Pubblichiamo l'estratto di un Insegnamento offerto da Taigô Kônin Sensei durante la Pratica Zen.
Percepite
la vitalità che scorre nel vostro corpo.
Percepite la vita che si muove in voi.
Rettificate la postura, facendo in modo che la postura sia aperta, solida,
radicata, slanciata.
Non si tratta di imitare una statua.
Per quanto immobili, questa apparente immobilità è frutto di un impercettibile
continuo movimento che mantiene costantemente in equilibrio corpo-mente.
Dimorate in questa percezione di vitalità e da lì osservate l'inconsistenza del
vostro pensiero: i numerosi pensieri che sorgono e che consideriamo buoni,
cattivi, scandalosi, malvagi, compassionevoli, sono come bolle di sapone.
C'è un fondo di saggezza profonda sulla superficie del quale sorgono questi
pensieri generati dai condizionamenti, dalle esperienze, dal Karma.
I nostri pensieri non siamo noi.
Se noi diveniamo consapevoli e dimoriamo in questo fondo che è prima del
pensiero possiamo osservare come i pensieri non siano altro che delle reazioni
organiche, né più né meno come lo sono i succhi gastrici o altre produzioni dei
nostri organi, e possiamo osservare come i nostri pensieri siano determinati
per lo più da condizionamenti.
Per essere veramente liberi è necessario dimorare e pensare a partire da questo
fondo di non-pensiero (pensiero Hishiryo). Finché saremo controllati e
condizionati dai nostri pensieri, la nostra azione non sarà mai libera. Una
delle più gravi malattie della contemporaneità è la dipendenza dal pensiero.
Il pensiero è anche all'origine della nostra idea di sé, della nostra identità.
Ci identifichiamo nel pensiero, ma in realtà il nostro vero ‘io’ è alla radice,
in profondità.
Quando voi in Zazen prendete l'abitudine di osservare il vostro pensiero,
imparate ad abitare l' Hishiryo; il fondo di non-pensiero su cui il pensiero
sorge.
A poco a poco anche durante la vita quotidiana sarete capaci di dimorare in
quel fondo e far scaturire la vostra azione dal quella fonte libera, intuitiva.
A ben vedere buona parte delle nostre azioni, decisioni, sono condizionate
dalla nostra educazione, dall'ambiente, dal giudizio degli altri; non sono
affatto libere.
Quindi se vogliamo essere veramente liberi dobbiamo imparare a muoverci, a
pensare a partire da quel fondo di non-pensiero, da quella saggezza profonda e
innata presente in ognuno di noi, e che esprimiamo soltanto quando siamo totalmente
consapevoli e presenti al momento che stiamo vivendo.
Quando siamo proiettati nel passato o nel futuro siamo trasportati via dal
nostro pensiero, rimaniamo in superficie, nel movimento delle piccole onde che
si agitano in superficie. Insediarsi
nel non-pensiero, nella vitalità profonda, è come guardare dalle profondità
dell'oceano verso la superficie e osservare tutte le onde, le correnti, i
vortici, senza essere trascinati via.
(Registrazione e trascrizione a cura di Monica Tainin)
© Tora Kan Dōjō
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