Testimonianze del Ken Zen Ichinyo Gasshuku
Roma, Tora Kan Dōjō, 19/21 Gennaio 2018
Lettera
di Benvenuto al Ken Zen Ichinyo Gasshuku di Sensei Taigō
La
tecnica divina, il waza magistrale, il gesto perfetto sono la stella polare
della nostra ricerca quotidiana. E in questa ricerca si consuma una vita che
diviene essa stessa opera d’arte. Come uno scultore che elimina il superfluo,
momento dopo momento, in ogni colpo di scalpello è già compiuta l’opera, ogni
passo è già la meta. Non ci sono scuse né per principianti né per esperti, non
c’è un tempo migliore da attendere, delle condizioni più favorevoli. Questo
istante è la nostra vita. Concentrati, godiamo di ogni incontro, di ogni gesto.
Il gesto che nell’esaurirsi dell’istante risuona eterno riverberando nei tre
tempi e nelle dieci direzioni. Esprimere un gesto armonioso, bello, richiede
l’unificazione di mente e corpo e l’abbandono di ogni legame con i fantasmi
illusori del passato e del futuro per spendersi senza riserve nel presente. Ken
Zen Ichinyo Gasshuku, un breve ritiro, in cui assaporare l’aroma di una totale
presenza, totale condivisione. Il gusto della pienezza del momento presente cui
nulla manca. Mi auguro che il nostro riunirci possa offrirvi l’occasione di
assaporare questa pienezza. Un gusto che una volta assaporato non ci abbandona
più e diventa potente orientamento alla nostra vita. Quest’anno la Preziosa
Presenza del Maestro Iten Shinnyo sarà una straordinaria benedizione,
ispirazione e sostegno al nostro esercizio.
頑張ってください !!
Gambatte
Kudasai !!
(Fate
del vostro meglio !)
Monica
De Marchi
"Shin
Jin Datsu Raku..." lascia cadere corpo e mente... lascia cadere! La voce
del Maestro Shinnyo riecheggia potente come un Sutra nel mio cuore e nella mia
mente... Ho portato queste parole a riposo con me dopo lo Zazen, si sono
risvegliate con me stamattina in Zazen. Nulla permane... L' attimo ti
attraversa duro come un lampo, dolce come una carezza, e se ne va. Quel che
rimane, come alla fine del suono di una campana, è il riverbero...La campana
non smette di suonare per chi desidera ascoltare. Da Maestro ad Allievo, è il
riverbero del cuore al cuore che nulla va cercando e che nulla vuole in cambio.
Profondamente devoti l'un l'altro condividono e percorrono la stessa Via... Non
esiste Amore più grande. Durante l'incontro nello Zendō con Roshi ieri sera mi
è tornato in mente il ricordo di un ‘personaggio’ che una volta mi disse:
"sei una persona dal cuore puro e, proprio per questo, al tempo stesso
facilmente malleabile perché suscettibile a certi ‘riti magici’ (riferendosi
allo Zen), alla presenza illusoria e ‘imponente’ della figura del Maestro.
Perciò temo che nel mondo qualcuno si approfitterà della tua disponibilità e
bontà d'animo... è un vero peccato!”' Feci un sorriso e me ne andai senza
rancore... Quella sera stessa sedevo in Zazen nel Dōjō. Ricordo l'ombra del
Maestro in Gassho che passava dietro di me... iniziai a piangere senza
tregua... un fiume in piena di gioia. Essere nel posto giusto al momento
giusto. Sono a casa... devo tutto al mio cuore! Casa mia è un sogno... Un sogno
condiviso reso in Pratica con il Sangha, un costante richiamo alla cura di ciò
che mi circonda. Sento Amore, così tanto da non riuscire più a trattenerlo...
