lunedì 13 febbraio 2017

Schegge Budo e Zen - 13 febbraio 2017



"[...] shin, lo spirito, va considerato l'elemento decisivo. Poi vengono la tecnica e il corpo. Negli sport, soprattutto in Occidente, viene sviluppata principalmente la forza del corpo...
L'allenamento non deve tendere unicamente allo sviluppo del corpo. Evidentemente nelle moderne competizioni non si lotta per la vita o per la morte, ma per un punteggio: dunque, la forza del corpo e la tecnica possono bastare. Ma nei tempi antichi la posta in gioco era la vita: allora l'intuizione era decisiva, in ultima istanza.
Si dovrebbe ritrovare questo spirito: comportarsi sempre come se la vita stessa fosse in gioco, anche quando si combatte con una spada di legno. Le arti marziali, allora, ritroverebbero il loro vero senso: la pratica della Via."

Taisen Deshimaru Roshi, Lo Zen e le arti marziali



"Il fiore chiama la farfalla spontaneamente,
la farfalla si posa sul fiore spontaneamente.
Quando il fiore si apre viene la farfalla;
quando viene la farfalla il fiore si apre.
Io non so niente degli altri;
gli altri non sanno niente di me.
Senza conoscerla, seguiamo tutti la Via."

Daigu Ryōkan




"Senza dubbio, le cose andrebbero fatte in un certo modo; eppure tutti i modi vanno bene. Non c'è una regola fissa da seguire, dovremmo agire nel migliore modo possibile per ciascuna situazione."

Kōdō Sawaki Roshi



"Uno degli obiettivi primari del nostro esercizio è quello di rivitalizzare i nostri istinti primordiali.
Oggi, per lo più, gli uomini e le donne sono anestetizzati.
Incapaci di percepire con il corpo le perturbazioni dell'ambiente.
Abitano un corpo che non sente, che non risponde...
Riscoprire il pensiero del corpo, rivitalizzare la nostra natura animale.
Ascoltare la profonda saggezza dell'istinto.
Ritornare ad ascoltare la voce delle cose che ci indica chiaramente la direzione da seguire."

P. Taigō Spongia Sensei



"Solo attraverso le regole possiamo educarci e per questo è fondamentale accogliere gli insegnamenti di tutti e in particolar modo quelli di un Maestro, di un Taiko/Senpai... Lo Zen è autentica libertà, in primo luogo dai propri condizionamenti, dal proprio ego, ma spesso viene interpretata come anarchia... Praticare Zazen è la pratica di un Buddha, dell'Uomo in armonia con l'Universo intero, non certo di un individuo separato e isolato dal resto; per questo la pratica non può prescindere da una 'forma' in sintonia con il Dhamma, con l'Ordine cosmico..."

Alessandro della Ventura 






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