lunedì 27 febbraio 2017

Schegge Budo e Zen - 27 febbraio 2017






"Il bene si fa in silenzio. Tutto il resto è palcoscenico..."

Detto Zen



“Generalmente si pensa che una foglia sia nata a primavera, ma Gautama vide che esisteva già da tanto, tanto tempo nella luce del sole, nelle nuvole, nell’albero, in se stesso. Comprendendo che quella foglia non era mai nata, comprese che anche lui non era mai nato.
Entrambi, la foglia e lui stesso, si erano semplicemente manifestati. Poiché non erano mai nati, non potevano morire. Questa visione profonda dissolse le idee di nascita e morte, di comparsa e scomparsa; e il vero volto della foglia assieme al suo stesso volto, divennero manifesti. Vide che è l’esistenza di ciascun fenomeno a rendere possibile l’esistenza di tutti gli altri fenomeni. L’uno contiene il tutto, e il tutto è contenuto nell’uno. La foglia e il suo corpo erano una cosa sola. Nessuno dei due possedeva un sé permanente e separato, nessuno dei due poteva esistere indipendentemente dal resto dell’universo…”

Thich Nhat Hanh





"Paradossalmente, l'uomo che ha fallito e quello che è all'apice del successo sono nella stessa situazione. Ognuno deve prendere una decisione su cosa fare dopo."

Jigoro Kano Sensei



"Durante Zazen tornano alla mente parole non dette, quando andavano dette, cose non fatte quando andavano fatte.
Così noi conduciamo la nostra vita. Sempre, o quasi, fuori tempo.
Lo Zazen ci insegna ad essere lì, sempre, senza rammarico e senza aspettativa, offrendoci ad ogni istante con tutto noi stessi e a non trattenere né respingere quel che incontriamo."

P. Taigō Spongia Sensei



Lungo il viale
profumo di resina.
Tracce di vita.

Alessandro della Ventura













_______________________________________
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07 Marzo 2011
________________________________________


© Iogkf Italia



lunedì 20 febbraio 2017

Schegge Budo e Zen - 20 febbraio 2017




"Yoshida Yenko scrisse: 'Voi vedete i fiori soltanto quando sono all'apice della loro fioritura, e la luna soltanto quando è piena.' Lo trovo molto interessante. Significa che dovremmo ammirare anche i germogli, i petali che cadono portati via dal vento e anche i rami spogli d'inverno. Possiamo imparare ad apprezzare la luna quando è velata dalle nuvole. quando è luna nuova o calante. Ovvero, possiamo imparare ad accettare l'impermanenza della vita senza escludere nulla- le gioie, i dolori, i successi e i fallimenti- e ad amare qualsiasi cosa la vita ci offra."

Shundo Aoyama Roshi




"La sensibilità verso il dolore altrui è la radice della benevolenza [...]. La benevolenza (jin) vince con la propria potenza ogni cosa che le si opponga. Come l'acqua prevale sul fuoco. Solo coloro che tentano di spegnere una catasta di legna in fiamme con una piccola tazza d'acqua dubitano di poter aver ragione del fuoco con l'acqua."

Mencio



"L'Arte della Pace si basa sul principio della non resistenza. Dal momento che non resiste, è vincente fin dall'inizio. Quelli con intenzioni malevole o pensieri controversi sono sconfitti.
L'Arte della Pace è invincibile perchè non combatte contro nulla."

Morihei Ueshiba Sensei


Morihei Ueshiba Sensei


"A volte la strada della pratica, quella vera, può essere una strada arida e fredda, dove anche le migliori compagnie sono di troppo. Poi, incidentalmente, si incontrano dei buoni compagni, dei buoni amici, ma solo chi sa apprezzare la solitudine trova veramente compagnia."

P. Taigō Spongia Sensei





_______________________________________
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07 Marzo 2011
________________________________________

© Iogkf Italia


venerdì 17 febbraio 2017

La condivisione di un sogno. (Kangeiko 2017)

Si è concluso oggi presso il Tora Kan Dōjō il Kangeiko 2017. Una settimana di pratica condivisa nei giorni che dovrebbero essere i più freddi dell'anno, di mattina presto con le finestre aperte (o all'aperto) per accogliere il freddo dell'inverno. Riceviamo il ringraziamento di Emilio, uno dei partecipanti.

