sabato 27 febbraio 2021

Servire gli altri come un ponte


Un grande maestro Zen della dinastia Tang (618-907), Chao-chou, abitava in un tempio di nome Kannon-in. Per raggiungerlo, si doveva passare per forza su un ponte. 
Una volta un monaco domandò:Com’è il ponte di Chao-chou?”. 
Non voleva intendere come fosse realmente il ponte che portava che portava al tempio, bensì conoscere il suo insegnamento sulla pratica buddhista. 
La risposta di Chao-chou fu:Il ponte fa passare sia asini che cavalli”. 
Leggendo questo episodio, fui molto sorpresa. Voleva dire che un ponte non fa distinzione tra amici e nemici, tra santi e peccatori. (…)
Riflettendo su me stessa, devo ammettere che scelgo le persone secondo il mio gusto, mediocre e volubile. Faccio passare i cavalli, ma anche gli asini. Aiuto i miei amici, poco i miei nemici. Non solo opero questa selezione, ma mi aspetto anche che la gente mi ringrazi dicendo: Il suo ponte è proprio utile. Grazie!
In questo modo impongo delle condizioni. Inoltre il mio ego tiene il broncio e borbotta se qualcuno critica il mio ponte, o fa il dispetto di urinarvi sopra: in questi casi decido di non aiutarlo a passare.
L’espressione “aiutare sia gli asini che i cavalli” è diventata per me come un sutra. 
Ricevendo credenti e novizi, ho sempre recitato questo verso tra me e me. Ma un giorno mi è venuto in mente all’improvviso: Non basta essere un ponte. Devo diventare un traghettatore!
Chi vuole passare sul ponte chiamato buddhismo sa, in modo consapevole o no, che l’altro mondo, di Buddha, è meglio di questo mondo secolarizzato e illusorio e che per raggiungerlo occorre oltrepassare questo ponte. Per informare però le persone che soffrono senza conoscere l’altra sponda non è sufficiente essere un ponte fermo: bisogna muoversi. 
Questo è il ruolo del traghettatore. (…)
Noi monaci dobbiamo buttar via l’abito religioso per stare sullo stesso piano degli altri: e così piangere, soffrire, ridere con loro, essere coinvolti dalle loro stesse situazioni. 
Gradualmente le persone si accorgeranno così della vera Via e saranno guidate in alto, verso il mondo di Buddha. Questa nostra pratica, che esprime il voto e la disciplina dell’idea che Kannon, il Buddha della compassione (ndr.: Avalokitesvara), salva tutti gli esseri umani, compresi gli animali, ci fa aprire gli occhi del cuore. 
Possiamo così comprendere che la malattia, il fallimento oppure la separazione da qualcuno che amiamo, sono i mezzi con cui Buddha ci fa capire che dobbiamo smetterla di soddisfare i nostri desideri e risvegliarci alla verità della vita. Siamo avvolti dai piani di Buddha solo per essere aiutati.
Quando ho capito questo, mi sono accorta che la mia idea di diventare un ponte per condurre la gente sull’altra sponda era presuntuosa. 
Ho compreso dunque che, lungi dall’essere ponte o traghettatore, sono io stessa, in realtà, ad essere sempre aiutata a passare oltre.

Shundō Aoyama Roshi
Tratto da: 'La voce del fiume'
Ed. San Paolo 1994

#karatedo #okinawagojuryu #artimarziali #torakandojo #torakan #taigospongia #iogkf #moriohigaonna #karateantico #karatetradizionale #zen #zazen #zensoto #karate #artimarziali #budo #kenzenichinyo #bushido #dojo #taigosensei #gojuryu #karatedo #meditazione #buddhismo #kenzenichinyo #kenzenichinyoblog #shundoaoyama #roshi #lavocedelfiume







Nessun commento:

Posta un commento