Casa mia è una nave, non so dove andrà, non conosco le onde che incontrerà,
sarà difficile, sarà facile, non me lo chiedo. Casa è in ogni dove adesso. Assecondo
questo ‘andare’ e sono qui. Che dono! Si, forse troppo grande per pensare che
sia reale...Un tesoro trasmesso e la sua chiave devota...È così tanto questo
ricevere che non sarà mai abbastanza il mio dare... Non basta una vita! Questo
sì che è un vero peccato, direi oggi al mio caro ‘personaggio’...Oggi, al
termine del Ken Zen Ichinyo Gasshuku, gli occhi materni e compassionevoli, le
parole, il cuore puro, il sorriso sul volto di Roshi ne è stata la ri-conferma.
Il Maestro Taigō, la candela accesa che mi permette di vedere; Il timone della
nave nel vasto mare. Allineati assecondiamo la corrente: la gratitudine, un
seme coltivato senza pensare ai frutti. L'esecuzione di un Kata è come un seme
che non sa di germogliare, semplicemente nasce e si esprime nella sua totale
natura senza pensiero futuro, dona tutto se stesso in quell'unica e
irripetibile occasione... quando sarà maturo, non lo saprà. Continuerà a morire
e a rinascere in ogni momento... La mente cade, sopraggiunge la totale presenza
e nient'altro. E questa esperienza la si può comprendere solo se si vuole
guardare a fondo nel cuore di un grande Maestro, se lo si guarda negli occhi
durante un Kata...o mentre si versa un caffè...
È
una trasparenza trasmessa dal Buddha.
Tre
giorni insieme sulla nave. Sono trascorsi troppo in fretta, come diceva Sensei,
proprio come un Mandala bellissimo soffiato via in un attimo... Nell'aria
rimangono i colori, i profumi e l'essenza di tutti noi insieme in armonia,
indissolubili. Rimangono indelebili nel cuore, per sempre. Ringrazio la Vita
ogni giorno per avermi fatto incontrare tutto questo! Grazie al Maestro Iten
Shinnyo che con la sua preziosa presenza sostiene il nostro cammino...
Grazie
al Maestro Taigō,
Grazie
con tutto il mio cuore!
Gasshō
Monica
Toni
Sonni
La
mia esperienza riguardo il Ken Zen Gasshuku è stata meravigliosa!!! Mi sono
sentita una piccola formichina facente parte di una grande comunità ma questa
comunità non era confinata nelle stanze del Dojo...si estendeva man mano che
passavano le ore...Non so è come se l 'Energia prodotta in quel luogo si
espandesse all' universo. Ho visto tante volte un 'esibizione di Karate ma
ossevare i praticanti con il Maestro da vicino ..sembrava che facessero una
danza ...una danza con la potenza ,con l'eleganza con l'energia. Il loro essere
'presenti' era palpabile ed ho capito il perché di questo evento... c'era un
filo conduttore con lo Zazen. Lo Zazen non è stare solo seduti ed il karate è
il movimento dello Zazen. Ne sono uscita da questa esperienza 'svuotata' ma
allo stesso tempo 'piena'. Grazie grazie e ancora grazie .
Toni
Papa
Davide
L'esperienza
di un Gasshuku ti lascia sempre qualcosa dentro, il cui ricordo magari col
tempo si andrà anche ad affievolire ma inspiegabilmente, quasi magicamente, ti
tornerà alla memoria quando meno te lo aspetti. Se vissuto per come deve essere
ossia un incontro di vita sotto uno stesso tetto, ad indicarne la vicinanza tra
i partecipanti, un Gasshuku ti fa scoprire l'insegnante che lo ha condotto, la
Persona e l'Artista che fino a quel punto sapevi vagamente chi fosse ma che non
avevi di certo idea di come potesse essere viverci a contatto. Il Ken Zen Ichi
Nyo Gasshuku è la stessa cosa se non fosse che la scoperta non è rivolta ad un
Maestro, ma a te stesso ed al gruppo, il Sangha, che vi ha partecipato. Come un
direttore d'orchestra che coordina e dirige, il Maestro è lì presente, ma il
vero Artista è il gruppo a cui il Maestro stesso fa parte, a cui anche l'ultimo
arrivato o il non praticante fa parte. Si è parlato di impermanenza e difatti
come tutte le cose anche questa si è conclusa, per cui è giusto lasciarsela
alle spalle; voglio pertanto concludere il mio personale pensiero traendo
spunto da una correzione sul kata Sanchin: “La parte posteriore è fondamentale
e rischiamo di perderla se ci soffermiamo troppo su quella frontale, ma la cosa
importante è mantenere viva la Pratica, solo così saremo in grado di Riscoprire
il Kata quando ritroveremo il particolare perduto”.
