martedì 12 ottobre 2021

Musubidachi, la posizione che unisce

Il 2016 è un anno che gli amanti dei film d’animazione ricordano bene. In quell’anno fu possibile ammirare sugli schermi del cinema l’ultima opera di Makoto Shinkai, acclamato regista già celebre per opere come “5cm al secondo” o “Il giardino delle parole”.

Tema portante del film, Your Name, era l’unione fra le persone. In un contesto di fantasia, il regista andava decifrando i sentimenti umani e le azioni che ci legano gli uni agli altri.

Al di là dell’indiscutibile bellezza del film, ad aver colpito la mia attenzione era stato un discorso pronunciato dalla nonna della protagonista:

“Musubi, questa parola ha un significato profondo. Intrecciare i fili è musubi, i legami tra le persone sono musubi, lo scorrere del tempo è musubi. Le corde intrecciate che noi creiamo rappresentano il flusso del tempo. Convergono e prendono forma. Si intrecciano e si aggrovigliano. A volte si sciolgono, a volte si spezzano, per poi legarsi nuovamente… Questo è musubi, questo è il tempo”

Musubi è un concetto shintoista e rappresenta l’energia che permea l’universo, la quale crea e lega fra loro tutte le cose, siano esse pura materia, animali o spiriti (kami).

Questo termine mi ha portato a riflettere sul perché la posizione usata nello yōi abbia tale nome.

Una spiegazione abbastanza semplice è che musubi significhi anche “nodo” o “unione” e si riferisca semplicemente ai talloni uniti della posizione. Ma esistono altri termini che indicano l’unione di qualcosa. Possibile che si sia scelto un termine tanto specifico, con un significato così profondo nella religione shintoista, per indicare meramente l’unione dei talloni?

Il giapponese, del resto, è una lingua molto descrittiva. Molte parole sono formate da ideogrammi che rappresentano il senso letterale del concetto che la parola vuole trasmettere. Ma, al tempo stesso, è dotato di parole opposte, dove la metafora prevale nettamente sulla descrizione letterale del concetto.

Ciò ci lascia con un dubbio quindi. Musubidachi è davvero riferita ai talloni?

Mi piace immaginare di no. Musubidachi è la posizione usata nel momento in cui ci si prepara all’azione. È la posizione di partenza, quella che ci lega all’avversario, sia esso reale o immaginario. È una posizione dalla quale si può creare la nostra azione, tramite la quale il nostro destino viene in un qualche modo intrecciato con quello della persona che abbiamo di fronte. È il primo punto di contatto con l’altro, l’attimo che immediatamente precede uno scambio fra le nostre vite.

Ovviamente non ho prove a sostegno di tale tesi. Come già scritto, il tutto può essere un volo pindarico alla ricerca di significati profondi là dove non ve ne sono. Al tempo stesso nessuno ci vieta di dare noi stessi questo significato a tale posizione, perché la parola al suo interno sarà comunque lì a ricordarci che tutto ciò che esiste è legato in qualche modo; e che non siamo mai solo noi stessi, ma che ogni nostra azione è legata ad altre innumerevoli azioni generate da innumerevoli esistenze.

Federico Pelliccia  (allievo Tora Kan Dōjō - Shodan)

© Tora Kan Dōjō




















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