Ciò che è veramente importante è che vi liberiate
della paura di vivere.
Questa paura di vivere comporta due aspetti: da una
parte la paura di tutto ciò che portiamo in noi stessi, dall'altra la paura
delle situazioni concrete con le conseguenze a cui possono dare origine. La
paura di vivere diviene ben presto paura di soffrire: meglio vivere meno per
soffrire meno. Osservate, guardate, domandatevi se questo vi riguarda o no.
[...] Avete paura di vivere perché vivere significa assumersi il rischio di
soffrire. Questa paura ha le sue radici nelle vostre esperienze passate perché
più avete vissuto più siete stati infelici. [...] E molto spesso nasce questa
decisione, a volte inconscia, a volte molto cosciente: «Non voglio più soffrire
così». [...] Bisogna avere chiaro che, per chi è impegnato nel cammino della
saggezza e vuole a poco a poco penetrare il mistero della sofferenza, è indispensabile
assumersi il rischio di vivere e di soffrire.
[...] Questa ricchezza di vita è stata abbondantemente
condannata anche dagli insegnamenti spirituali che esaltano l'ascetismo,
l'austerità, la rinuncia, il ritiro in un monastero o in una grotta d'eremita
[...]. Quindi, vi dibattete in un senso di soffocamento per il desiderio di
condurre una vita vasta, una grande vita, una vita ricca di esperienza. Il
rischio è che questa paura di vivere sia illusoriamente giustificata da un
ideale spirituale.
[...] Cerchiamo di essere innanzi tutto perfettamente
naturali prima di aspirare al soprannaturale. «Colui che tradisce la terra non
raggiungerà mai il cielo», questo famoso motto è eloquente.
[...] Se mi ritiro a poco a poco dal mondo, realizzerò
l'archetipo del saggio che ha rinunciato a tutto, immerso nella beatitudine del
nirvana. Si tratta di un'immensa menzogna, frutto della negazione e della
paura. [...]
Cominciamo dall'inizio. Se desiderate raggiungere una
spiritualità che non sia una caricatura, abbiate il coraggio di riconoscere
tutta la forza vitale che esiste nel bambino e che in voi è rivolta contro se
stessa. [...] Sono convinto che gran parte di ciò che attribuiamo all'avanzare
dell'età derivi di fatto dalla repressione della forza vitale in noi, innanzi
tutto da parte di chi ci educa, poi da parte dell'esistenza in generale, e
infine da parte di noi stessi; e sono convinto che non si può divenire né un
asceta né uno yogi se si soffoca questa forza vitale.
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