venerdì 28 agosto 2020

Il nostro corpo, opera d'arte del Cosmo. ITA/ENG





Il nostro corpo è un’opera d’arte del cosmo.
Il nostro corpo contiene le stelle, la luna, l’universo, e la presenza di tutti i nostri antenati.
Quanti milioni di anni di evoluzione sono stati necessari per produrre questi meravigliosi due occhi, gambe, piedi e mani?
Innumerevoli forme di vita sostengono la nostra esistenza in questo preciso momento…
Quando siamo capaci di vedere chiaramente che il nostro corpo è una miracolosa meraviglia della vita, un dono del cosmo, è un momento di illuminazione.
Una volta che abbiamo questa consapevolezza, dobbiamo coltivarla.
Altrimenti l’irrequietezza e l’agitazione prenderanno il sopravvento e lo dimenticheremo. Non apprezzeremo più il miracolo di essere vivi.
Allora abbiamo bisogno di sostenere e nutrire questa consapevolezza in ogni momento. Richiede concentrazione. Ma non è difficile da mettere in pratica.
Mentre camminiamo, mentre lavoriamo, mentre mangiamo, portiamo la nostra consapevolezza al nostro corpo umano, semplicemente apprezzando e godendo delle sensazioni che ci vengono dalla posizione assunta dal nostro corpo e dal suo movimento, e dalla meraviglia di essere vivi.

Thich Nhat Hanh



English Version:

Our body is a masterpiece of the cosmos. Our body carries within it the stars, the moon, the universe, and the presence of all our ancestors. How many millions of years of evolution has it taken to give rise to these wondrous two eyes, legs, feet, and hands? Countless life-forms are supporting our existence in this moment…
When we see clearly that our physical body is a miraculous wonder of life, a gift of the cosmos, it is a flash of insight. Once we have that insight, we must sustain it. If not, restlessness and agitation will take over, and we’ll forget. We’ll no longer cherish the miracle of being alive. So we need to sustain and nurture this insight in every moment. It takes concentration. But it’s not hard to do. While we walk, while we work, while we eat, we bring our awareness to our human body, simply enjoying the feel of our body’s position and movements, and the wonder of being alive.

Thich Nhat Hanh
© Tora Kan Dōjō






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martedì 18 agosto 2020

Lascia che Zazen faccia Zazen




" Siedi solido nella concentrazione e pensa dal non-pensiero.
Come metterlo in pratica?
Lacia andare i pensieri! Questa è l'arte dello Zazen.
Non ha niente a che vedere con l'imparare a meditare.
E' la porta d'accesso diretta al Dharma della grande pace e gioia. E' l'incontaminata pratica-realizzazione."

Dôgen Zenji nello Zazengi

Sebbene lo Zazen sia qui descritto come la porta d'accesso alla grande pace e gioia, più frequentemente che il contrario sperimenterete dolore, fatica, rabbia, desiderio, avidità, sonnolenza, noia, frustrazione, disperazione, e ogni altro genere di pensieri casuali.
Lasciateli tutti andare.
Se non vi sedete con la determinazione di morire, non sarete capaci di trovare la via allo Zazen.
Quando vi attaccate a qualcosa - anche alla vostra stessa vita - starete solo perdendo il vostro tempo.
Non combattete, ma arrendetevi alla postura.
Se provate a FARE Zazen, lo Zazen sfuggirà lontano.
Se abbandonate tutto alla postura seduta stessa, lo Zazen si manifesterà naturalmente, automaticamente.
Lo Zazen non deve essere uno strumento per te, devi invece arrenderti allo Zazen perchè esso si realizzi. 

Kodo Sawaki Roshi

© Tora Kan Dōjō



















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domenica 16 agosto 2020

Cos'è il Budō




Tratto da un'intervista a Christian Tissier Sensei




C.T. - Non sono d’accordo con chi dice che progredire significa fare meglio. Per me progredire significa fare sempre meno errori, perfezionare i nostri movimenti senza presentare aperture. L’essenza del Budo è l’assenza di aperture, waki ga nai, che significa non lasciare aperture sia nelle nostre azioni che nelle nostre parole. In uno dei miei libri ho riportato la seguente citazione da una scuola di etichetta chiamata Ogasawara. Sull’ingresso principale di questa scuola è scritto: “Quando siete correttamente seduti nella posizione giusta anche la persona più rude non vi può disturbare”.

