sabato 25 agosto 2018

Il Gioco Divino



La prima cosa fondamentale è comprendere che la religiosità non deve essere un affare serioso: si può danzare e cantare, i musi lunghi non sono affatto necessari.

Abbiamo vissuto troppo a lungo con le facce immusonite; se guardi l’iconografia tradizionale di Dio, lo vedi serio, e la sua serietà richiama altra tristezza.

Adesso –e non solo ora, è sempre stato così, ma oggi soprattutto –adesso abbiamo bisogno di un Dio che danza e che ride. La serietà ha ucciso la religione; la colpa non è della gente irreligiosa, non è degli atei, ma della seriosità, delle facce serie dei preti e dei profeti.

La serietà è una malattia, e il volto serio della religione ha attratto solo persone malate.

I giovani, le persone vive che danzano e ridono, non si sono sentite attratte dalla religione, hanno sentito che non era per loro.
D’altro canto, quando si è vecchi e malati, quando la vita ci ha segnati, quando la nostra energia si è affievolita, allora –quando ormai la morte si sta avvicinando –solo allora si cerca il divino. Questo si è dimostrato fatale e, come conseguenza, il mondo intero non è più religioso.

La religiosità dev’essere giovane, viva e fresca. Deve avere fondamenta diverse. Io definisco come sue fondamenta la festa, la celebrazione, una profonda inclinazione verso la felicità.

E sii giocoso. Ricordati sempre questa parola: gioco. Con me è fondamentale.

In India la creazione divina viene chiamata lila, il gioco divino.
Dio non ha creato il mondo: è un gioco. Il mondo non è una creazione separata dalla divinità: è divino. Tutto è solo un gioco. Quindi lascia giocare il divino che è dentro di te, lascia che danzi, celebri e canti. Solo allora lo avvicinerai, solo allora ti si rivelerà.

Non avvicinarti alla ricerca interiore in modo serioso. Non è un lavoro, assomiglia al gioco dei bambini; non è lavoro, è un gioco.
Non è neppure una gara, perché quella ha delle regole che devi seguire.
Quando giochi devi seguire soltanto la tua energia vitale. Seguila, fluisci con essa. Dimentica te stesso, lascia che ci siano soltanto la danza e il canto, e raggiungerai una sorgente molto profonda dentro te. Nella tua vita spunteranno molti fiori nuovi, si apriranno nuove dimensioni: lascia semplicemente scorrere la tua energia vitale, e ricorda sempre che è più saggia di te.

Quando conosci la tua energia vitale e lasci che sia lei a guidarti, ti accorgerai di quanto sei stato stupido, di quanto sei stato sciocco; cercavi di dirigere la tua vita, cercavi di forzarla in una direzione. Con la tua mente, con le tue misere idee, i tuoi concetti, cercavi di controllare un’energia più grande di te: cercavi di racchiudere il cielo in una finestra. Non sei altro che la cornice di una finestra! Non interessartene troppo. Interessati solo alla sorgente vitale, alla forza, all’energia che è dentro di te.

Osho
Tratto da ‘Lettere d’Amore all’Esistenza’  ed. Feltrinelli


© Tora Kan Dōjō























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