Liberati
Alessandra
Perfetto.
Semplicemente perfetto. L'entusiasmo di ogni singolo individuo era tangibile.
Forse è questo che ha dato origine all’alchimia. Sensei Taigō ha detto “Non
pensavo che il Karate fosse tanto commovente”, riferendosi scherzosamente a noi
spettatori con gli occhi lucidi dopo avere assistito ad una sua dimostrazione
di Kata. Qualcosa di bello e di difficile spiegazione in quei momenti è
successo.
Vedere
il sangha impegnato in una dimostrazione di Karate è stato particolarmente
emozionante.
Un
altro capitolo a parte, lo si dovrebbe aprire per il maestro Shinnyo Roshi.
Ogni volta che la si ascolta, sembra subito che tutto possa succedere, che
l’altra prospettiva sia dietro l'angolo.
Ho
avuto la sensazione di far parte di un’onda. Bellissimo. Sono sicura che al
prossimo Gasshuku al Tora Kan saremo più' numerosi.
Mazzola
Francesco
Non
avevo mai vissuto un’esperienza così, dove ognuno con il proprio cuore e la
propria mente ha reso possibile quest'armonia nel Dōjō. Anche le piccole cose
sono diventate grandi donandomi un senso di gratitudine mai provato...tutto
questo rimane impresso e permanente nel mio cuore e nella mia mente... Senza
spirito di profitto ognuno ha donato qualcosa di se arricchendo l'essenza della
nostra pratica, lasciando una traccia senza volerla lasciare, come il fumo
dell'incenso che disegna distratto un percorso che svanisce nell'aria e
accompagna un pensiero verso la consapevolezza.
Gasshō
Lorenzo
Hōshin Giovannetti
Ho
partecipato a molti Ken Zen Ichinyo Gasshuku e non ne è mai scontato l’esito.
Non dobbiamo arrivare ad un risultato, ma l’efficacia (se così si può chiamare)
di tale ritiro dipende unicamente da noi. Credo però che ci sia da osservare
con particolare attenzione cosa cerchiamo quando ci addentriamo in un ritiro di
alcuni giorni. Pace, tranquillità, un momento tutto per noi? Ecco il Gasshuku
non è nulla di tutto questo...non c’è tranquillità e tanto meno spazi per noi.
Pace...? Forse si, quella di coloro i quali non hanno nulla da perdere. In
realtà, vedo il Ken Zen Ichinyo Gasshuku come l’abbandonarsi a un qualcosa,
l’abbandonarsi non ad una persona o ad una pratica, nemmeno ad un’idea,
l’abbandonarsi ad una atmosfera fatta di silenzio, respiro e sguardi. Mi posso
considerare (se mi viene concesso) un veterano e garantisco che alla fine di
ogni Ken Zen Ichinyo Gasshuku il risultato di questo ritiro è sempre lo stesso
da parte di ogni partecipante, il sorriso e l’entusiasmo. È vero...a volte ci
sono momenti di difficoltà, l’impatto con la privazione delle nostre piccole abitudini
può rimanere indigesto a molti di noi (compreso al sottoscritto), ma poi accade
sempre qualcosa di speciale al tal punto che quasi quasi che finisca sei
dispiaciuto. È la pienezza di essere, di essere senza artificiose messe in
scena del proprio ego, senza scuse e scusette. Si fa’, si sbaglia, si continua
a fare, non si sbaglia più, non importa si continua, altra cosa, altro da fare,
pasto formale, Karate, samu....e così via....no mente...! Nei miei primi Ken
Zen Ichinyo Gasshuku spesso ero preoccupato (soprattutto da quando ho
cominciato ad assumere dei ruoli di responsabile), ma poi tutto si è
trasformato in un godimento del momento. Mi spiego. Vivo i tre giorni momento
per momento, mi godo ogni ora di pratica, che sia lo zazen, il Karate, o i vari
incontri, senza mai pensare a quello che verrà dopo, senza mai perdere la
concentrazione del qui ed ora...pienamente presente (per quel che uno riesce a
dare e fare).