Non è che la follia sia meno folle se viene condivisa. Potrebbe sembrare che un azione perda del suo valore eccentrico se a compierla non è un pazzo isolato ma piuttosto una schiera di pazzi.
E potrebbe anche risultare più confortevole sapere di non essere soli nel cammino. E realizzare che quanto abbiamo creato con la nostra sana follia si concretizza anche per altri e che il sogno acquisisce peso e sostanza perché respirato e incarnato anche da altri compagni di viaggio.
Ma il gesto folle rimane comunque azione straordinaria, senza appigli, senza sicurezze, aperta ad ogni esito.
Ora non è che il Kangeiko di per se sia questa grande azione folle, alla fine si tratta di cinque giorni di pratica con orari sballati che ci costringe a fare pace e ad accettare quello che la temperatura esterna ci offre, che ci scuote dalle abitudini confortanti della vita quotidiana, che ci crea qualche fastidio nella simpatica routine che ci siamo apparecchiati, ciascuno a proprio modo. Ma è comunque l'espressione di un sogno. Risvegliati prima dell'alba, immersi nel sogno.
Sogno appassionato, immaginare una vita dedicata alla pratica e alla creazione di un Dojo, luogo di ritrovo e illuminazione per generazioni di viandanti, che sedimenta una serie di buone abitudini che lasciano il segno nella vita di molte persone. Lascia un eredità tangibile, lascia le solide mura di un Dojo, che è la casa, o la via, di quelli che quel sogno vivificano, ognuno a proprio modo. Persone molto diverse l'una dall’altra, che probabilmente non si sarebbero neanche mai incontrate altrove. Sogno che si fa sudore, sveglie all’alba, vesti imbrattate di sabbia o sporcate del verde dei prati. Il Dojo che vive fuori dal Dojo, che ce lo portiamo a spasso in vacanza, a casa nei giorni felici, e soprattutto in quelli difficili. Bussola e timone di un cammino impegnativo e gratificante.
Il Sogno di un pazzo, che si fa vivere da altri pazzi “tutti insieme, insieme a Tutto in cammino sulla Grande Via”. Per questo oggi, ultimo giorno di Kangeiko, mi sento di dover ringraziare dal profondo del cuore la sana follia di un ragazzo che qualche annetto fa decise di intraprendere il primo passo, al quale ha aggiunto mille altri passi (e mille altri pugni) con incredibile e magnifica costanza.  Grazie giovane Sensei!


lunedì 13 febbraio 2017

Schegge Budo e Zen - 13 febbraio 2017



"[...] shin, lo spirito, va considerato l'elemento decisivo. Poi vengono la tecnica e il corpo. Negli sport, soprattutto in Occidente, viene sviluppata principalmente la forza del corpo...
L'allenamento non deve tendere unicamente allo sviluppo del corpo. Evidentemente nelle moderne competizioni non si lotta per la vita o per la morte, ma per un punteggio: dunque, la forza del corpo e la tecnica possono bastare. Ma nei tempi antichi la posta in gioco era la vita: allora l'intuizione era decisiva, in ultima istanza.
Si dovrebbe ritrovare questo spirito: comportarsi sempre come se la vita stessa fosse in gioco, anche quando si combatte con una spada di legno. Le arti marziali, allora, ritroverebbero il loro vero senso: la pratica della Via."

Taisen Deshimaru Roshi, Lo Zen e le arti marziali



"Il fiore chiama la farfalla spontaneamente,
la farfalla si posa sul fiore spontaneamente.
Quando il fiore si apre viene la farfalla;
quando viene la farfalla il fiore si apre.
Io non so niente degli altri;
gli altri non sanno niente di me.
Senza conoscerla, seguiamo tutti la Via."

Daigu Ryōkan




"Senza dubbio, le cose andrebbero fatte in un certo modo; eppure tutti i modi vanno bene. Non c'è una regola fissa da seguire, dovremmo agire nel migliore modo possibile per ciascuna situazione."

