Intervista condotta per
Dragon Times da Toshihiro Oshiro
Traduzione inglese di Haruko Chambers
Traduzione italiana di Paolo Taigō Spongia
Shuichi Aragaki Sensei |
Shuichi
Aragaki: Mio nonno Aragaki Ryuko era stato insegnante di Karate di Chojun
Miyagi quando era un bambino di circa dieci anni.
Dragon Times: Davvero ?!?
Shuichi Aragaki: Si! Chojun Sensei era così dotato che mio nonno lo portò ad
allenarsi con Kanryo Sensei.
Dragon Times: Quanti anni aveva in quel momento ?
Shuichi Aragaki: Aveva tra i 10 e i 12 anni. La famiglia Miyagi era vicina di
casa di mio nonno così Chojun Sensei passava molto tempo con lui praticando
Karate. Mio nonno gli insegnò come colpire di pugno, tecniche di base come
questa. Nonno era circa 13 anni più grande di Chojun Sensei. Mi ha raccontato
che un giorno Chojun Sensei gli chiese di indossare i suoi geta (ciabatte in
legno tradizionali, n.d.t.) perché egli si stava recando a combattere con
qualcuno in strada. Disse a mio nonno:"Nasconditi e osservami, se perdo
fuggi via". Nonno comprese che il ragazzo aveva bisogno di un Maestro
severo per controllarlo così lo portò a praticare con Kanryo Higaonna Sensei.
Poi la mia famiglia si trasferì a Taiwan e perse i contatti con Chojun Sensei.
Dopo la guerra tornammo ad Okinawa e si ristabilirono i contatti. Il suo Dōjō era in Tsuboya (pochi isolati dal Dōjō di Higaonna Sensei, n.d.t.) e nonno mi
portò da Chojun Sensei e io divenni un suo allievo al Giardino Dōjō. E' così
che è iniziata la mia pratica del Karate.
Dragon Times: Così ha avuto un
importante contatto con Chojun Sensei.
Shuichi Aragaki: Non personalmente, non
allora, ma avevo sentito così tanti racconti su Chojun Sensei da mio nonno. In quel
periodo Chojun Sensei rifiutava di accettare nuovi allievi, insegnava solo ad
An'ichi Miyagi, ma mi accettò a causa di mio nonno.
Dragon Times: Quando
accadde questo?
Shuichi Aragaki: Nel 1951. Io ero un insegnante di scuola
elementare. Lavoravo durante il giorno e la sera andavo a casa di Miyagi sensei
per praticare. Ci aspettava sempre nell'angolo del Dōjō sedendo in seiza. Così
anche se un giorno non mi sentivo di andare, dovevo proprio, perché Lui ci
stava aspettando tutte le sere. Non ci fece mai pagare nulla per l'allenamento.
Dragon Times: Doveva essere duro per il suo insegnante.
Shuichi Aragaki:
Riceveva uno stipendio per insegnare alla polizia così non dovette mai far pagare
gli allievi.
Dragon Times: E' duro per un allievo avere un tale debito di
riconoscenza.
Shuichi Aragaki: Bene, due volte all'anno alla festa di O Bon e per il Nuovo Anno come era usanza gli portavamo dei regali. Ed ogni giorno arrivavamo alle cinque in punto per tagliare la legna, portare l'acqua dal pozzo e lavorare nel giardino prima di iniziare l'allenamento alle 6. Così contribuivamo con il nostro lavoro a Chojun Sensei. Dopo la guerra la vita si fece sempre più dura e ognuno era povero.
Dragon Times: Solo due allievi
dunque, Lei e An’ichi Miyagi?
Shuichi Aragaki: Esatto.
Dragon Times: Ho sentito dire che Chojun Miyagi e Choki Motobu hanno avuto un combattimento. E' così?
Shuichi Aragaki: Bene, l'ho sentito anch'io, ma è meglio non fare commenti su tali argomenti. Entrambi sono stati grandi uomini del Karate così per rispetto nei loro confronti non voglio dire nulla.
Dragon Times: Ai vecchi tempi questi combattimenti erano piuttosto frequenti non è vero?
Shuichi Aragaki: Ai vecchi tempi, sì. L'altro giorno ho sentito dire dal direttore di una scuola elementare che in Koto Oyama, a Shuri, c'erano sempre persone pronte ad accettare sfide per combattere. Sai, kakedameshi. A Naha, al cimitero, potevi sempre trovare qualcuno con cui mettere alla prova la tua abilità. Anche quando camminavi per strada e vedevi qualcuno camminare verso di te che dava l'impressione di essere forte o aveva dei modi sgarbati potevi sfidarlo al kakedameshi. Non era una vera e propria lite o un confronto veramente serio si trattava piuttosto di un test di abilità. Se sfidavi qualcuno molto più forte o più debole,potevi ritirarti. Se incontravi qualcuno alla tua portata potevi combattere. Era raro che qualcuno si facesse male seriamente.
