L’amore
non ha bisogno di essere riconosciuto: non ha bisogno di riconoscimenti, di
certificati, di qualcuno che lo assapori.
Il
riconoscimento dell’altro è accidentale, non è essenziale all’amore; l’amore
continuerà a fluire. Anche se nessuno lo assapora, se nessuno lo riconosce, se
nessuno si sente felice, deliziato per causa sua, l’amore continua a fluire,
perché nel fluire stesso c’è una gioia, una beatitudine immensa.
Nel
fluire stesso… quando la tua energia fluisce…
Sei
seduto in una stanza vuota e l’energia fluisce e riempie la stanza del tuo
amore; non c’è nessuno –le pareti non diranno «grazie» –nessuno che lo
riconosca, nessuno che lo assapori, ma questo non ha alcuna importanza. La tua
energia che si libera, che scorre… ti senti felice.
Il
fiore è felice quando la sua fragranza si diffonde nel vento, anche se il vento
ne è inconsapevole.
E
infine chiedi: E tu chi saresti senza discepoli che ti amano? Io sono quello
che sono. Che i discepoli ci siano o no, è indifferente; io non dipendo da voi.
E tutto il mio sforzo qui tende a fare sì che anche voi diventiate indipendenti
da me. Sono qui per darvi libertà. Non voglio imporvi alcunché, non voglio
menomarvi in alcun modo; voglio solo che siate voi stessi. E il giorno in cui
sarete indipendenti da me, allora mi amerete veramente… non prima.
Io
vi amo, non posso farne a meno. Il punto non è se io vi possa amare o no,
semplicemente vi amo. Se voi non foste qui, questo auditorium sarebbe pieno del
mio amore; non farebbe alcuna differenza. Questi alberi, questi uccelli
continuerebbero a ricevere il mio amore. E anche se tutti gli alberi e tutti
gli uccelli scomparissero, non farebbe alcuna differenza; l’amore fluirebbe
comunque. L’amore è, quindi fluisce. L’amore è un’energia dinamica, non può essere
statico. Se qualcuno vi attinge, bene. Se nessuno partecipa, va bene lo stesso.
Cosa
disse Dio a Mosè… lo ricordate? Quando Mosè incontrò Dio, naturalmente Dio gli
diede dei messaggi da portare alla sua gente. Mosè era un vero ebreo, e chiese:
«Signore, ti prego dimmi il tuo nome! Chiederanno: “Chi ti ha dato questi
messaggi?”. Chiederanno il nome di Dio, quindi dimmi: come ti chiami?». E Dio
disse: «Io sono colui che sono. Va’ dalla tua gente e di’ loro che “io sono
colui che sono” ha detto questo. È un messaggio che viene da “io sono colui che
sono”». Sembra assurdo, ma è incredibilmente significativo: io sono colui che
sono. Dio non ha nome, nessuna definizione, solo essere.
Osho
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