HoShin
Alessandro
della Ventura
Era
ormai da almeno tre anni che attendevo con entusiasmo di vivere
quest’esperienza del Ken Zen Ichinyō. Ritenevo che sarebbe stato sicuramente un
evento inconsueto e molto potente ma non credevo che sarebbe stato a tal punto
intenso e ricco di occasioni di incontro con sé stessi e con gli altri; come
Sensei Taigō ci ha detto in apertura si tratta di un vero e proprio
‘laboratorio’, e quindi uno studio sul modo di relazionarsi con tutto ciò che
ci circonda e che è dentro di noi, e soprattutto con i tempi e con gli spazi.
Abbiamo tutti dovuto confrontarci con le difficoltà di organizzazione, di
gestione degli spazi, di attenerci ad un programma e ad una forma specifica...
ed abbiamo avuto la straordinaria opportunità di poter mettere a nudo la nostra
natura e offrirla a beneficio degli altri e di tutte le esistenze, di momento
in momento. È incredibile quanto possa essere relativo il tempo... questo
seminario è durato così poco eppure sembra sia passata una vita... un'infinità
di emozioni sono nate e fluite nei nostri cuori, nelle nostre menti; è stato
davvero un viaggio dentro di sé in cui in certi momenti poteva esserci il
rischio di perdersi... ma a guidarci e a darci il giusto orientamento c'è stata
in questa occasione la preziosa presenza di Shinnyo Roshi. Personalmente le Sue
parole sono state un vento soave che ha spazzato via tutte le nubi e ha
spalancato il cielo della mia mente a una visione molto più chiara delle cose.
Tutto questo e molto altro è stato il Ken Zen Ichinyō, e per tutto questo rendo
infinitamente grazie a Shinnyo Roshi, al Maestro Taigō e ai miei compagni di
pratica.
Gasshō
Francesco
Neri
Basta
sedersi in Zazen per due giorni di seguito, all’alba, per rendersi conto che
“lo zen è una pratica forte” come ha detto Shinnyo Roshi. E’ stato possibile
constatarlo durante il Ken Zen Ichinyo Gasshuku tenutosi al Tora Kan Dōjō del
Sensei Paolo Taigō Spongia dal 19 al 21 gennaio. Devi sederti su un cuscino
particolare, uno zafu, con le gambe incrociate o quasi, cercare l’assetto
giusto che ti consenta di restare seduto in quella posizione che è un po’
difficile definire comoda, rivolto verso una parete, sguardo basso e corpo
rilassato in modo naturale.
Tutto
con alcuni compagni di pratica, tutto nel massimo silenzio e nella massima
concentrazione. E allora ti rendi conto che la postura nello Zazen è tutto o
quasi tutto. Una postura che viene tramandata da migliaia di anni e che mentre
si pratica viene costantemente modificata. Assestarsi costantemente mentre si
pratica, rettificare la propria postura diventa un’attività intensa.
E
allora ci si rende conto che sedere in Zazen non è una pratica astratta in cui
bisogna abbandonarsi in qualche modo o un modo di ‘sedersi’ in cui si rimane
passivamente immobili ma diventa una attività che aiuta a sprigionare energia
e, per usare, l’immagine suggestiva e fortemente evocativa di Spongia Sensei
“la corretta postura diventa la rupe di una montagna da cui possiamo osservare
il vasto panorama, un privilegiato punto di osservazione. Quel panorama siamo
noi e tutto quello che passa attraverso di noi: pensieri, sensazioni,
percezioni…”
Testimonials
from Ken Zen Ichinyo Gasshuku
Rome, Tora Kan
Dōjō, 19/21 January 2018
Welcome Letter from Sensei
Taigō to the Ken Zen Ichinyo Gasshuku participants.