Kōdō Sawaki Roshi



"Uno degli obiettivi primari del nostro esercizio è quello di rivitalizzare i nostri istinti primordiali.
Oggi, per lo più, gli uomini e le donne sono anestetizzati.
Incapaci di percepire con il corpo le perturbazioni dell'ambiente.
Abitano un corpo che non sente, che non risponde...
Riscoprire il pensiero del corpo, rivitalizzare la nostra natura animale.
Ascoltare la profonda saggezza dell'istinto.
Ritornare ad ascoltare la voce delle cose che ci indica chiaramente la direzione da seguire."

P. Taigō Spongia Sensei



"Solo attraverso le regole possiamo educarci e per questo è fondamentale accogliere gli insegnamenti di tutti e in particolar modo quelli di un Maestro, di un Taiko/Senpai... Lo Zen è autentica libertà, in primo luogo dai propri condizionamenti, dal proprio ego, ma spesso viene interpretata come anarchia... Praticare Zazen è la pratica di un Buddha, dell'Uomo in armonia con l'Universo intero, non certo di un individuo separato e isolato dal resto; per questo la pratica non può prescindere da una 'forma' in sintonia con il Dhamma, con l'Ordine cosmico..."

Alessandro della Ventura 






_______________________________________
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07 Marzo 2011
________________________________________

© Iogkf Italia


domenica 12 febbraio 2017

Kangeiko 2017

Domani, Lunedì 13 Febbraio, inizieremo il Kangeiko 2017.
Per una settimana tutte le mattine dalle 6 alle 7 alla temperatura che la natura ci offrirà.
Non si tratta solo di 'temprarsi' nel freddo.
Si tratta di accogliere e farsi accogliere dagli elementi della natura.
Si tratta di offrirsi.
Il nostro esercizio silenzioso, proprio come lo Zazen, o il canto di un Sutra, sarà offerto a beneficio di tutte le esistenze.
Sono quasi vent'anni che ogni anno guido il Kangeiko al Tora Kan Dojo, mai mancata una sola sessione di pratica, sono felice di avere, ancora una volta quest'anno, la possibilità di ascoltare la sinfonia del fruscio dei karategi, del respiro dei partecipanti e del calore dei loro cuori uniti nella pratica.

Paolo Taigō Spongia


giovedì 9 febbraio 2017

Zen: la Via alla semplicità - Zen: the Way to simplicity (ITA - ENG)

"Lo Zen non è così popolare come molti altri complicati e 'antichi' insegnamenti.
Perchè?
Perchè lo Zen non ha nulla da offrire.
E' proprio così com'è, pervade tutto ed è vuoto.
Lo Zen dice 'taci e siedi' e qui inizia la tua pratica...
Tante persone vogliono cercare ma non vogliono trovare.
Lo Zen è molto semplice da spiegare eppure è troppo sottile da esprimere a parole.
Un maestro Zen disse: 'Mille libri non sono abbastanza e una parola è troppo'.
Lo Zen è pratica.
Una pratica sincera è scevra da ogni elemento esotico.
E' insita una bellezza profonda ma per notarla devi lasciar cadere ogni idea, riconoscere la tua ignoranza e sedere...
Alle persone piace parlare dei propri conseguimenti e nello zen non hai nulla di cui parlare.
Viene a te come chiarezza, comprensione... lo Zen dice siedi e guarda..
Non ti dà dei compagni.
Tu sei impaurito.
Devi sedere solo.
In molti altri insegnamenti ti danno un'intera schiera di intattenimenti: energie, chakra, demoni, angeli, dei, mandala, simboli, storie riguardo cosa dovresti vedere e dove andare.
Non sono così solitarie...
Nello Zen siedi con te stesso.
Devi guardare in faccia te stesso.
Devi vedere te stesso forse per la prima volta e per molti di noi è un'esperienza spaventosa.
Lo Zen è per coloro che arrivano a comprendere che la sincerità e la semplicità sono la via autentica per qualsiasi cosa possiamo incontrare al di là del regno delle parole..."

