Occorre
capire una cosa molto intricata e complessa. Se non sei innamorato, ti senti
isolato; se sei innamorato, se lo sei davvero, sei solo.
Sentirsi
soli implica tristezza, essere soli significa non provare tristezza alcuna.
Sentirsi soli è una sensazione di incompletezza: hai bisogno di qualcuno che
non c’è. L’isolamento è oscurità, priva del minimo bagliore di luce; è una casa
buia in cui si aspetta qualcuno che venga a ravvivarla con un po’ di luce.
La
solitudine non è isolamento e ti dà un senso di completezza. Non hai bisogno di
nessuno e basti a te stesso. È ciò che accade in amore! Gli amanti sono soli,
perché attraverso l’amore entrano in contatto con la loro intima completezza.
L’amore ti rende completo.
Coloro
che si amano si condividono perché è in gioco la loro energia straripante, non
perché questa sia un loro bisogno. Due persone che si sentono sole possono
stipulare un patto e mettersi insieme. Non si amano, ricordalo, quindi restano
sole; ebbene, grazie alla presenza dell’altro, non avvertono la solitudine,
ecco tutto. In qualche modo ingannano se stesse: il loro amore, infatti, non è
altro che un artificio per ingannare se stesse: «Non sono solo, c’è qualcun
altro presente». E poiché sono due persone sole a incontrarsi, fondamentalmente
la loro solitudine si moltiplica. Ed è ciò che avviene di solito.
Da
solo ti senti isolato e quando hai un rapporto ti senti infelice: è
un’osservazione che si può fare quotidianamente. Quando le persone sono sole si
sentono isolate e, quindi, sono alla spasmodica ricerca di qualcuno con cui
entrare in rapporto. Quando entrano in relazione con qualcuno, scatta
l’infelicità e a quel punto pensano che sarebbe stato meglio stare sole; il che
è un eccesso. Che cosa succede in questo caso? Due persone sole si incontrano,
vale a dire due persone malinconiche, tristi e infelici si incontrano.
L’infelicità si moltiplica: come possono due bruttezze diventare bellezza? Come
possono due persone che si sentono sole mettersi insieme e diventare
completezza, totalità? Non è possibile. Si sfruttano reciprocamente, cercando
in qualche modo di ingannarsi a vicenda, ma quell’inganno non arriva lontano.
Nel momento in cui la luna di miele è finita, è finito anche il matrimonio. Si
tratta di una cosa provvisoria, si tratta solo di un’illusione.
L’amore
vero non è una ricerca per cauterizzare l’isolamento. Il vero amore è
trasformare l’isolamento in solitudine, aiutare l’altro, se lo ami, a essere
solo. Tu non ne sei il completamento; non cerchi, in un modo o nell’altro, di
completare l’amato con la tua presenza. Niente affatto: lo aiuti a essere solo,
a essere così pieno del proprio essere da non trasformare te in un bisogno.
Quando
una persona è totalmente libera, grazie a quella libertà è possibile una
condivisione. In quel caso, questa persona può dare molto, senza che ciò sia un
bisogno, senza che ci sia un baratto; dà molto perché ha molto, dà per la gioia
di dare. Coloro che si amano sono soli e chi ti ama veramente non distruggerà
mai la tua solitudine, ma la rispetterà completamente perché è sacra, non
interferirà con essa, non devasterà quello spazio.
Di
solito, però, chi si vuole bene, il cosiddetto bene, ha molta paura dell’altro
e della solitudine dell’altro, dell’indipendenza dell’altro; ne ha molta paura
perché ritiene che, se l’altro è indipendente, non avrà più bisogno di lui e
quindi lo metterà da parte. Pertanto la moglie farà in modo che il marito
rimanga in uno stato di dipendenza, di perenne bisogno, perché lei sia sempre
importante. E il marito cercherà in ogni modo di fare sì che la moglie abbia
sempre bisogno di lui per poter essere importante. Questo è un baratto e c’è
sempre conflitto, battaglia. La lotta è semplicemente dovuta al fatto che
ognuno ha bisogno della propria libertà.
L’amore
lascia posto alla libertà; non solo le lascia posto, la rafforza. Qualunque
cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattarsi di altro, perché amore e
libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano. Ogni volta che
vedi il tuo amore in conflitto con la tua libertà, significa che stai facendo
qualcos’altro in nome dell’amore. Fa’ in modo che questo sia il tuo criterio:
la libertà è il criterio; l’amore ti dà libertà, ti rende libero, ti affranca e
quando sarai completamente te stesso, proverai gratitudine per la persona che
ti ha aiutato. Quella gratitudine ha qualcosa di religioso, senti nell’altra
persona qualcosa di divino. Lui, o lei, ti hanno reso libero e l’amore non si è
trasformato in possessività. Quando l’amore si deteriora, diventa possessività,
gelosia, lotta per il potere, politica, dominio, manipolazione e migliaia di
altre cose, tutte orribili. Quando l’amore si libra alto nel più puro dei cieli
è libertà, libertà totale; allora è moksha, libertà assoluta.
Osho
Tratto
da ‘Con te o senza di te’ ed.Mondadori
Teoria magnifica ma ,in pratica, non di questo mondo
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