Aikido è un budo, si può considerare solo come un arte di difesa?
C.T. – Un budo è un sistema d’educazione marziale, fisico, mentale, umano, che deve sviluppare fino al massimo grado le qualità inerenti all’essere umano sviluppando le costanti dello studio della “via” che bisogna ricordare: la ricerca del gesto puro che porta alla purezza dello spirito, il rispetto, l’attitudine giusta al momento giusto, la spontaneità etc. Ridurre il budo ad una sola arte di difesa, è scordarsi la sua dimensione d’apertura sul mondo e sbagliare epoca e armi. Quando tutte le qualità del budoka sono acquisite, arte di difesa inclusa, egli può andare dritto nel mondo per comunicare, vivere ed amare senza timore per lui e per gli altri.
Chi pratica soltanto un arte di difesa non fa altro che forgiarsi un carapace, che vorrebbe sempre più solido, ma nel quale rischia d’isolarsi e di non riuscire più ad uscirne.




© Tora Kan Dōjō



















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venerdì 14 agosto 2020

Quando si fermano le parole la vita continua

Sumi-e di Dainin Sensei



"Quando ogni sera chiudo queste pagine, fermo queste parole che scorrono goffe e imperfette dalle mie dita, so la cosa più importante: le stagioni continueranno a succedersi. Inevitabili.
Quando queste parole si spargeranno, sconosciute, anche se la morte avrà portato via la mia presenza, l'autunno brucerà ancora di rosso e zafferano e l'odore della terra profumerà i venti freschi. L' inverno piegherà i suoi cieli grigi e sordi sui ciottoli troppo freddi per i piedi nudi del poeta. La primavera scoppierà di nuovo, in un attimo, fiorisce il legno secco e addormentato, portando nella brezza il profumo dolce delle prime gemme dei ciliegi. L' estate rialzerà ancora i cieli penetrante di questa luce incredibile accarezzata dal vento che si veste delle risate di felicità.
Quando chiuderò queste pagine per sempre e le affiderò alle mani sconosciute del tempo, la luna la sera non smetterà di riflettersi in tutti i fiumi del mondo, e il sole all'alba non sarà meno rassicurante e abbagliante.
Scrivo per tenere viva la fiamma della mia fede, la fiamma di sorella vacuità.
Cosa sono?
Seduto su una panchina in fondo alla chiesa di San Paul-Saint Louis, questa mattina mi fermo a queste parole.
Le campane suonano su queste ultime punteggiature.
Devo comprare un nuovo quaderno.
Il tempo non ha bisogno di me.
Ecco perché sono vivo."

Federico Dainin Jôkô Sensei
Tratto da un post di Dainin Sensei del 30 Gennaio 2020



Versione originale francese:

“Quand chaque soir je ferme ces pages, arrête ces mots qui s’écoulent maladroits et imparfaits de mes doigts, je sais le plus important: les saisons continueront de se succéder. Inévitables. Lorsque ces mots se disperseront, inconnus, même si la mort aura emporté ma présence, l’automne s’embrasera encore de rouge et de safran et l’odeur de la terre embaumera les vents frais. L’hiver courbera ses cieux gris et sourds sur les pavés trop froids pour les pieds nus du poète. Le printemps éclatera à nouveau, en un instant, fleurissant le bois sec et endormi, portant dans la brise le parfum sucré des premiers éclats de cerisiers. L’été relèvera encore les cieux les perçant de cette lumière incroyable caressée par le vent qui s’habille des rires de félicité.
Quand je fermerai ces pages pour de bon et les confirai aux mains inconnues du temps, la lune le soir venu ne cessera pas de se mirer dans toutes les rivières du monde, et le soleil aux aurores n’en sera pas moins rassurant et éblouissant.
J’écris pour tenir vivante la flamme de ma foi, la flamme de soeur vacuité.
Que sui-je ?
Assis sur un banc au fond de l’église Saint Paul-Saint Louis, ce matin j’arrête ces mots.
Les cloches carillonnent ces dernières ponctuations.
Je dois acheter un nouveau cahier.
Le temps n’a pas besoin de moi.
C’est pour cela que je suis bien vivant.”

Federico Dainin Jôkô Sensei 



© Tora Kan Dōjō



















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