Fugan Genkaku



ENGLISH VERSION

"Zen is not as popular as many other complicated 'ancient' teachings.
Why?
Zen has nothing to offer.
It is as it is, all pervading and empty.
Zen says shut up and sit down and that is when your seeking begins...
So many people want to seek but they do not want to find.
Zen is too simple to explain and yet it is too subtle to put it in words.
One zen master said: 'Thousand books are not enough and one word is too much'.
Zen is practice.
Pure honest practice devoid of nearly all exotic elements.
There is a rare beauty in it but to notice it you have to drop all ideas, recognize your ignorance and sit down...
People like to talk about their achievements and in zen you have nothing to talk about.
It comes to you as clarity, as understanding... Zen says sit down and watch.
It does not give you companions.
You scared.
You have to sit alone.
In many other teachings they give you the whole crowd to entertain you: energy, chakras, demons, angels, gods, mandalas, symbols, tales about what you should see and where to go.
It is not so lonely...
In Zen you sit on your own.
You have to face yourself.
You have to see yourself maybe for the first time and for many of us it is frightening experience.
Zen is for those who come to realize that honesty and simplicity is the true road to whatever we may encounter beyond the realm of words... "

Fugan Genkaku








© Tora Kan Dōjō






lunedì 6 febbraio 2017

Schegge Budo e Zen - 6 febbraio 2017



"Con ogni pensiero tentare di conoscere i propri difetti e correggersi per tutta la vita: questa è la Via."

Yamamoto Tsunetomo, Hagakure



"I pesci nuotano nell’acqua e per quanto a lungo nuotino, non c’è fine all’acqua.
Gli uccelli volano in cielo e per quanto volino, non c’è fine al cielo. Eppure i pesci non lasciano mai l’acqua, gli uccelli non abbandonano mai il cielo.
Quando il loro bisogno è grande, c’è grande attività.
quando il bisogno è piccolo, c’è piccola attività.
In questo modo mai nessuno mancherà d’impiegare sè stesso pienamente, e in nessun posto mai ci sarà mancanza alcuna di muoversi e girare liberamente.
Se un uccello lascia il cielo, presto morirà.
Se un pesce lascia l’acqua, presto morirà."

Dōgen Zenji, Shōbōgenzō - Genjo Koan





"In Giappone quando si vuole esprimere un augurio a qualcuno che deve affrontare una prova si usa dire:
' 頑張ってください!'
Ganbatte Kudasai, Fai del tuo meglio!
La buona o cattiva fortuna deriva in buona parte dall'aver fatto o meno del proprio meglio.
Abbiamo fatto del nostro meglio?
Stiamo facendo del nostro meglio?
Se abbiamo fatto del nostro meglio e alla fine ci coglie la morte o la disgrazia, non sarà un grosso problema, o meglio, l'accoglieremo con serenità.
Nell'esercizio del Randori nell'Arte Marziale questo diventa molto evidente.
Randori non significa combattere per vincere, ma combattere per mettere alla prova le proprie capacità, la propria condizione fisica, tecnica e psicologica, combattere per esprimersi al proprio meglio nelle situazioni più diverse, universali, non solo nel Dōjō.
Poi il risultato può essere qualunque, poco importa: anche se voi 'vincete' non siete migliori di uno che ha 'perso' combattendo con sincerità.
Dal punto di vista della crescita umana, della vostra maturazione, è assolutamente irrilevante una soddisfazione transitoria che viene dall'effimero successo dato dalla superiorità su qualcun'altro. Quello che conta e che arreca la vera profonda soddisfazione è il modo, lo spirito con cui vi cimentate, quello che vi fa essere consapevoli di aver dato il vostro massimo, fatto del vostro meglio, per cui non avete più nessun debito, avete restituito tutto quel che vi è stato offerto.
A quel punto potreste anche morire e sareste comunque soddisfatti.
Questa è la profonda differenza educativa tra l'Arte Marziale e lo sport."

P. Taigō Spongia Sensei



"Il suono tondo sorge laggiù e vuoto tramonta per sempre qui col mio respiro.
Inspiro e sono cielo, espiro e sono pioggia nel vasto mare.
Dono, percezione, principio d'onda che ora si compie,
accarezza e bagna le mie umane radici;
Schiuma bianca o miraggio che mi trovò a danzare senza olfatto tra finti tulipani rossi.
Ma io respiro ancora,
e le onde sono così infinite."

Monica De Marchi















________________________________________
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07 Marzo 2011
________________________________________

© Iogkf Italia