venerdì 14 agosto 2020

Quando si fermano le parole la vita continua

Sumi-e di Dainin Sensei



"Quando ogni sera chiudo queste pagine, fermo queste parole che scorrono goffe e imperfette dalle mie dita, so la cosa più importante: le stagioni continueranno a succedersi. Inevitabili.
Quando queste parole si spargeranno, sconosciute, anche se la morte avrà portato via la mia presenza, l'autunno brucerà ancora di rosso e zafferano e l'odore della terra profumerà i venti freschi. L' inverno piegherà i suoi cieli grigi e sordi sui ciottoli troppo freddi per i piedi nudi del poeta. La primavera scoppierà di nuovo, in un attimo, fiorisce il legno secco e addormentato, portando nella brezza il profumo dolce delle prime gemme dei ciliegi. L' estate rialzerà ancora i cieli penetrante di questa luce incredibile accarezzata dal vento che si veste delle risate di felicità.
Quando chiuderò queste pagine per sempre e le affiderò alle mani sconosciute del tempo, la luna la sera non smetterà di riflettersi in tutti i fiumi del mondo, e il sole all'alba non sarà meno rassicurante e abbagliante.
Scrivo per tenere viva la fiamma della mia fede, la fiamma di sorella vacuità.
Cosa sono?
Seduto su una panchina in fondo alla chiesa di San Paul-Saint Louis, questa mattina mi fermo a queste parole.
Le campane suonano su queste ultime punteggiature.
Devo comprare un nuovo quaderno.
Il tempo non ha bisogno di me.
Ecco perché sono vivo."

Federico Dainin Jôkô Sensei
Tratto da un post di Dainin Sensei del 30 Gennaio 2020



Versione originale francese:

“Quand chaque soir je ferme ces pages, arrête ces mots qui s’écoulent maladroits et imparfaits de mes doigts, je sais le plus important: les saisons continueront de se succéder. Inévitables. Lorsque ces mots se disperseront, inconnus, même si la mort aura emporté ma présence, l’automne s’embrasera encore de rouge et de safran et l’odeur de la terre embaumera les vents frais. L’hiver courbera ses cieux gris et sourds sur les pavés trop froids pour les pieds nus du poète. Le printemps éclatera à nouveau, en un instant, fleurissant le bois sec et endormi, portant dans la brise le parfum sucré des premiers éclats de cerisiers. L’été relèvera encore les cieux les perçant de cette lumière incroyable caressée par le vent qui s’habille des rires de félicité.
Quand je fermerai ces pages pour de bon et les confirai aux mains inconnues du temps, la lune le soir venu ne cessera pas de se mirer dans toutes les rivières du monde, et le soleil aux aurores n’en sera pas moins rassurant et éblouissant.
J’écris pour tenir vivante la flamme de ma foi, la flamme de soeur vacuité.
Que sui-je ?
Assis sur un banc au fond de l’église Saint Paul-Saint Louis, ce matin j’arrête ces mots.
Les cloches carillonnent ces dernières ponctuations.
Je dois acheter un nouveau cahier.
Le temps n’a pas besoin de moi.
C’est pour cela que je suis bien vivant.”

Federico Dainin Jôkô Sensei 



© Tora Kan Dōjō



















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