The divine technique, the
masterful waza, the perfect gesture are the polar star of our daily quest. And
in this quest, a life - that becomes itself a work of art - is consumed. As a
sculptor who eliminates the superfluous, moment by moment, in every chisel
stroke, the work is already completed. Every step is already the goal. There is
no excuse for beginners or experts, there is no better time to wait for, nor
more favorable conditions. This moment is our life. Concentrating, we enjoy
every meeting, every gesture.
The gesture that in the
exhaustion of the instant resounds eternally, reverberates in the three times
and in the ten directions. Expressing a harmonious and beautiful gesture
requires the unification of mind and body and the abandonment of all links with
the illusory ghosts of the past and of the future, as we engage ourselves
without reserve in the present. The Ken Zen Ichinyo Gasshuku is a short retreat
in which to savor the aroma of a total presence, total sharing. The taste of
the fullness of the present moment to which nothing is lacking.
I hope that our meeting will
offer you the opportunity to savor this fullness. A taste that once tasted does
not abandon us anymore and becomes a powerful orientation for our life. This
year the Precious Presence of Master Iten Shinnyo will be an extraordinary
blessing, inspiration and support for our practice.
頑張ってください !!
Gambatte Kudasai !! (Do your
best !)
Monica De Marchi
"Shin Jin Datsu Raku
..." let go the body and mind ... Let them drop!
The voice of Master Shinnyo
echoes as powerful as a sutra in my heart and in my mind ...
I took these words with me
while I was going to sleep after Zazen , then I woke up with those words this
morning in Zazen.
Nothing remains…
The moment passes through
you like a flash, sweet as a caress, and it goes away.
What remains, as at the end
of the bell sound, is reverberation ...
The bell does not stop
playing for those who want to listen.
From Master to Student, it
is the reverberation from the heart to the heart that is not looking for
anything and that does not want anything in return.
Deeply devoted to each other
they share and travel the same way ...
There is no greater Love.
Last night, during the
meeting in the Zendō with Roshi I
remembered a person who once told me: "you are a person with a pure heart
and, for this reason, easily malleable because susceptible to certain 'magical
rites' (referring to Zen), to the illusory and 'imposing' presence of the
figure of a Master. So I fear that in the world someone will take advantage of
your availability and goodness of mind ... it's a real shame! '' I smiled and
left without rancor ...
That same evening I sat in
Zazen in the Dōjō.
I remember the shadow of the
Master in Gassho passing behind me ... I started crying relentlessly ... a
river full of joy.
Being in the right place at
the right time.
I'm home ... I give my
heart!
My house is a dream...
A shared a dream made of
Practice with the Sangha, a constant reference to the care of what surrounds
me.
I feel Love, so much that I
cannot hold it anymore...
My house is a ship, I do not
know where it will go, I do not know the waves it will meet, it will be
difficult, it will be easy, I do not ask. Home is everywhere now.
I follow this 'movement' and
I'm here.
What a gift!
Yes, maybe too big to think
it's real...
A treasure transmitted and
its devout key...
It is so much this receiving
that my giving will never be enough ... A life is not enough! This is a real
shame, I would say today to the dear person mentioned above...
Today, at the end of the Ken
Zen Ichinyo Gasshuku, the maternal and compassionate eyes, the words, the pure
heart, the smile on Roshi's face has been the re-confirmation.
Master Taigō, the burning
candle that allows me to see; The rudder of the ship in the vast sea.
Aligned we follow the flow:
gratitude, a seed grown without thinking about the fruits.
The execution of a Kata is
like a seed that does not know how to sprout, simply it is born and expresses
itself in its total nature without future thinking, it gives everything it has
in that unique and unrepeatable occasion ... when it will be mature, it will
not know.
It will continue to die and
be reborn in every moment...
The mind drops, the total
presence arrives and nothing else.
