Pubblichiamo un estratto dall'articolo tratto
dall'interessantissimo blog di Laura Imai Messina: 'Giappone Mon Amour' che vi
invitiamo caldamente a seguire e che ringraziamo.
Questo il link diretto all'articolo:
Dei
kanji o dell’arte di creare storie
"Spesso le cose più belle
sono anche le più complicate.
Quello giapponese è un popolo la cui lingua nasce e perdura nel suono, acquista forma adottando disegni che sono scrittura. Accoglie la scrittura cinese ma vi applica sopra la propria lingua, elabora altri due alfabeti sillabici e dall’assemblaggio di questi tre elementi crea qualcosa di nuovo.<...>
Quello giapponese è un popolo la cui lingua nasce e perdura nel suono, acquista forma adottando disegni che sono scrittura. Accoglie la scrittura cinese ma vi applica sopra la propria lingua, elabora altri due alfabeti sillabici e dall’assemblaggio di questi tre elementi crea qualcosa di nuovo.<...>
<...>Come un animale selvatico di
fascino e fierezza che non si lasci addomesticare e rimanga a
guardare, con occhio vigile ai lati del bosco, i nostri movimenti. Misurando le
distanze.
Per apprendere i kanji non
basta l’occhio ma serve la mano, il movimento del braccio, l’impugnatura
solida delle dita e il movimento che differenzia un carattere dall’altro. Una
cosa, questa, che una tastiera non è in grado di fare. Perchè i tasti sono
troppo vicini, le dita a pigiare sempre le stesse e l’occhio – sovrastimolato
nel quotidiano – del risultato se ne fa poco o niente. Lo accetta ma non
lo problematizza e la didattica insegna che è il percorso –
quello dello studente che non capisce e quindi ipotizza – a fissare il
ricordo. È la strada costruita con fatica a riportare il kanji al
suo “proprietario” e non l’inverso. Non basta guardarli. Non sono
gioielli da esibire ed ammirare ma cose da usare, con cui aprire barattoli, con
cui tagliare frutti. Sono maniglie che aprono porte. Bisogna toccarle.<...>
<...>Così la
neve雪 (yuki) è una mano che spazza via la
pioggia. La pioggia 雨 (ame) che si trova nella nuvola 雲 (kumo), nella foschia 霞(kasumi), nella nebbia 霧 (kiri), nel tremore 震 etc. etc. E di volta in volta ha ruoli diversi.
La parola esame 試験 (shiken), composta da due caratteri, si rifà all’antica Cina in un periodo in cui gli affari bellici e religiosi erano centrali nella vita del paese. La parola natura 自然 (shizen) racconta della Cina dell’antichità, della carne del cane e degli dei. Spiriti, capre, esecuzioni, elmi, fuochi ed accette.
Amore 愛 (ai) è guardarsi indietro ed esitare. Il marito 夫 (otto) ha uno spillone conficcato nella chioma. La sera 夜 (yoru) ha la luna sotto il tetto. Il nord 北 (kita) sono due uomini che si danno le spalle. A volte sono storie crudeli, di un’era in cui c’erano meno uomini, meno diritto ma più natura, meno distruzione delle risorse del mondo. In cui c’erano lance, porte di legno, cani e cavalli. Nei kanji spesso periscono uomini e animali, si celebrano gesti rituali rivolti alle divinità, abiti dell’epoca, spiriti maligni, campi di riso, rocce e bandiere svolazzanti nel vento.<...>
La parola esame 試験 (shiken), composta da due caratteri, si rifà all’antica Cina in un periodo in cui gli affari bellici e religiosi erano centrali nella vita del paese. La parola natura 自然 (shizen) racconta della Cina dell’antichità, della carne del cane e degli dei. Spiriti, capre, esecuzioni, elmi, fuochi ed accette.
Amore 愛 (ai) è guardarsi indietro ed esitare. Il marito 夫 (otto) ha uno spillone conficcato nella chioma. La sera 夜 (yoru) ha la luna sotto il tetto. Il nord 北 (kita) sono due uomini che si danno le spalle. A volte sono storie crudeli, di un’era in cui c’erano meno uomini, meno diritto ma più natura, meno distruzione delle risorse del mondo. In cui c’erano lance, porte di legno, cani e cavalli. Nei kanji spesso periscono uomini e animali, si celebrano gesti rituali rivolti alle divinità, abiti dell’epoca, spiriti maligni, campi di riso, rocce e bandiere svolazzanti nel vento.<...>
<...>Niente in questa vita è tanto serio da non accettare
il gioco e
i kanji sono creature ludiche, sono ragazzini che corrono via
non appena li perdete d’occhio. Bimbi piccini che hanno bisogno di vedervi
spesso per ricordarsi di voi. Per questo ci vuole costanza nello
studio dei kanji perchè basta niente che scappino
via.
Teneteli forte per mano e ogni settimana ritagliatevi uno spicchio d’ora per disegnarne la forma dietro a uno scontrino della spesa, sul bordo di un libro, su un volantino distribuito fuori dall’università. Imparatele
come poesie.
Cantatene le letture. Aiuta. Migliaia di versi che la nostra generazione non è più
abituata a maneggiare. Come un Omero dei tempi recenti, diamo ad ogni kanji una
forma mentale, facciamone versi, creiamo favole. Ne usciremo con più
conoscenza, maggiore memoria e persino più immaginazione."
Teneteli forte per mano e ogni settimana ritagliatevi uno spicchio d’ora per disegnarne la forma dietro a uno scontrino della spesa, sul bordo di un libro, su un volantino distribuito fuori dall’università.
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