Senza aggiunte e senza sottrazioni, il mondo così come è, non un'altra realtà differente da quella percepita nella quotidianità. Proponiamo due profonde riflessioni entrambe tratte dallo Shōbōgenzō di Eihei Dōgen Zenji (monaco
buddhista giapponese, fondatore della scuola buddhista giapponese Zen Sōtō 1200 / 1253)
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Eihei
Dōgen Zenji - Shōbōgenzō - Cap. Zenki (l’intera
attività dinamica)
La
vita è, per esempio, come una persona che sta su una nave. Per quanto siamo noi
che usiamo le vele, che prendiamo in mano i remi, che spingiamo con le
pertiche, è la nave che ci trasporta e non c'è io al di fuori della nave.
Stando imbarcati su una nave, facciamo della nave una nave. Dobbiamo studiare
bene questo preciso momento. In questo preciso momento, la nave non è diversa
dal mondo intero. Il cielo, l'acqua, la costa, tutti diventano il tempo della
nave, e inoltre, non sono lo stesso del tempo di quando non si è sulla nave.
Perciò, la vita è ciò che io faccio vivere, e io sono ciò che di me fa la vita.
Nell'essere imbarcati su una nave, il corpo, la mente e la situazione presente,
sono tutti l'attività dinamica della nave. L'intera terra e l'intero spazio
sono l'attività dinamica della nave. L'io che è vita e la vita che è l'io, sono
proprio così.
Presentato il
diciassettesimo giorno del dodicesimo mese del terzo anno di Ninji (1242) alla
residenza del governatore di Unshû e col suo col patrocinio, nei pressi del
tempio di Rokuharamitsu di Yôshû. Trascritto da Ejô il diciannovesimo giorno
del primo mese del quarto anno di Ninji (1243).
Eihei
Dōgen Zenji - Shōbōgenzō - Cap. Inmo (proprio
così o così come è)
Dōgen Zenji - Autoritratto |
Sulla
base di che sappiamo che il "così com'è" esiste? Lo sappiamo perché
il corpo e la mente che si manifestano insieme nell'intero mondo non sono il
nostro io. Il corpo non è certamente il nostro io. La vita si riflette
[procede] nei giorni e nei mesi e non si ferma neppure per un poco. Dove sono
andati i volti della nostra giovinezza? Quando li cerchiamo non ne troviamo
neanche le tracce. Se osserviamo bene, sono molte le cose del passato che non
incontreremo mai più. Anche la mente sincera non si ferma e va e viene ogni
momento. Benché la sincerità esista, essa non risiede accanto a noi. Però, pur
stando così le cose, senza una ragione esiste la "mente del
risveglio". Quando si sia risvegliata questa mente, abbandoniamo le cose
con cui ci si è intrattenuti fino a quel momento e speriamo di udire ciò che
non abbiamo mai sentito, e cerchiamo di sperimentare ciò che non abbiamo mai
sperimentato, e questo non solo per noi stessi. Si sappia che succede questo
perché siamo persone del così com'è. Perché sappiamo di essere persone del così
com'è? Poiché siamo persone che vogliono ottenere la cosa così com'è, siamo
persone del così com'è. Per certo, abbiamo l'aspetto delle persone del così
com'è, e in questo momento non dovremmo preoccuparci della cosa così com'è.
Poiché anche il preoccuparsi è cosa del così com'è, è un non preoccuparsi.
Inoltre, non dovremmo sorprenderci del fatto che la cosa così com'è, è così
com'è. Anche se il così com'è ci sorprende e ci lascia dubbiosi, è comunque
questo così com'è. Esiste anche un così com'è di cui non dobbiamo sorprenderci.
Questo non può essere valutato per mezzo della valutazione dei buddha, né può
essere valutato per mezzo della valutazione della mente, non può essere
valutato per mezzo della valutazione del mondo del Dharma e non può essere
valutato per mezzo della valutazione dell'intero mondo. Solo [si può
dire]:"siamo di già uomini del così com'è, perché preoccuparci della cosa
del così com'è?". Perciò, il così com'è del suono e dell'aspetto è il così
com'è, il così com'è del corpo e della mente è il così com'è, il così com'è di
tutti i buddha è il così com'è.
…
Shôbôgenzô Inmo Presentato
all'assemblea del tempio Kannon Dôri Kôshô Hôrin. Nel 26° giorno del terzo mese
del terzo anno di Ninji (1242)
(testi presi dalla traduzione di Aldo
Tollini in Buddha e natura-di-buddha nello Shôbôgenzô)