Dragon Times: Si dice che ai vecchi tempi in Okinawa non si praticasse il Kumite nel Dōjō.
Shuichi Aragaki: No, si praticava nel Dōjō e anche fuori. Quando lasciavi il Dōjō dovevi stare attento perché c'erano persone in giro pronte a iniziare un combattimento con gli allievi del Dōjō per verificare quanto fossero abili. Dovevi evitare i vicoli non illuminati nel tornare a casa ed essere sempre all'erta per essere sicuro che nessuno ti seguisse.
Dragon Times: Ho sentito persone dire che Miyagi Sensei era un gentiluomo. Altri dire che faceva paura. Qual è la sua personale esperienza in merito?
Shuichi Aragaki: Infatti Miyagi Sensei metteva veramente paura, era terrificante. Non potevo avvicinarmi a Lui, aveva una tale aura. Quando praticava Karate i suoi occhi ardevano in un bagliore ed emanavano potenza. Era un bushi (guerriero-gentiluomo, appellativo usato ad Okinawa per i grandi maestri di karate, da non confondere con il termine usato in Giappone per definire il Samurai. N.d.t.), il suo sguardo intimidiva. Quando mi parlava mi fissava coi suoi occhi e io mi impaurivo. Era come un serpente che fissava un topo, non potevo muovermi quando mi guardava. Comunque nella sua vita familiare era un uomo dolce e gentile. Durante la pratica era molto duro e ci dava delle sberle (…slap us, n.d.t.) perché quando ti si spiega qualcosa durante l'allenamento lo puoi dimenticare, ma se sei colpito ricorderai per sempre. Temevo così tanto le sue sberle. I miei senpai mi hanno raccontato che ai vecchi tempi se facevi una domanda ti ignorava. Comunque quando io mi allenavo al suo Dōjō Lui era più anziano e disponibile. Se facevamo una domanda ci spiegava dettagliatamente, così penso di essere stato molto fortunato ad allenarmi con Lui in quel periodo.
Dragon Times: Come allenava i suoi allievi Miyagi Sensei?
Shuichi Aragaki: Il giardino di Chojun Sensei era il suo Dōjō. Era piccolo ma c'erano enormi pietre. Ci diceva, spostate quella pietra qui, poi, spostatela là, poi rimettetela a posto. Ho pulito la casa ed il giardino per tre mesi prima di poter iniziare ad allenarmi. Se ci penso ora comprendo che mi stava mettendo alla prova per vedere se fossi sufficientemente motivato e serio verso la pratica. Naturalmente in quel periodo c'era solo un allievo, An'ichi Miyagi. L'unica ragione per la quale Chojun Sensei mi accettò come allievo era a causa della relazione che aveva con mio nonno...
Dragon Times: Miyagi Sensei praticava Sanchin a quel tempo?
Shuichi Aragaki: Ci testava con lo shime. Noi indossavamo soltanto dei pantaloncini non il karate gi, e ci colpiva sulle spalle, sul corpo, le gambe, ovunque. Grazie a ciò la nostra tecnica migliorò e i nostri corpi si rinforzarono.
Dragon Times: Cosa ci racconta circa gli altri Kata?
Shuichi Aragaki: Studiavamo il Gekki sai dai ichi, Saifa, Seiyunchin, Shisochin e Sesan in quest'ordine. La maggior parte del tempo ci allenavamo al condizionamento e potenziamento usando i chi'ishi, sashi, kongo ken e il makiwara. Molto tempo era dedicato a questo perché eravamo giovani. Come risultato, anche alla mia età posso ancora fare le stesse cose dei giovani.
Dragon Times: Come la sua pratica con Miyagi Sensei ha cambiato la sua vita?
Shuichi Aragaki: Cambiò non appena cominciai ad andare al Dōjō di Miyagi Sensei. Ho dedicato me stesso al Karate. Sebbene lavorassi durante il giorno e praticassi soltanto la notte, anche mentre lavoravo ero costantemente concentrato sul Karate ed ero enormemente influenzato da esso. Il Karate mi ha reso paziente, e mi ha donato una salute robusta. Ho quasi settant'anni ora ma, da quando ho iniziato ad andare al Dōjō di Chojun Sensei non è passato giorno nella mia vita in cui io non abbia pensato profondamente al Karate. Un mio Senpai disse che la pratica del Karate termina quando muori. Hai terminato quando ti mettono nella bara.