And this experience can only
be understood if one wants to look deeply into the heart of a great Master, if
one looks into his eyes during a Kata ... or while he pours coffee...
It is a transparency
transmitted by the Buddha.
Three days together on the
ship.
They passed too quickly, as
Sensei said, just like a beautiful Mandala blown away in a moment...
In the air the colors, the
perfumes and the essence of all of us together remain in harmony, indissoluble.
They remain indelible in the
heart, forever.
I thank Life every day for
letting me meet all this!
Thanks to Master Iten
Shinnyo who with his precious presence supports our journey...
Thanks to the Master Taigō,
Thank you with all my heart!
Gasshō
Monica
Toni Sonni
My experience with the Ken Zen
Ichinyo Gasshuku was wonderful !!! I felt like a small ant that was part of a
large community but this community was not confined in the rooms of the Dojo
... it extended as the hours passed ... As if the energy produced in that place
was expanded to the universe. I have seen many times a Karate exhibition but
observing the practitioners with the Master closely was a different story .. It
seemed that they did a dance ... a dance with power, with elegance with energy.
Their being 'present' was palpable and I understood the reason for this event
... there was a common thread with the Zazen. Zazen is not just sitting and
karate is the Zazen movement. I came out of this experience 'emptied' but at
the same time 'full'. Thank you, thank you, and thank you again.
Toni
Papa Davide
The experience of a Gasshuku
always leaves you something inside. The memory with time might also fade but
inexplicably, almost magically, it will come back to you when you least expect
it.
If it is experienced in the
way it should - a life under one roof to indicate the proximity between the
participants - a Gasshuku makes you discover the teacher who leads it, the
Person and the Artist that - up to that point - you vaguely knew but that you
certainly had no idea of how he could be in a close contact situation, living
together.
The Ken Zen Ichi Nyo
Gasshuku is the same thing, only that it is not addressed to a Master, but to
yourself and to the group, the Sangha, that participated in it. Like a
conductor who coordinates and directs, the Master is there, but the true Artist
is the group of which the Master himself is a part, together with the last
arrived or the non-practitioner.
We talked about impermanence
and in fact like all things, this also ended, so it is right to leave it
behind. I therefore want to conclude my personal thought drawing inspiration
from a correction on the kata Sanchin:
"The back is
fundamental and we risk losing it if we focus too much on the front, but the
important thing is to keep the practice alive, only in this way we will we be able
to rediscover the Kata when we find the lost detail".
Liberati Alessandra
Perfect. Simply perfect. The
enthusiasm of each individual was tangible. Perhaps this is what increased the
alchemy. Sensei Taigo jokingly said "I did not think karate was so
moving," referring to us spectators with shining eyes after witnessing his
demonstration of Kata. Something beautiful and difficult to explain in those
moments happened.
Seeing the sangha engaged in
a demonstration of Karate was particularly exciting.
Another chapter apart should
be opened for Master Shinnyo Roshi. Every time you listen to her, it
immediately seems that everything can happen, that the other perspective is
around the corner.
I had the feeling of being
part of a wave. Very beautiful. I'm sure we'll be more numerous at the next
Gasshuku at the Tora Kan Dojo.
Mazzola Francesco
I had never lived such an
experience, where everyone with their own heart and mind made this harmony
possible in the Dōjō.
Even the smallest things
have become great, giving me a sense of gratitude I had never felt ... all this
will remain imprinted permanently in my heart and in my mind.
With a nonprofit spirit,
everyone has given something of himself, enriching the essence of our practice,
leaving a trace without wanting to leave it, like the smoke of incense that
draws distractedly a path that fades into the air and accompanies a thought
towards awareness.
Gasshō
Lorenzo Hōshin Giovannetti
I have participated in many
Ken Zen Ichinyo Gasshuku and the outcome is never obvious.
We must not arrive at a
result, but the effectiveness (if this is the correct definition) of this
retreat depends solely on us.
I think we should observe
with particular attention what we are looking for when we go into a few days
retreat.
