di Thich Nhat Hanh
New Hamlet, Plum Village 26 gennaio 2012
* A Peaceful River, trad. ingl. (dal vietnamita) di sister Chan Khong, «the Mindfulness Bell», Summer 2012 (numero speciale per il 30° anniversario di Plum Village). [N.d.T.]
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Caro sangha, oggi è il 26 gennaio 2012. Siamo nella Sala di Meditazione della Luna Piena di New Hamlet. La gatha di oggi dal sutra che stiamo studiando dice che tutti noi conteniamo una corrente e che non abbiamo un sé separato. La gatha è la seguente:
Esseri viventi è il nome di una corrente continua e tutti i fenomeni in quanto oggetto di percezione sono soltanto segni; perciò non c’è alcuna reale trasformazione della nascita nella morte e della morte nella nascita e nessuna persona che realizzi il nirvana.(1)
La nuvola è impermanente
Quando il fiume rallenta,
ha tempo di riflettere molte nuvole piene di colori; le nuvole hanno molti,
molti colori. Allora il fiume comincia ad affezionarsi alle nuvole: «Oh, quella
nuvola è così bella! Ah, pure quella nuvola è bella!». E il fiume corre da una
nuvola a un’altra nuvola. Anche noi siamo un fiume; siamo un corso d’acqua e
diventiamo attratti da quella nuvola, quell’immagine. Ci affezioniamo a molte
cose entusiasmanti, piene di colori e interessanti. Ma la natura di ogni cosa è
impermanente, incluso la nuvola. Ora la nuvola è qui, ma nel pomeriggio
passerà. Mentre le nuvole scompaiono, tu corri da una nuvola a un’altra nuvola,
cercando di aggrapparti. Anche noi corriamo dietro a questo o a quel progetto,
dietro a un’altra bella donna, a un altro bell’uomo. Sentiamo del vuoto nei
nostri cuori e siamo come un fiume in corsa dietro a una nuvola. Ma la verità
della nuvola è l’impermanenza; la sua natura è di scomparire. Perdiamo il
nostro respiro rincorrendo questa nuvola, poi un’altra nuvola; e allora, poiché
abbiamo quella sensazione di vuoto dentro, ci sentiamo soli. Poi, un giorno, il
fiume è così triste, mancandogli le nuvole, e non ha nessun desiderio di
vivere. Il cielo è vuoto, non c’è alcuna nuvola da rincorrere, niente per noi
da inseguire. Perciò il fiume vuole morire. Vuole suicidarsi. Ma il fiume non
può uccidersi: è impossibile. Una corrente deve continuare, non può smettere di
scorrere. Ed è lo stesso per noi. Noi siamo un fiume di forma, sensazioni,
percezioni, formazioni mentali e coscienza. Diciamo che possiamo ucciderci, che
possiamo suicidarci; ma non possiamo mai farlo, perché appariremo semplicemente
in un’altra forma. Quindi dobbiamo scorrere in modo che il fiume diventi sempre
più ampio, sempre più limpido, sempre più bello, e andare nella direzione che
rende la vita più bella. Il fiume era così vuoto e così perduto, ma è tornato
al fiume, a sé stesso.
Già illuminato
Il nirvana in te
Vediamo le meraviglie di
ogni secondo, di ogni minuto. Il sole è così bello. Il sangha è così bello. Noi
siamo un fiume; dobbiamo scorrere. Perché pensi che puoi ucciderti? Non puoi
uccidere un fiume. Il fiume continua a cercare una via per continuare: quella è
la tua pratica. Basta che tu pratichi così. Non hai bisogno di imparare
migliaia di sutra. Semplicemente cammina sulla Terra, sii realmente con la
Terra, sii con il sole. La Terra è una meraviglia, il sole è una meraviglia.
Siete uno. La Terra è un grande bodhisattva, il sole è un grande bodhisattva.
Noi non possiamo essere diversi, non possiamo trovare un bodhisattva migliore.
