siamo su questa strada, che non
ha limiti di lunghezza né di larghezza. Non serve preoccuparsi di dove vada a
finire.
“Shujō Muhen Seigandō”
(“Per quanto innumerevoli siano gli esseri faccio voto di salvarli”) non è un
voto impossibile: semmai è inesauribile. Comprendere che è inesauribile è il
Satori. Apparentemente è di un’ampiezza che mette terrore, ma è anche la gioia
più ampia, inesprimibile. Manifestare una devozione che non avrà mai fine è
rendere assoluta ed eterna la nostra esistenza relativa ed effimera.
‘Far voto di salvare’
significa ‘innumerevoli’, che a sua volta significa ‘tutti gli esseri’; ‘Shujō’
significa Muhen, che significa Seigandō.
La vera Compassione non ha oggetto e
non ha bisogno di soggetto.
“Io provo compassione per” è troppo limitato. C’è completa libertà nella frase “Shujō Muhen Seigandō”, ed è molto importante l’eguaglianza a cui ho accennato.
“Io provo compassione per” è troppo limitato. C’è completa libertà nella frase “Shujō Muhen Seigandō”, ed è molto importante l’eguaglianza a cui ho accennato.
Il nostro cervello, il
nostro linguaggio è povero.
“Faccio voto di salvare tutti gli esseri” è un
periodo semplice, ma per considerare contemporaneamente i tre elementi della
proporzione deve intervenire una coscienza più ampia.
“Far voto” significa
riconoscere il proprio volto originale, fare l’esperienza autentica di Kū, il
vuoto.
Noi immaginiamo il
vuoto come un buco nero, una sagoma geometrica. Non è così.
E’ come se ci fosse una
grande torta. È una torta enorme, oppure non è grande affatto.
Non c’è nulla
dentro e non c’è nulla fuori. C’è la torta. Chi ha grandi ideali prende una
grossa fetta. Chi è minuzioso, raffinato, ne prende piccole fette, una per
volta.
Poi c’è chi prende soltanto le briciole e c’è chi, non preoccupandosi
affatto di prendere o non prendere, prende tutta la torta insieme.
Siamo proprietari del
cosmo, ma per sentirci proprietari di qualcosa diciamo “ questo è mio!” Eppure
tutto è già nostro.
Di questo tutto, prendiamo solo un pezzettino, lo recintiamo e alla fine crediamo di possedere quel piccolo spazio recintato, che invece è in balia del tempo…
Di questo tutto, prendiamo solo un pezzettino, lo recintiamo e alla fine crediamo di possedere quel piccolo spazio recintato, che invece è in balia del tempo…
Non si può “avere
compassione per qualcuno”. Compassione significa non-separazione;
lui, io, gli altri siamo tutti la stessa esistenza.
E’ impossibile comprenderlo razionalmente; si può solo praticare uno Zazen di non-convenienza, ricordare sempre i quattro voti del Bodhisattva(3).
lui, io, gli altri siamo tutti la stessa esistenza.
E’ impossibile comprenderlo razionalmente; si può solo praticare uno Zazen di non-convenienza, ricordare sempre i quattro voti del Bodhisattva(3).
“Shujō Muhen Seigandō”:
“ Per quanto innumerevoli siano gli esseri, faccio voto di salvarli”.
“Bonnō Mujin Seigandan”:
“ Per quanto infinite siano le illusioni, faccio voto d’illuminarle”.
“Hōmon Muryō Seigan
Gaku”: “ Per quanto incommensurabili siano i Dharma, faccio voto di
comprenderli”.
“Butsu Dō Mujō Seigan Jō”:
“ Per quanto perfetta sia la Via del Buddha, faccio voto di realizzarla”.
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Note al Lavoro
(1) “
(…) Pilato (…) chiese a Gesù: /Donde sei tu?”. Ma Gesù non gli diede risposta.
Allora Pilato gli disse: “Non parli a me? E non sai che io ho il potere di rilasciarti
o di crocefiggerti?” Gesù rispose: “Non avresti alcun potere sopra di me, se
non ti fosse dato dall’alto (…) ”. (Matteo XXVII)
(2) “ Faccio voto di salvare tutti gli esseri e non ottenere l’illuminazione prima
che tutti gli esseri l’abbiano ottenuta ”.
(3) Bosatsu: è la figura centrale del
Buddhismo Mahāyāna: un individuo la cui essenza (sattva) è la Bodhi (la
Saggezza). Il Bodhisattva è colui che potrebbe già essere un Buddha, ma non si
preoccupa di coltivare la propria Illuminazione, e piuttosto dedica ogni sua
azione o pensiero a condurre gli altri esseri nella Via.
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Tratto da:
" Il Pensiero Religioso di Taisen Deshimaru Roshi,
Maestro Zen del XXI° secolo "
di Taiten F. Guareschi
Ed. il Cerchio
(
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