Se qualcuno vuole fare
il pugile, non lo buttate sul ring dicendogli: "Datti da fare!".
Deve
imparare. Se qualcuno vuole diventare uno spadaccino, dovrà allenarsi per anni,
altrimenti non saprà neppure tenere in mano una spada, gli sarà impossibile
usarla e combattere. Come prima cosa dovrà imparare come tirarla fuori dal
fodero, come tenerla in mano.
Si deve allenare. Non date in mano una chitarra o
un sitar a qualcuno che non ne ha mai vista una, aspettandovi che suoni come
Andrès Segovia o come Ravi Shankar.
Ebbene, è proprio questo il vostro errore.
Avete mai istruito le persone che oggi sono al governo? Qualcuno ha mai pensato
che le persone nelle cui mani è accumulato un potere tanto grande devono avere
qualità particolari, che impediscano loro di abusare di tale forza? Non è colpa
loro se questo avviene.
Ecco perché io propongo che in ogni università nascano
due nuovi istituti: il primo sarà un istituto per la deprogrammazione.
Chiunque
ottenga una laurea dovrà, come prima cosa, ottenere un diploma che ne attesti
la deprogrammazione in quanto cristiano, in quanto hindu, in quanto tedesco, in
quanto americano, comunista, musulmano, ebreo, che elimini qualsiasi altro
marchio di fabbrica gli sia stato stampato addosso. Sarà la prova che siete
stati ripuliti da ogni pattume, perché questo è stato finora il vostro guaio.
Quando si è creduto in qualcosa per cinquanta, sessant'anni, se a un tratto io
dico che è solo un'assurdità, è inevitabile che vi irritiate, che vi
irrigidiate, perché vorrebbe dire che per tanti anni siete stati stupidi. Ma se
avete fegato e intelligenza, è ancora possibile uscire da questo baratro. La
mia religiosità non è altro che scienza della deprogrammazione.
Deprogrammare
vuol dire lasciarti semplicemente privo di qualsiasi programma: privo di
religione, razza, casta, nazionalità... vieni lasciato solo, ti è concesso di
essere te stesso, di essere un individuo. Bastano quattro anni.
La
deprogrammazione non richiede molto tempo: bastano poche ore al mese, per
quattro anni, e ti troverai deprogrammato. E non verrà rilasciato nessun
certificato di laurea se prima l'istituto di deprogrammazione non dichiara che:
"Questa persona non ha più etichette.
Ora è un semplice essere
umano".
Il secondo istituto sarà l'istituto per la meditazione perché la
semplice deprogrammazione non è sufficiente. Questa ti ripulisce da ogni
contaminazione, ma restare vuoti è difficile: di nuovo tornerai a raccogliere
immondizie.
Da solo non sei capace di imparare a vivere felice nel tuo vuoto
interiore, e l'arte della meditazione è proprio questo. Per cui il secondo
istituto ti fornirà l'aiuto della meditazione. Non sono necessarie cose
complesse: le università, l'intellighenzia, hanno la tendenza a complicare le
cose.
E' sufficiente un semplice metodo di osservazione del proprio respiro:
ogni giorno, per un ora, dovrai andare a quell'istituto per stare semplicemente
seduto in silenzio a osservare il processo della tua mente, mentre la tua
attenzione resta focalizzata sul respiro.
Non occorre fare nulla. Sii un semplice
testimone, un osservatore, uno scrutatore, guarda il movimento della mente, lo
scorrere dei pensieri, desideri, ricordi, sogni e fantasie.
Resta semplicemente
distaccato, tranquillo, senza criticare, senza giudicare.
Una volta che ne
afferri il meccanismo, diventa la cosa più facile del mondo.
Il giorno in cui
una persona inizia a godersi il proprio vuoto, la propria solitudine, il nulla,
è uno dei giorni più belli della sua vita, perché da quel punto in poi potrà
vivere in meditazione: e con questo intendo dire vivere in amore, con
attenzione, essere un testimone.
Questi processi di deprogrammazione e di
meditazione si sviluppano di pari passo. Un istituto continua a purificarti, a
svuotarti; l'altro a riempirti, non di cose, ma di qualità: beatitudine, amore,
compassione, un'incredibile sensazione di avere valore, senza alcuna ragione.
Il semplice vivere, respirare, è una prova che l'esistenza ti considera degno
di essere qui.
Tu sei indispensabile all'esistenza. Qualsiasi cosa fai, falla
con gioia e totalità: come se in quel momento fosse la cosa più importante del
mondo.
Quando fai una cosa qualsiasi con tanta intensità, con tanto amore e
rispetto, ne vieni trasformato. E ciò che neri ti trasforma, non è meditazione.
La meditazione ti renderà un essere umano nuovo, ti darà una consapevolezza
nuova che non conoscerà paura alcuna, né sarà austera, avida, colma di odio. A
quel punto nessuno potrà più riprogrammarti; nessuno, nel mondo intero, sarà in
grado di farlo.
Se l'istituto di meditazione non ti rilascerà il suo diploma,
l'università non ti concederà nessuna laurea. La laurea verrà solo quando avrai
conseguito un certificato di "pulizia" da parte dell'istituto di
deprogrammazione e un diploma da parte dell'istituto di meditazione. Dipenderà
da te: potrai essere promosso in un anno, in due, in tre oppure quattro.
Ma
quattro anni basteranno e saranno d'avanzo: qualsiasi imbecille, se solo sta
seduto un ora ogni giorno senza far nulla per quattro anni, scoprirà
inevitabilmente ciò che scoprirono Buddha o Lao Tsu, ciò che ho scoperto io.
Non è questione di intelligenza, di talento o di genio.
Si deve solo aver
pazienza. Sono requisiti obbligatori per qualsiasi studio; in questo modo,
quando uscirai dall'università, non sarai solo una persona intelligente e istruita,
sarai anche una persona che medita: rilassata, felice, silente, tranquilla, in
pace, capace di osservare, attenta, intuitiva.
E non sarai più un cristiano, né
un hindu, né sarai più un americano o un russo: ti sarai liberato completamente
da questi pesi. In questo modo, mentre vieni istruito, al tempo stesso e in
maniera molto sottile, vieni preparato a gestire il potere, in modo tale che
questo non ti possa più corrompere, che tu non ne possa più abusare.
Osho Rajneesh
© Tora Kan Dōjō
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