Dragon Times: E' cambiato il Goju-Ryu dopo la morte di Miyagi?
Shuichi Aragaki: Un mese prima della morte di Miyagi Sensei io partìì per andare a studiare a Tokyo. L'anno seguente tornai ad Okinawa e poi di nuovo tornai a Tokyo. Potevo vedere che l'allenamento nel continente cambiava continuamente (Aragaki sensei si riferisce al Goju-Ryu praticato in Giappone, n.d.t.).
Dragon Times: Mentre ad Okinawa?
Shuichi Aragaki: Non così tanto.
Dragon Times: Potrebbe paragonare il Goju-Ryu di Morio Higaonna Sensei con quel che ha imparato da Chojun Miyagi Sensei quando era giovane?
Shuichi Aragaki: E' identico. Si allena con i chi'ishi, sashi, allenamento alla potenza di base proprio come me. Questa è la sua politica. Usa i chi'ishi, sashi, e il makiwara proprio come facevo io quando mi allenavo con Miyagi Sensei. L'allenamento al makiwara è molto importante. Ai vecchi tempi sviluppavamo la nostra forza praticando hojo undo, colpendo il makiwara, e studiando i kata molto seriamente. Persone come Morio Sensei e io stesso portiamo avanti questa tradizione.
Dragon Times: Sensei, grazie per il suo tempo, siamo stati felici di parlare con lei.
Shuichi Aragaki: Bene, due volte all'anno alla festa di O Bon e per il Nuovo Anno come era usanza gli portavamo dei regali. Ed ogni giorno arrivavamo alle cinque in punto per tagliare la legna, portare l'acqua dal pozzo e lavorare nel giardino prima di iniziare l'allenamento alle 6. Così contribuivamo con il nostro lavoro a Chojun Sensei. Dopo la guerra la vita si fece sempre più dura e ognuno era povero.
An'ichi Miyagi, Shuichi Aragaki Sensei |
Shuichi Aragaki: Esatto.
Dragon Times: Ho sentito dire che Chojun Miyagi e Choki Motobu hanno avuto un combattimento. E' così?
Shuichi Aragaki: Bene, l'ho sentito anch'io, ma è meglio non fare commenti su tali argomenti. Entrambi sono stati grandi uomini del Karate così per rispetto nei loro confronti non voglio dire nulla.
Dragon Times: Ai vecchi tempi questi combattimenti erano piuttosto frequenti non è vero?
Shuichi Aragaki: Ai vecchi tempi, sì. L'altro giorno ho sentito dire dal direttore di una scuola elementare che in Koto Oyama, a Shuri, c'erano sempre persone pronte ad accettare sfide per combattere. Sai, kakedameshi. A Naha, al cimitero, potevi sempre trovare qualcuno con cui mettere alla prova la tua abilità. Anche quando camminavi per strada e vedevi qualcuno camminare verso di te che dava l'impressione di essere forte o aveva dei modi sgarbati potevi sfidarlo al kakedameshi. Non era una vera e propria lite o un confronto veramente serio si trattava piuttosto di un test di abilità. Se sfidavi qualcuno molto più forte o più debole,potevi ritirarti. Se incontravi qualcuno alla tua portata potevi combattere. Era raro che qualcuno si facesse male seriamente.
Dragon Times: Si dice che ai vecchi tempi in Okinawa non si praticasse il Kumite nel Dōjō.
Shuichi Aragaki: No, si praticava nel Dōjō e anche fuori. Quando lasciavi il Dōjō dovevi stare attento perché c'erano persone in giro pronte a iniziare un combattimento con gli allievi del Dōjō per verificare quanto fossero abili. Dovevi evitare i vicoli non illuminati nel tornare a casa ed essere sempre all'erta per essere sicuro che nessuno ti seguisse.
Miyagi Sensei |
Dragon Times: Ho sentito persone dire che Miyagi Sensei era un gentiluomo. Altri dire che faceva paura. Qual è la sua personale esperienza in merito?