Peace, quietness, a moment
entirely for us?
The Gasshuku is none of
these ... There is no quietness and much less space for ourselves.
Peace...? Perhaps yes, the
one of those who don't have anything to lose.
Actually, I see the Ken Zen
Ichinyo as abandoning oneself to something, abandoning oneself not to a person
or a practice, not even to an idea, but abandoning oneself to an atmosphere,
made of silence, breath and gazes.
I consider myself a veteran
(if you allow me) and I guarantee that at the end of every Ken Zen Ichinyo the
result of the retreat is always the same for every participant. Smile and
enthusiasm.
It's true ... sometimes
there are hard times. The impact caused by the deprivation of our little habits
can be indigestible to many of us (including me), but then there is always
something special about it, to the point that you are almost sorry when it
ends.
It is the fullness of being,
of being without artificial productions of our own ego, without excuses. You do
things, you're wrong, you keep on doing, you are not wrong anymore, it does not
matter, you go on, something else, something else to do, formal meal, Karate,
samu .... and so on .... no mind ...!
In my early Ken Zen Ichinyo,
I was often worried (especially when I started to assume responsibilities). But
then everything turned out into an enjoyment of the moment.
Let me explain. I live three
days, moment by moment, I enjoy every hour of the practice, be it Zazen,
Karate, or other encounters, without ever thinking of what will come next,
without ever losing the concentration of the here and now ... fully present
(for what one can give and do).
Hoshin
Alessandro della Ventura
I have been enthusiastically
waiting for at least three years for this experience of Ken Zen Ichinyō. I
thought it would certainly be an unusual and very powerful event, but I could
not believe it would be so intense and full of opportunities for meeting with
oneself and the others. As Sensei Taigō told us at the beginning, it is a real
'laboratory' and therefore a study on how to relate to everything that
surrounds us and that is within us, and especially with time and spaces. We all
had to deal with the difficulties of the organization, space management, to
stick to a program and to a specific form ... and we had the extraordinary
opportunity to be able to get to our bare nature and offer it for the benefit
of the others and of all existences, from moment to moment.
It is amazing how time can
be relative ... this seminar has lasted so little and yet it seems like a
lifetime has passed ... an infinity of emotions are born and flowed in our
hearts and in our minds. It was really a journey inside of ourselves in which at
times there could be the risk of getting lost. But on this occasion, leading us
and giving us the right orientation, there was the precious presence of Shynnyo
Roshi. To me, her words were a gentle wind that swept away all the clouds and
opened the sky of my mind to a much clearer view of things.
All this and much more was
the Ken Zen Ichinyō, and for all this I give thanks to Shinnyo Roshi, to Sensei
Taigō and to my fellow practitioners.
Gasshō
Francesco Neri
Sitting in Zazen for two
days in a row, at dawn, is enough to realize that "Zen is a strong
practice" - as Shinnyo Roshi said. It has been possible to verify it
during the Ken Zen Ichinyo Gasshuku held at Tora Kan Dōjō of Sensei Paolo Taigō
Spongia from 19 to 21 January. You have to sit on a particular cushion, a zafu,
with crossed or almost crossed legs, looking for the right attitude that allows
you to stay seated in that position - that is a bit difficult to define
comfortable - facing a wall with a low gaze and a body relaxed in a natural
way.
Everything is done together
with some fellow practitioners, in the utmost silence and maximum
concentration. And then you realize that the Zazen posture is everything or
almost everything. A posture that has been handed down for thousands of years
and that while being practiced is constantly being modified. Settling
constantly while practicing, rectifying one's posture, becomes an intense
activity.
And then you realize that
sitting in Zazen is not an abstract practice in which one has to abandon
oneself in some way, nor is a way of 'sitting down' where one is passively
immobile. It is an activity that helps you release energy and, to use, the
suggestive and strongly evocative image of Spongia Sensei "the correct
posture becomes the cliff of a mountain from which we can observe the vast
landscape, a privileged point of observation. That landscape is us and all that
passes through us: thoughts, feelings, perceptions...”
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