lunedì 16 aprile 2018

Zenki e Inmo - Riflessioni intorno al "così come è"


Senza aggiunte e senza sottrazioni, il mondo così come è, non un'altra realtà differente da quella percepita nella quotidianità. Proponiamo due profonde riflessioni entrambe tratte dallo Shōbōgenzō  di Eihei Dōgen Zenji (monaco buddhista giapponese, fondatore della scuola buddhista giapponese Zen Sōtō  1200 / 1253)
Eihei Dōgen Zenji - Shōbōgenzō - Cap. Zenki (l’intera attività dinamica)
La vita è, per esempio, come una persona che sta su una nave. Per quanto siamo noi che usiamo le vele, che prendiamo in mano i remi, che spingiamo con le pertiche, è la nave che ci trasporta e non c'è io al di fuori della nave. Stando imbarcati su una nave, facciamo della nave una nave. Dobbiamo studiare bene questo preciso momento. In questo preciso momento, la nave non è diversa dal mondo intero. Il cielo, l'acqua, la costa, tutti diventano il tempo della nave, e inoltre, non sono lo stesso del tempo di quando non si è sulla nave. Perciò, la vita è ciò che io faccio vivere, e io sono ciò che di me fa la vita. Nell'essere imbarcati su una nave, il corpo, la mente e la situazione presente, sono tutti l'attività dinamica della nave. L'intera terra e l'intero spazio sono l'attività dinamica della nave. L'io che è vita e la vita che è l'io, sono proprio così.

Presentato il diciassettesimo giorno del dodicesimo mese del terzo anno di Ninji (1242) alla residenza del governatore di Unshû e col suo col patrocinio, nei pressi del tempio di Rokuharamitsu di Yôshû. Trascritto da Ejô il diciannovesimo giorno del primo mese del quarto anno di Ninji (1243).



Eihei Dōgen Zenji - Shōbōgenzō - Cap. Inmo (proprio così o così come è)
Dōgen Zenji - Autoritratto
Sulla base di che sappiamo che il "così com'è" esiste? Lo sappiamo perché il corpo e la mente che si manifestano insieme nell'intero mondo non sono il nostro io. Il corpo non è certamente il nostro io. La vita si riflette [procede] nei giorni e nei mesi e non si ferma neppure per un poco. Dove sono andati i volti della nostra giovinezza? Quando li cerchiamo non ne troviamo neanche le tracce. Se osserviamo bene, sono molte le cose del passato che non incontreremo mai più. Anche la mente sincera non si ferma e va e viene ogni momento. Benché la sincerità esista, essa non risiede accanto a noi. Però, pur stando così le cose, senza una ragione esiste la "mente del risveglio". Quando si sia risvegliata questa mente, abbandoniamo le cose con cui ci si è intrattenuti fino a quel momento e speriamo di udire ciò che non abbiamo mai sentito, e cerchiamo di sperimentare ciò che non abbiamo mai sperimentato, e questo non solo per noi stessi. Si sappia che succede questo perché siamo persone del così com'è. Perché sappiamo di essere persone del così com'è? Poiché siamo persone che vogliono ottenere la cosa così com'è, siamo persone del così com'è. Per certo, abbiamo l'aspetto delle persone del così com'è, e in questo momento non dovremmo preoccuparci della cosa così com'è. Poiché anche il preoccuparsi è cosa del così com'è, è un non preoccuparsi. Inoltre, non dovremmo sorprenderci del fatto che la cosa così com'è, è così com'è. Anche se il così com'è ci sorprende e ci lascia dubbiosi, è comunque questo così com'è. Esiste anche un così com'è di cui non dobbiamo sorprenderci. Questo non può essere valutato per mezzo della valutazione dei buddha, né può essere valutato per mezzo della valutazione della mente, non può essere valutato per mezzo della valutazione del mondo del Dharma e non può essere valutato per mezzo della valutazione dell'intero mondo. Solo [si può dire]:"siamo di già uomini del così com'è, perché preoccuparci della cosa del così com'è?". Perciò, il così com'è del suono e dell'aspetto è il così com'è, il così com'è del corpo e della mente è il così com'è, il così com'è di tutti i buddha è il così com'è.
Shôbôgenzô Inmo Presentato all'assemblea del tempio Kannon Dôri Kôshô Hôrin. Nel 26° giorno del terzo mese del terzo anno di Ninji (1242)

(testi presi dalla traduzione di  Aldo Tollini in Buddha e natura-di-buddha nello Shôbôgenzô)

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