Shuichi Aragaki: Infatti Miyagi Sensei metteva veramente paura, era terrificante. Non potevo avvicinarmi a Lui, aveva una tale aura. Quando praticava Karate i suoi occhi ardevano in un bagliore ed emanavano potenza. Era un bushi (guerriero-gentiluomo, appellativo usato ad Okinawa per i grandi maestri di karate, da non confondere con il termine usato in Giappone per definire il Samurai. N.d.t.), il suo sguardo intimidiva. Quando mi parlava mi fissava coi suoi occhi e io mi impaurivo. Era come un serpente che fissava un topo, non potevo muovermi quando mi guardava. Comunque nella sua vita familiare era un uomo dolce e gentile. Durante la pratica era molto duro e ci dava delle sberle (…slap us, n.d.t.) perché quando ti si spiega qualcosa durante l'allenamento lo puoi dimenticare, ma se sei colpito ricorderai per sempre. Temevo così tanto le sue sberle. I miei senpai mi hanno raccontato che ai vecchi tempi se facevi una domanda ti ignorava. Comunque quando io mi allenavo al suo Dōjō Lui era più anziano e disponibile. Se facevamo una domanda ci spiegava dettagliatamente, così penso di essere stato molto fortunato ad allenarmi con Lui in quel periodo.
Dragon Times: Come allenava i suoi allievi Miyagi Sensei?
Shuichi Aragaki: Il giardino di Chojun Sensei era il suo Dōjō. Era piccolo ma c'erano enormi pietre. Ci diceva, spostate quella pietra qui, poi, spostatela là, poi rimettetela a posto. Ho pulito la casa ed il giardino per tre mesi prima di poter iniziare ad allenarmi. Se ci penso ora comprendo che mi stava mettendo alla prova per vedere se fossi sufficientemente motivato e serio verso la pratica. Naturalmente in quel periodo c'era solo un allievo, An'ichi Miyagi. L'unica ragione per la quale Chojun Sensei mi accettò come allievo era a causa della relazione che aveva con mio nonno...
Dragon Times: Miyagi Sensei praticava Sanchin a quel tempo?
Shuichi Aragaki: Ci testava con lo shime. Noi indossavamo soltanto dei pantaloncini non il karate gi, e ci colpiva sulle spalle, sul corpo, le gambe, ovunque. Grazie a ciò la nostra tecnica migliorò e i nostri corpi si rinforzarono.
Dragon Times: Cosa ci racconta circa gli altri Kata?
Shuichi Aragaki: Studiavamo il Gekki sai dai ichi, Saifa, Seiyunchin, Shisochin e Sesan in quest'ordine. La maggior parte del tempo ci allenavamo al condizionamento e potenziamento usando i chi'ishi, sashi, kongo ken e il makiwara. Molto tempo era dedicato a questo perché eravamo giovani. Come risultato, anche alla mia età posso ancora fare le stesse cose dei giovani.
Dragon Times: Come la sua pratica con Miyagi Sensei ha cambiato la sua vita?
Shuichi Aragaki: Cambiò non appena cominciai ad andare al Dōjō di Miyagi Sensei. Ho dedicato me stesso al Karate. Sebbene lavorassi durante il giorno e praticassi soltanto la notte, anche mentre lavoravo ero costantemente concentrato sul Karate ed ero enormemente influenzato da esso. Il Karate mi ha reso paziente, e mi ha donato una salute robusta. Ho quasi settant'anni ora ma, da quando ho iniziato ad andare al Dōjō di Chojun Sensei non è passato giorno nella mia vita in cui io non abbia pensato profondamente al Karate. Un mio Senpai disse che la pratica del Karate termina quando muori. Hai terminato quando ti mettono nella bara.
Dragon Times: E' cambiato il Goju-Ryu dopo la morte di Miyagi?
Shuichi Aragaki: Un mese prima della morte di Miyagi Sensei io partìì per andare a studiare a Tokyo. L'anno seguente tornai ad Okinawa e poi di nuovo tornai a Tokyo. Potevo vedere che l'allenamento nel continente cambiava continuamente (Aragaki sensei si riferisce al Goju-Ryu praticato in Giappone, n.d.t.).
Dragon Times: Mentre ad Okinawa?
Shuichi Aragaki: Non così tanto.
Dragon Times: Potrebbe paragonare il Goju-Ryu di Morio Higaonna Sensei con quel che ha imparato da Chojun Miyagi Sensei quando era giovane?
Shuichi Aragaki: E' identico. Si allena con i chi'ishi, sashi, allenamento alla potenza di base proprio come me. Questa è la sua politica. Usa i chi'ishi, sashi, e il makiwara proprio come facevo io quando mi allenavo con Miyagi Sensei. L'allenamento al makiwara è molto importante. Ai vecchi tempi sviluppavamo la nostra forza praticando hojo undo, colpendo il makiwara, e studiando i kata molto seriamente. Persone come Morio Sensei e io stesso portiamo avanti questa tradizione.
Dragon Times: Sensei, grazie per il suo tempo, siamo stati felici di parlare con lei.
Spongia Sensei con Aragaki Sensei, Okinawa 1998 |
© Tora Kan Dōjō
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