Hai bisogno soltanto di praticare così; è sufficiente. Quando riesci a
camminare in presenza mentale, profondamente, a essere uno con la Terra, a
essere uno con il sole, a essere uno con l’universo, puoi vedere che ogni passo
ti porta a quella grande realtà. Così tutto il tuo dubbio sarà rimosso. In
realtà, non c’è niente di perduto, niente di aumentato. Perdere qui, aumentare
lì: puoi vedere che niente dura. Perciò il nostro fratello è scomparso, ma
appare qui, lì, e in te stesso, in molte altre persone. Non cercare di trovare
il nirvana lontano. Puoi trovare il nirvana in te, nel momento presente. Niente
nasce, niente muore. Ogni cosa è non-nascita, non-morte; nessun aumento,
nessuna diminuzione. Vediamo il mondo della sofferenza e vediamo il mondo
dell’illuminazione perché siamo dualistici nella nostra visione. Se puoi
toccare il mondo della bellezza nel mondo della bruttezza, allora puoi toccare
il mondo della sofferenza nel mondo dell’illuminazione. Il mondo
dell’illuminazione è dentro il mondo della sofferenza. Non pensare che l’illuminazione
sia diversa dall’ignoranza. Dall’ignoranza puoi ottenere l’illuminazione. Devi
vedere che nella sofferenza ci sono parecchi elementi che ti aiutano a
raggiungere l’illuminazione. Dobbiamo imparare a prenderci cura della nostra
sofferenza per cambiare, trasformare, essere liberati. Allora quando abbiamo
sofferenza, dobbiamo soffrire insieme. Non soffrire da solo. Quando soffri da
solo non puoi trovare la via d’uscita. Ma se soffriamo come un sangha, insieme,
troveremo una via d’uscita. Io sono molto felice che vi ho tutti insieme con
me. Ho attraversato molte situazioni difficili, ma voi siete qui, e noi tutti
lavoriamo insieme per trasformare il nostro dolore. Perciò, come il fiume, non
cercare di inseguire le nuvole. Ciò che stai inseguendo è già qui in te.
L’acqua è in te; anche la nuvola è acqua, non è una promessa del futuro. Il
paradiso è qui e ora. Il Regno di Dio è ora o mai più. Puoi rimanere dove sei,
non rincorrendo alcunché. Devi praticare «Sono arrivato, sono a casa». È la
nostra ancora. Significa che dimoriamo pacificamente, felicemente, qui e ora.
Faccio voto di portare il mio corpo, la mia mente, la mia azione e la mia
parola a mettere fine a ogni conflitto, alle liti, e
portare comprensione e
amore a ognuno. Ciò è il nostro compito. È la nostra missione. La nostra
missione è portare comprensione nella vita, a noi stessi per primi e poi
insieme l’un l’altro. Cerchiamo di portare comprensione agli amici intimi, ai
nostri cari, vicini e lontani. Dimoriamo pacificamente, in presenza mentale, nel
momento presente, per proteggere il nostro bel pianeta verde, e facciamo voto
di vedere l’interessere di ogni cosa per trascendere i segni, l’apparenza. In
questo modo tocchiamo la realtà. Devi essere consapevole che ogni parola
influenza l’intero sangha. Ogni azione corporea influenza l’intero sangha.
Quando pensi qualcosa, influenza l’intero sangha. Tu sei una cellula di un
corpo. Devi pensare in un modo che porti felicità e purezza al sangha. Devi
parlare in un modo che porti purezza e comprensione al sangha. Dobbiamo agire
in un modo che porti comprensione e bellezza al sangha per creare la Terra
Pura. Arrivare completamente, non essere portati via dalle apparenze,
trascendere i segni. Tu mi ami: significa che tu ti ami. Tu ti ami: significa
che tu mi ami. Il Buddhismo applicato è la via per toccare la realtà, per
vedere che nascita e morte sono soltanto porte dalle quali entri ed esci.
Sembra che tu nasca, sembra che tu muoia, ma in realtà nasci ogni secondo,
muori ogni secondo. Perciò, amici, non pensate che questo corpo sia proprio
voi, perché voi siete un fiume. Questo fiume continua a scorrere e scorrere. E
se si ferma qui, apparirà dall’altra parte.
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Note:
(1)Gatha 44 dallo
Yogacarabhumishastra di Acarya Asanga.
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